Le notizie sul gelo tra Stati Uniti e Santa Sede si stanno intrecciando, in questi giorni, con quelle sulla corruzione all’interno del Vaticano. In realtà, sono solo gli ultimi sviluppi di una storia più complessa, che dura dall’inizio del pontificato di papa Francesco e, almeno per il secondo versante, ha le sue radici in quelli precedenti. Quello che, alle prime battute, sembrava dovesse essere uno dei papi più popolari e amati della storia, sta sperimentando, invece – insieme ad un’ammirazione che gli viene tributata spesso anche da non credenti –, una conflittualità e un dissenso senza precedenti, soprattutto all’interno della Chiesa.
Non era mai accaduto che noti intellettuali cattolici, come il giornalista Antonio Socci e il vaticanista Aldo Maria Valli, mettessero in dubbio con libri e articoli la legittimità dell’elezione del sommo pontefice, negando la validità delle dimissioni di Benedetto XVI, né, tanto meno, che esponenti di spicco della gerarchia ecclesiastica, come l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, chiedessero pubblicamente le sue dimissioni. Per non parlare dell’ondata inarrestabile di attacchi contro il papa che dilaga sui social.
La vera svolta dell’Amoris laetitia
Tutto è cominciato quasi subito, quando lo stile decisamente inedito e innovatore di Francesco gli ha attirato in egual misura la simpatia e l’interesse di tanti che non si riconoscono nella Chiesa cattolica e lo scandalo di molti credenti.
I due sinodi sulla famiglia e l’Amoris laetitia – l’esortazione apostolica che ha fatto loro seguito – hanno portato al diapason i toni della rottura, polarizzandola, con un’enfasi sicuramente eccessiva, sul problema della comunione ai conviventi fuori del matrimonio.
In realtà è vero che il magistero di papa Francesco presenta delle novità rispetto a quello dei suoi predecessori. Così, è calato il silenzio sulla dottrina degli «assoluti morali» – atti in sé malvagi, a prescindere dal contesto in cui vengono compiuti – insegnata da Giovanni Paolo II, così come è scomparsa l’insistenza sui «valori non negoziabili» – vita biologica, famiglia e libertà di educazione (cattolica) – del tempo di Benedetto XVI.
Nell’Amoris laetitia si è, invece, sottolineato che i comportamenti delle persone vanno sempre considerati in relazione alla loro storia e alle loro intenzioni. Dove questa relatività non è affatto relativismo – come dicono i suoi critici –, perché non esclude affatto la linea di demarcazione tra il bene e il male, ma la cerca non in una rigida regola fissata univocamente una volta per tutte, bensì nella concretezza dei percorsi esistenziali delle persone e nell’orientamento di fondo della loro coscienza.
La risposta dei «conservatori» a queste distinzioni è la menzione più o meno esplicita della possibilità di uno scisma, di cui il papa sarebbe il vero responsabile, per il suo tradimento.
La critica al neocapitalismo
Ma la loro opposizione nei confronti di papa Bergoglio si è potuta sviluppare anche per il convergere in essa di fattori politici. Mentre al tempo di Benedetto XVI la giustizia sociale e la lotta contro le cause della povertà non rientravano tra i «valori non negoziabili», con l’attuale pontificato sono diventati obiettivi prioritari della stessa comunità ecclesiale. E, in un mondo occidentale dove in questi ultimi anni si sono alzati muri sempre più alti per impedire ai poveri del Sud della terra di accedere alle condizioni di vita dei paesi del Nord, la posizione di Francesco è suonata come una follia inaccettabile anche agli orecchi di molti cattolici.
Un secondo fattore politico intervenuto a sostegno della polemica contro le posizioni dottrinali del papa è legato alla sua critica nei confronti dello sfruttamento indiscriminato del pianeta e, al tempo stesso, dei più deboli operato da una finanza capitalistica senza scrupoli. L’enciclica Laudato si’ non è piaciuta soprattutto negli Stati Uniti.
Proprio in questi giorni in un’intervista il card. Maradiaga ha denunciato una rete – la cui esistenza in realtà era nota da tempo – che lavora contro Francesco e che ha le sue basi economiche e politiche nella destra conservatrice americana, di cui sono esponenti di spicco l’ex consigliere di Trump, Steve Bannon, e il già menzionato arcivescovo Viganò.
I rapporti con la Cina
È in questo quadro che si inserisce la pesante intromissione del governo del segretario di Stato USA Mike Pompeo, volta a bloccare il rinnovo, il prossimo 22 ottobre, dell’accordo già stipulato dalla Santa Sede nel 2018 con il governo della Cina per consentire, per la prima volta dalla rivoluzione comunista, la nomina da parte del papa di vescovi cinesi, a condizione che siano accettati anche da quel governo.
