Giovedì 4 marzo 2021, alla vigilia della partenza per il viaggio apostolico in Iraq, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza il Rev.do P. Amedeo Cencini, FdCC, Delegato Pontificio ad nutum Sanctae Sedis per la Comunità monastica di Bose, con il Priore della medesima, Fr. Luciano Manicardi.
Sua Santità ha voluto così esprimere al Priore e alla Comunità la sua vicinanza e il suo sostegno, in questa travagliata fase della sua vita, confermando il suo apprezzamento per la stessa e per la sua peculiarità di essere formata da fratelli e sorelle provenienti da Chiese cristiane diverse.
Papa Francesco, che fin dall’inizio ha seguito con particolare attenzione la vicenda, ha inoltre inteso confermare l’operato del Delegato Pontificio in questi mesi, ringraziandolo per aver agito in piena sintonia con la Santa Sede, nell’unico intento di alleviare le sofferenze sia dei singoli che della Comunità.
Il Santo Padre ha infine manifestato la sua sollecitudine nell’accompagnare il cammino di conversione e di ripresa della Comunità secondo gli orientamenti e le modalità definite con chiarezza nel Decreto singolare del 13 maggio 2020, i cui contenuti il Papa ribadisce e dei quali chiede l’esecuzione.
Ancora una volta, speriamo l’ultima, viene ribadito quanto già decretato per il signor Bianchi. Ora sarebbe semplicemente normale che coloro che hanno dato credito al personaggio, riconosciute quali sono state le sue indubbie qualità, alcune illuminate sue intenzioni ed opere, adesso chiudano almeno con il silenzio il palcoscenico intentato in tutti questi mesi, smettendo di farsi complici di chi cerca una difesa indegna di persona, se poi dichiararsi monaco significa perpetrare un simile esempio sarebbe più opportuno ancora seguire Siracide “Chi si confessa colpevole evita l’umiliazione”.