No. No, l’articolo 24 della proposta di legge sulla sicurezza globale non lo vogliamo. E sì, siamo preoccupati per la libertà di stampa. L’articolo 24 di quel testo introduce infatti delle restrizioni alla diffusione di immagini di poliziotti o gendarmi in azione. C’è quindi il pericolo di veder proibire la captazione e la diffusione di immagini di forze dell’ordine, in particolare nelle manifestazioni.
Il fatto è che, già oggi, gli ostacoli si moltiplicano. Il lavoro dei giornalisti può certo essere soggetto a discussione e critica. Ma, come ha sottolineato il difensore dei diritti, Claire Hédon: «L’informazione del pubblico e la pubblicazione di immagini relative agli interventi di polizia sono legittime e necessarie al funzionamento democratico». Gli avvenimenti di questi ultimi giorni lo dimostrano: bisognava mostrare le condizioni indegne nelle quali si è svolta l’evacuazione di rifugiati in piazza della Repubblica a Parigi all’inizio della settimana.
La Croix e La Croix L’Hebdo si sono associate a una dichiarazione di responsabili di redazione per esprimere la loro preoccupazione per la libertà di stampa come garantita dalla legge del 1881. Siamo in allarme anche per la proposta di legge del ministro dell’interno di limitare l’accesso alle manifestazione e di imporre l’obbligo di accreditamento: «I giornalisti non devono rivolgersi alla prefettura per coprire una manifestazione. Non c’è obbligo di accredito per esercitare liberamente il nostro diritto sulla pubblica via».
Il problema delle violenze nelle manifestazioni è un tema grave. In effetti, La Croix e La Croix L’Hebdo vi hanno dedicato due grandi dossier: «Violences, bavures. Des policiers racontent» nel novembre 2019, e «Violence. Comment des manifestants passent à l’acte», nell’ottobre scorso.
I provvedimenti proposti, in particolare l’articolo 24, sembrano tuttavia un modo inadeguato di rispondervi, non all’altezza della posta in gioco. Queste disposizioni sono una minaccia per la stampa, e non saranno un buon servizio per la polizia né la faranno grande. Un’istituzione che nasconde le sue derive invece di cercare di sanzionarne i responsabili si rende fragile e mina la propria legittimità.
Questa legge è quindi una violazione della libertà, e al contempo è anche un danno enorme all’autorità dello Stato.
Anne Ponce è direttrice del settimanale La Croix l’Hebdo. Hanno firmato la dichiarazione anche: AFP, BFM TV, Le Canard enchaîné, Charlie Hebdo, CNews, Courrier international, Europe 1, les rédactions de France Télévisions, Le HuffPost, La Vie, LCI, Le JDD, Les Échos, L’Express, Le Figaro, Le Figaro Magazine, Le Pèlerin, Le Point, Le Monde, Le Parisien/Aujourd’hui en France, Libération, L’Obs, M6, Marianne, Mediapart, Paris Match, Politis, Télérama, les rédactions des antennes de Radio France, RMC, RTL, Slate, TF1, 20 Minutes.
- La Croix, 28 novembre 2020 (traduzione del sito www. finesettimana.org)