Un accordo che, come ha spiegato il card. Parolin, non implica alcun avallo dei metodi di Pechino, ma ha una valenza essenzialmente pastorale. Alla Chiesa è sempre interessato portare il Vangelo alle persone. Lo ha fatto sempre anche all’interno di contesti politici in sé inaccettabili e questo ha comportato un rischio – che c’è ovviamente anche in questo caso – di una pericolosa coesistenza e, al limite, di una connivenza, ma che si è sempre accettato di correre con innumerevoli altri regimi.
La battaglia contro la corruzione
Abbiamo parlato finora della battaglia di papa Francesco sul fronte religioso-politico. Ma ce n’è un altro, di antica data, che le vicende di questi ultimi giorni hanno portato in piena luce, ed è quello contro i «poteri forti» del Vaticano. La vicenda dell’ex cardinale Becciu è ancora troppo recente per dare giudizi definitivi. Quello che è certo, però, è il groviglio di interessi oscuri, di manovre finanziarie poco trasparenti, di operazioni gestite da personaggi equivoci, che l’attuale inchiesta sta portando alla luce.
Benedetto XVI fu vittima anche lui delle convulsioni di questo sistema malato – scandali, fughe di notizie, reciproco gioco al massacro – e, non ritenendo di avere le forze per contrastarlo, lealmente preferì rassegnare le sue dimissioni. Papa Francesco non si arrende e lotta.
Non si può dire che finora la sua battaglia sia stata coronata da successo, anche per i suoi errori nello scegliere alcuni collaboratori – come fu il cardinale Pell e ora lo stesso mons. Becciu – rivelatisi del tutto inaffidabili. Ma forse è preferibile un papa che sbaglia mentre cerca di fare le cose giuste, rispetto ad uno che, per non sbagliare, si rassegnasse ad accettare le cose ingiuste.
Il terzo fronte: i «progressisti» delusi
Più recentemente è sorto però anche un terzo fronte su cui papa Francesco ora si trova a lottare, ed è quello di coloro che sono delusi della sua cautela nei confronti di riforme di fondo, come l’abolizione del celibato dei preti e l’ammissione delle donne al diaconato (alcuni in effetti pensano anche al presbiterato). La protesta è esplosa dopo la pubblicazione dell’esortazione apostolica Querida Amazonia che, contrariamente alle raccomandazioni del sinodo, non prevede nessuna delle due innovazioni.
Non a tutti è noto che il problema non è limitato all’Amazzonia. La prudenza di Francesco è probabilmente legata al fatto che un’apertura in quel particolare contesto avrebbe rafforzato le spinte che già sono presenti nel sinodo inaugurato dalla Chiesa tedesca nel gennaio scorso e dove si parla apertamente di riforme che vanno nella direzione voluta dai «progressisti».
Da Roma si sottolinea che ci sono scelte di fondo che non possono essere adottate su base nazionale, ignorando la linea della Chiesa universale. Ma anche su questo fronte si risponde alle prese di posizione del papa con accenni velati al pericolo di uno scisma, questa volta di marca «progressista».
Un compito immane
Insomma, tra minacce di scismi di segno opposto e corruzione vaticana, papa Francesco è uno dei pontefici più in difficoltà della storia, probabilmente quello che ha più aperte opposizioni da molti secoli a questa parte. Eppure, con i suoi 83 anni, combatte con coraggio le sue ardue battaglie, che in realtà non sono state originate soltanto dalle sue scelte, ma nascono da situazioni pregresse che egli ha ereditato.
Traghettare la Chiesa nella post-modernità non era un’impresa facile e forse proprio i suoi predecessori, evitando personalmente i conflitti che sarebbero nati da passi decisi in questa direzione, hanno reso ora più difficile il compito del papa attuale.
C’è da chiedersi se non si possa aiutare in qualche modo il pontefice, non lasciandolo solo. Per la verità non sembra che ci sia, in questo momento, un deciso apporto da parte della base della comunità ecclesiale e dello stesso episcopato. E i pochi che parlano lo fanno, ad altissima voce, solo per protestare.
Forse è il momento di valorizzare la sinodalità, lo stile che nella Chiesa permetterebbe, anzi esigerebbe, la partecipazione attiva di tutti, ognuno nel suo ruolo, al confronto e al discernimento comunitario.
