Come frutto tardivo e prezioso dell’anno della vita consacrata (30 novembre 2014 – 2 febbraio 2016) esce ora la quarta lettera circolare della Congregazione dei religiosi dal titolo Annunciate (LEV, Città del Vaticano – Roma, settembre 2016, pp. 160). I titoli delle tre precedenti, pubblicate fra il 2014 e il 2016, erano: Rallegratevi, Scrutate, Contemplate. L’iniziativa del dicastero ha accompagnato i molti eventi dell’anno (ecumenico, dei formatori, dei giovani, di tutte le forme della vita consacrata) e ha messo alla prova le sue forze più generose.
A una considerazione di sintesi le quattro lettere partecipano di una triplice dinamica. La prima è la crescita di qualità delle stesse: dalla recensione di citazioni nel magistero di Francesco (Rallegratevi) fino a forme più strutturate di comunicazione, tanto da diventare testi di formazione. La seconda è di tipo circolare: dalla gioiosa riscoperta della chiamata alla sequela consacrata all’impegno per capire i segni dei tempi, dalla dimensione spirituale e mistica al compito evangelizzante. La terza lega i testi con altri interventi come quello della Congregazione per la dottrina della fede sui movimenti (Iuvenescit Ecclesia) in cui il rapporto fra carismi e istituzione viene declinato a partire dal deposito della tradizione religiosa. Il mondo della vita consacrata è uscito dal cono d’ombra di questi decenni per diventare, nonostante le sue evidenti difficoltà, marginalità e fatiche, un riferimento importante per la riflessione e la pratica ecclesiale.
La struttura del testo è scandita da un prologo e da tre capitoli: fino ai confini della terra; Chiesa in uscita; fuori dalla porta. Con alcune provocazioni finali. A sua volta, ogni capitolo ha alcune pagine di ascolto e commento di un testo biblico, seguite da elementi di riflessione e di progetto per ordini e congregazioni. Agli 800.000 religiosi e religiose di diritto pontificio e ai 700.000 consacrati di diritto diocesano (raccolti in 3.700 famiglie carismatiche) arriva un’alimentazione spirituale e teologica che nasce dentro la vita consacrata e si propone con l’equilibrio e la complessità di un servizio universale.
Dei molti temi espressi nel documento mi limito a citarne soltanto due: la percezione del difficile passaggio in atto e l’invito a un lieto coraggio nell’annuncio.
«La crisi attuale, che sta rendendo sterili le nostre sicurezze e incerti i nostri progetti, non potrebbe avere a che fare con la frustrazione che ha provato Paolo davanti a ostacoli senza spiegazione? (prima di decidersi per la Macedonia e l’Europa, ndr). La nostra testardaggine nel perseverare in quello che abbiamo acquisito e stabilizzato, con meri accomodamenti tattici, e spesso nascondendo le crisi di orientamento con sapori di “mondanità spirituale”, potrebbe forse essere considerata un kairos, per lasciare spazio all’imprevedibilità dello Spirito e delle sue indicazioni? L’evidente e diffusa insignificanza e marginalità della vita consacrata nella Chiesa e anche nella società globalizzata e narcotizzata da mille idolatrie e illusioni effimere, la nostra anemia di forze fresche e la palese anomia di modelli vincenti per questo nuovo contesto, potrebbero forse paragonarsi alla situazione di Paolo confuso e smarrito a Troade? Là dove tutto pareva non avere senso, si aprirà un orizzonte nuovo, una nuova avventura creativa e trasformatrice» (n. 35).
«Papa Francesco invita a non essere evangelizzatori tristi, con volto di funerale e scoraggiati, ma di comunicare la gioia della fede a partire da un’esistenza trasfigurata. Messaggeri della gioia del Vangelo sono uomini e donne che hanno ricevuto il mandato di annunciare la buona novella: la gioia del Vangelo ha colmato la loro vita e trasformato il loro cuore. Messaggeri della gioia del Vangelo sono uomini e donne che rispondono con generosità alla grande sfida della Chiesa di ogni tempo: l’attività missionaria. Messaggeri della gioia del Vangelo sono uomini e donne raggiunti dalla misericordia del Padre, ferita d’amore che infiamma il loro cuore di passione per Cristo e l’umanità, e offrono la vita per il Vangelo mettendosi in cammino senza indugio, per annunciare a tutti e in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, la gioia del Regno» (nn. 22-23).