Sotto la sigla QAnon si diffondono dall’ottobre 2017 negli USA una selva di messaggi criptici e apocalittici, divulgati dai social, che annunciano gravissimi pericoli della democrazia e la progressiva occupazione dello stato e dell’“impero” da parte di forze oscure e mondialiste. Con l’unico sbarramento e resistenza incarnato dall’attuale presidente Donald Trump. Uno degli ambienti di maggior coltivazione è rappresentato dagli evangelicali bianchi. Ne fa una presentazione efficace J.-F. Mayer sul sito Religioscope (20 ottobre).
QAnon e lo «Stato profondo»
QAnon (O Clearace Patriot) sarebbe un altissimo funzionario delle sfere governative americane in grado di accedere alle informazioni più riservate (Q designa l’accesso ai documenti secretati). Da lui arriva la denuncia di una cospirazione satanica di pedofili che controllerebbe la politica, l’economia e i media.
Alcune delle informazioni si sono rivelate delle bufale: l’arresto di Hilary Clinton nel 2017, la proclamazione della legge marziale da parte di Trump, l’arresto da parte delle forze armate del 70% dei politici americani. Ma questo non ha affatto diminuito la forza di propagazione delle informazioni.
Trump, assieme ai responsabili delle forze armate, è a capo di una guerra invisibile contro lo «Stato profondo» (deep State) che attenta agli interessi del popolo americano. Il presidente sarebbe il protagonista del grande «risveglio» che evoca una delle riforme pietiste del rinnovamento del protestantesimo americano.
La compatibilità e la sintonia fra le espressioni complottiste, la denuncia dell’immoralità dilagante e le evocazioni apocalittiche scimmiottanti la Scrittura sono una porta di ingresso per i contesti cristiani neo-protestanti.
La denuncia viene direttamente dalla Chiese storiche, ad esempio nella rivista Christianity Today che ha qualificato QAnon come «diabolico». La cultura popolare, che affonda le sue radici nell’humus protestante e anglicano, è intrisa di sospetti verso le autorità politiche e si schiera a difesa delle libertà individuali, denunciando l’immoralità di fenomeni come l’aborto e l’attivismo omosessuale.
La tendenza ha progressivamente occupato un ruolo crescente nel partito repubblicano denunciando l’abbandono dei valori familiari e religiosi di una (presunta) tradizione. La diffidenza si estende ben oltre la politica e interessa sempre di più il mondo accademico, scientifico e, soprattutto, mediale.
Bianchi, neo-evangelici e di destra
Gli evangelicali bianchi hanno votato convintamente Trump nel 2016. All’interno dell’elettorato repubblicano, il 33% ritiene credibile un complotto delle élites dello «Stato profondo». Davanti a cui vi è l’appello a una crociata spirituale che salda la lotta contro le passioni del singolo con una guerra alle potenze demoniache all’opera nella società.
In un recente sondaggio, gli evangelicali bianchi approvano il comportamento di Trump circa la pandemia al 76%, mentre l’elettorato non sale oltre il 35% (i protestanti sono al 52% e i cattolici al 49%).
Mentre la maggioranza degli altri gruppi religiosi ritengono che il presidente abbia danneggiato la dignità della carica, solo il 36% degli evangelicali condivide il giudizio. Essi ritengono per il 59% che il paese si stia muovendo nella direzione giusta, mentre i protestanti storici sono al 40% e i cattolici al 39%. Solo una cosa condividono con gli altri e cioè l’auspicio che Trump possa comportarsi in modi più coerenti con i suoi predecessori.
L’idea di un compito messianico per gli USA è condivisa dagli evangelicali al 71% , al 55% dai protestanti storici, al 35% dai cattolici.
In un altro sondaggio elettorale recente, i cattolici bianchi voteranno per il 52% ancora Trump e per il 44% Biden, la stessa proporzione del 2016 (allora Trump – Clinton).
Viganò: le schiere di Satana
In perfetta coerenza con i complottisti evangelicali, le posizioni dei cattolici più conservatori. Non solo dentro gli Stati Uniti. L’appello di mons. Carlo Maria Viganò, ex nunzio a Washington, del maggio scorso ne è intriso: «La lotta al Covid-19, per quanto grave, non deve essere il pretesto per assecondare intenti poco chiari di entità sovranazionali che hanno fortissimi interessi commerciali e politici in questo progetto». «Non permettiamo che, con il pretesto di un virus, si cancellino secoli di civiltà cristiana, instaurando un’odiosa tirannide tecnologica in cui le persone senza nome e senza volto possono decidere le sorti del mondo confinandoci ad una realtà virtuale».
Fra i 40.000 firmatari troviamo dagli anti-islamici (Magdi Cristiano Allam, Guy Pages) agli anti-europei (Jean-Pierre Maugendre), dagli anti-semiti (Massimo Viglione) agli anti-tutto (Vittorio Sgarbi), dai no-vax (Stefano Montanari) ai no-pol(itica) (Caludio Messora), fino agli anti-Vat(icano). Fra questi, i nomi anti-Francesco già noti: i cardinali Zen e Müller, i monsignori Peta, Lenga, Gracida, Laun, Negri e Schneider.
In una successiva lettera (11 giugno) di plauso a Trump, mons. Viganò riprende pari pari le posizioni dei complottisti evangelicali e di QAnon: «Pare che i figli delle tenebre – che identifichiamo facilmente con quel deep State al quale ella (Trump) si oppone e che ferocemente le muove guerra anche in questi giorni – abbiano voluto scoprire le proprie carte, per così dire, mostrando ormai i propri piani». «È di tutta evidenza che il ricorso alle proteste di piazza è strumentale agli scopi di chi vorrebbe veder eletto, alle prossime presidenziali, una persona che incarni gli scopi del deep State e che di esso sia espressione fedele e convinta».