Le battaglie di papa Francesco sono quelle di tutti coloro che vogliono una Chiesa diversa da quella del passato ma, al tempo stesso, avvertono la responsabilità di un cammino che eviti rotture rovinose. Ogni credente è chiamato, in questa difficile congiuntura, a farsene carico. Oggi non è possibile ritagliarsi solo un ruolo di spettatore, che tifa per l’uno o per l’altro, evitando di uscire allo scoperto e prendere posizione, senza rischiare di sentirsi rivolgere un giorno il rimprovero che il Signore nell’Apocalisse rivolge a coloro che non sono né caldi né freddi, e che egli perciò ha rigettato.
- Dal sito della Pastorale per la cultura della Diocesi di Palermo (www.tuttavia.eu), 2 ottobre 2020.
Dà fastidio poiché cerca di avvicinarsi agli insegnamenti evangelici. Siamo tutti cristiani … a chiacchiere…
Anche lui non sempre mette in pratica il senso profondo delle sue parole: dialogo, rispetto misericordia dando l’impressione che ci siamo figli e figliastri.
Non lo si rimprovera per quello che dice (pure scontato per un cristiano) ma per come si comporta e per i modi un pò dispotici che utilizza con chi non è nelle sue grazie. Che gli costerebbe essere più gentile?
Ricordatevi di Papa Luciani. Con Francesco non ci sono riusciti!
Papa Luciani, aveva appena iniziato il Suo Ministero che è stato interrotto per cause naturali(?). È sopraggiunto Giovanni Paolo II scusa se è poco…ha fatto tanto , il Suo Ministero è iniziato con la frase ” non abbiate paura”. Lui che ha sconfitto il Comunismo, che ha RI-organizzato la Chiesa, che aveva iniziato ad affrontare il grave problena della pedofilia…un grande Servitore del popolo di Dio.
Ci sono quelli che siccome non riescono a volere bene a nessuno allora vivono dell’illusione di credere in Dio e di essere cristiani. Non riescono ad ascoltare gli altri e allora credono di riuscire a parlare con Dio. Gesù Cristo è sulla loro bocca se lo possono utilizzare per sentirsi giusti. Questo non è commento all’articolo, ma a quelli che stanno diventando atei secondo loro a causa di Papa Francesco. Una affermazione di questo tipo mi sembra proprio di chi non abbia una relazione con Dio, tanto meno con Gesù Cristo.
Noi credenti veri cristiani stiamo diventando atei! Chiediti il perché!! Vogliamo in fretta una nuova fumata bianca in Vaticano! Amen.
Invece noi tanti poveri alla ricerca di Dio siamo contenti di avere un pastore che lo indica con chiarezza e forza. Le lascio volentieri l’appellativo che lei presuntuosamente si attribuisce. Visto che però il Vangelo è abbastanza chiaro con chi assume tali atteggiamenti, viene il dubbio che lei lo conosce ben poco. Amen.
Qualunque sia il giudizio sull’uomo e sulle sue buone intenzioni, i frutti di sette anni di pontificato sono quelli davanti agli occhi di tutti: divisioni fratricide, lotte in seno alla Curia, scismi dottrinali, cristiani ammazzati e perseguitati senza alcuna difesa da parte di Roma. Anche se le intenzioni erano buone, i frutti son quelli che sono… fallimentari. Piacciono solo a chi non è cattolico e vuole vedere la fine della Chiesa cattolica. Per un non cattolico questo papa è un vero portento nel distruggere la Chiesa cattolica.
Appunto: a che serve scrivere encicliche sulla fratellanza (per altro condivisibilissime e diciamocelo anche un po’ scontate) se poi lo spettacolo di ogni giorno è vergognosamente indegno? E come si può pensare vedendo cardinali in carcere o inquisiti che lo scandalo non lambisca anche il pontefice che dovrebbe essere il garante del buon funzionamento della macchina vaticana? Epurazioni, nomine buttate lì giusto per il gusto di infastidire gli avversari, polemiche infinite contro le regole quando vige in ogni campo (sesso, pedofilia, coltellate reciproche e veri e propri gravissimi illeciti finanziari) il disprezzo di ogni minimo principio etico?
Quanto vorrei conoscerla signora Angela e restare ammirato dalle straordinarie azioni che compie nella sua vita visto che le frasi di Francesco sulla fratellanza sono un po’ scontate. Pensi che molti di noi ancora seguono e si fanno interpellare da quel banalotto di Gesù Cristo, dalle ridicole frasi un po’ scontate come per esempio “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. (Giovanni 13,34).
