Toccherà al card. Giuseppe Versaldi, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, il prossimo 22 settembre, portare all’assemblea universitaria il messaggio della Santa Sede riguardo alla proposta di riforma dello statuto dell’università. Il progetto è frutto di alcuni anni di lotte, intrighi, speculazioni, riunioni, campagne di stampa, che hanno visto il card. Cipriani, arcivescovo di Lima, dell’Opus Dei, al centro dell’uragano. È stato elaborato per cercare una «soluzione consensuale e definitiva». È il risultato del lavoro congiunto che ha impegnato una commissione nominata dalla Santa Sede e il Rettorato dell’università. Tra il giugno 2015 e l’agosto 2016 si sono tenute varie riunioni di lavoro.
La proposta di riforma dello statuto prende in considerazione cinque punti principali: il vincolo con il diritto canonico, la partecipazione istituzionale della Chiesa all’università, le norme legate alle attività dell’università, le elezioni del Rettorato e le questioni riguardanti le finanze e l’economia.
La proposta dovrà essere presentata per l’approvazione all’assemblea universitaria, dove sono ritornati a occupare il loro posto e ad avere un ruolo importante i cinque vescovi eletti dalla Conferenza episcopale peruviana. All’università erano state tolte le qualifiche di “cattolica” e di “ pontificia”. Poi la proposta ritornerà a Roma e spetterà al papa l’ultima parola. Il card. Cipriani si è chiamato fuori e si è dichiarato disposto ad accogliere qualsiasi decisione del papa. A parole.