Gian Piero, quelli che vediamo noi non sono i frutti dei sette anni di pontificato di Francesco: sette anni sono troppo pochi per provocare il deterioramento che constatiamo. Questo è dovuto ad errori secolari che i ministri della Chiesa hanno seminato per strada. Questi errori sono sintetizzati da Francesco con la parola “clericalismo” e nessuno storico gli dà torto su questo aspetto. Tenga presente che se non fosse per quel poco che Francesco è riuscito a modificare in questi anni, di scandali economici e della maggior parte degli abusi, questi atti anche oggi resterebbero per gran parte impuniti e sconosciuti. Quel che possiamo fare è solidarizzare con Francesco che sulla strada che intende percorrere ha ancora parecchi ostacoli interni ed esterni al Vaticano.
Leggendo il suo commento , per me, si rafforza l’idea che la Chiesa Cattolica ha bisogno di un profondo ripensamento. Sono le sue parole, quelle di un cattolico autentico come mi sembra lei si definisca a chiarire ogni dubbio se ancora ce ne fossero, che l’azione di questo papa, che piace invece a tanti cattolici come me, è benedetta.
Non sono d’accordo nel vedere negativamente la Chiesa oggi. Sono venute alla luce problematiche già esistenti (ricordiamo il Concilio). il Papa le sta affrontando e questo le evidenzia, non le ha create lui. La Riforma della Chiesa credo che abbia bisogno di tempi lunghi (i tempi dello Spirito) e della nostra conversione. Le divisioni, le lotte interne, i dissensi dottrinali ci sono sempre stati, ed anche più acuti di oggi.
Sicuri che si tratta di pastorale e non di/al fine pensiero unico bergogliano? Mero esercizio di politica! Dio ha chiesto lo ius soli, la distruzione degli stati, ecc.? Ha chiesto che coloro che non credono al “verbo” migrante in tutto, siano additati e posti ai margini, se non addirittura esclusi dalla chiesa, senza neppure essere considerati fratelli che peccano? Chi ha la “patente” di infallibilità?
Sinceramente, lei, da Cristiano, pensa davvero che a Dio gliene freghi una benemerita mazza degli stati? Che colui che è stato rigettato dai suoi stessi “connazionali” faccia della “difesa dei confini” una questione morale? Lui che “non aveva dove posare il capo” e ha vissuto da migrante tutta la sua vita terrena? Lui che se ne infischia dello “iure sanguinis” quando si tratta di guarire la figlia di una straniera? Pensa davvero che Dio se ne faccia qualcosa della sua nazionalità, cittadinanza, appartenenza etnica e culturale? Colui che afferma che “l’uomo vivente (non l’ebreo) è gloria di Dio”? Colui che invita sì a rispettare le leggi dello stato (“date a Cesare quel che è di Cesare”), ma anche a distinguerle bene da quelle divine (“date a Dio quel che è di Dio”)? Colui di cui si dice che agisce con la stessa bontà “sui giusti e sugli ingiusti”, alla faccia dei giustizialisti di ogni tempo, e che paga la stessa paga a tutti coloro che hanno lavorato, a prescindere da quanto?
Che disgusto, vedere cristiani che trasformano il cristianesimo in una bandiera qualunque, in un mezzo per infischiarsene degli altri, a meno che non abbiano la “tessera” giusta
Bello e obiettivo il commento di Savagnone. Occorre sostenere e pregare per questo papa che finalmente riprende il cammino di Giovanni XXIII e Paolo vi e naturalmente il Concilio. purtroppo la chiesa italiana e’ stata fatta ‘addormentare’ dai venti anni riunioni pieni di adunate e isolanti di quanti (associazioni e parrocchie) cercavano di fare quotidianamente e faticosamente formazione. Oggi ci ritroviamo vescovi neo tridentini che ritornano al ‘latinorum’ e preti ritualisti e culturalmente ‘ignoranti’ oltre ad una pletora di clericali e bigotti. Ma noi confidiamo sempre nello Spirito. Del resto chi si sarebbe aspettato un Giovanni XXIII e adesso Francesco?
Il cardinale Pell è stato riconosciuto innocente dalle accuse che lo ha portato in carcere. Servo fedele vorrei vederlo reintegrato nelle funzioni precedenti alle false accuse.
Finalmente un pontefice che parla anche a noi agnostici, ma anche a tanti che cercano Dio. Un uomo semplice che cerca un ponte con tutti. Ė normale che sia odiato dalle fazioni più conservatrici della chiesa. Francesco sta facendo e farà tanto per riportare la chiesa al suo ruolo pastorale, tutte le tecniche di manipolazione non riusciranno ad attaccarlo. Come ha già commentato qualcuno, dovranno aspettare il prossimo Papa per ritornare al potere.
Articolo pieno di inesattezze. Dire che l’Europa alza i muri contro le persone del sud del mondo, quando abbiamo le cosiddette ONG che fanno a gara per portare qui popoli sradicati letteralmente dai propri paesi (anche in situazioni emergenziali come la nostra) attuale è divertente quasi come leggere che Bergoglio non predica il relativismo… quando tutti noi abbiamo chiaro nella memoria la famosa frase “non esiste un Dio Cattolico”.
“… nessuno è schiavo di altri … tutti abbiamo la stessa dignità …”. Una sola fede, non necessariamente quella cattolica, ma quella che rispetta ogni essere vivente, la sua libertà di vita e di opinione, e che lotta per le verità, spesso profondamente occulte poiché ogni essere vivente, in ogni luogo terrestre, ha la sua storia. Sei coraggioso Papa Francesco, per la tua faticosa capacità di “vedere oltre”. Ti voglio bene. Daniela
L’analisi fatta è finalmente un’analisi seria e rispettosa della Fede. Ogni Pontefice, oltre che essere successore di Pietro, è un uomo e quindi puoi fare degli errori. Anche Francesco. A proposito di Francesco, di cui oggi ricorre la festa ecclesiastica, egli è stato un esempio di sottomissione ubbidiente al rappresentante di Cristo in terra, per conoscendone i limiti umani e gli errori. Uno dei difetti maggiori del credente odierno è quello di criticare ad ogni costo e di commisurare la nostra Fede a quanto riusciamo a percepire Con la nostra fallace sensorialità.
Francesco è il Papa di cui ha bisogno la Chiesa perché ha messo al centro la sua vera missione. Spero che riesca ad estirpare la corruzione e a ricondurre la Chiesa alle sue origini ovvero al servizio dei più deboli.
Tutto cambia per non cambiare nulla, è la volontà dello spirito santo!
Ti si è rivelato…..?
Amo molto Papa Benedetto XVI e ho fortemente deprecato le Sue dimissioni forse volute e imposte da chi aveva l’interesse a eleggere il papa attualmente in carica. La chiesa e la società stanno precipitando in un abisso irreversibile. Simona
Dà fastidio evidentemente la sua giusta attenzione sul tema migranti, cosa che non è gradita ai tanti sepolcri imbiancati ,non piace la sua sacrosanta azione di dialogo con i musulmani etc. Invece Benedetto XVI è stimato da reteogradi vari, fascistoni, razzisti, islamofobi, integralisti cattolici, destrorsi, bigotti etc. Guarda caso… un vero e proprio campione come Socci, infatti, è un cattotalebanizzato.
Mansur reteogrado, fascistone, razzista, eurofobico, integralista migrazionista, destrorsio, bigotti etc. ci sarai tu e tutti quelli come te.
Impara a confrontarti civilmente con le persone e vergognati.
Vergognati tu e chi ti consente di spargere odio e intolleranza.
“… tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversus eam …”
Dubitare di questa promessa fatta direttamente da Cristo è solo la manifestazione di uno scoraggiamento temporaneo, ma non ha senso.
Attento il latinorum ti rende automaticamente fascista, razzista, retrogrado ecc.
Lo dico per il tuo bene.
Potresti essere scomunicato per questo.
Si è vero e da secoli!!! Papa Francesco, con l’aiuto di Dio, aiuterà questa triste Chiesa a risollevarsi dagli scandali e dalle corruzioni!!!! Provi ad ascoltarlo anche lei… si sentirà migliore!!!!!
È vero il Papa ha un compito difficile, quasi impossibile. Con l’aiuto di Dio riuscirà a portarlo a termine. Solo una curiosità: perché mettere Pell e Becciu sullo stesso piano? Mi sembra assurdo, ingiusto e poco rispettoso della verità.
Anche troppa grancassa e troppe aspettative, si fosse partiti con la giusta dose di pazienza e delicatezza si sarebbe ottenuto molto di più. Speriamo il prossimo pontefice ne tenga conto.
Già auspicate un futuro rapido successore??? Cosa vi infastidisce??? Il suo impegno sui migranti???? Sui poveri, sul sociale?????
Grancassa da parte di chi? Giusta dose di pazienza… e delicatezza… Non mi pare che Cristo usasse delicatezza e pazienza!!! Non sono cattolica, può darsi però che ci ripensi, se il prossimo Papa dovesse seguire le orme di questo Papa. Intanto auguro a Papa Francesco lunga, lunga vita per tutti i cristiani, i cattolici, i credenti di tutta la terra Uniti dalle sue parole!!!!
condivido in pieno il commento di Ericka, parola per parola