“Il cristianesimo come ‘movimento non religioso’”, “Una lettura non religiosa della Bibbia”, “Un cristianesimo non religioso”, “I sacramenti: simboli religiosi o laici?”… sono alcuni dei capitoli di cui è composto questo libro. L’autore, don Battista Borsato, presbitero vicentino, è noto ai lettori per aver pubblicato con le EDB alcuni libri di pastorale coniugale e familiare e alcuni testi di catechesi per gli adulti. Questo libro lo possiamo catalogare in quest’ultima categoria.
Nella nostra società i segni e le manifestazioni del sacro sono in crisi evidente. Anche il linguaggio sacrale e la religione pensata come un insieme di atti di culto, di osservanze rituali, di dogmi in cui credere, di precetti da ottemperare sono attraversati dal vento della secolarizzazione. È innegabile che alcuni verbi, un tempo intesi come verbi religiosi e rituali, «diventano verbi esistenziali, sociali, cosmici, laici».
La domanda di fondo è: qual è la vera religione? Guardando Gesù, possiamo affermare che «la vera religione è cambiare il cuore e impegnarsi a costruire un mondo umano». La preghiera e la liturgia risultano allora del tutto inutili? No – risponde l’autore –. Anzi essi sono indispensabili, perché solo con la forza dello Spirito è possibile avere un cuore nuovo per costruire un mondo nuovo.
Si tratta quindi di evitare una religione ridotta a puro culto incapace di soffermarsi sulle ferite della storia e di prendere a cuore i problemi delle persone. Non si può essere veri credenti se non si è attenti a tutto ciò che è umano.
Senza nulla togliere alla preghiera e alla liturgia – conclude l’autore nell’Introduzione – occorre convincersi che «la fede si manifesta principalmente in ciò che si fa per l’uomo».
Queste pagine nascono dalla provocazione di Dietrich Bonhoeffer che parlava di «un cristianesimo non religioso» e di «un vivere davanti a Dio senza Dio».
Nella Postfazione, il teologo Carlo Molari attribuisce l’inefficacia dell’annuncio cristiano al linguaggio (verbale, iconico e rituale) usato dalla Chiesa, oggi diventato incomprensibile per molti.
Occorre inoltre, secondo Molari, «modificare il modo di pensare alla presenza di Dio nella creazione e nella storia». Occorre rifuggire dal «Dio tappabuchi» di bonhoefferiana memoria. Occorre piuttosto – ed è la conclusione della Postfazione – «far crescere la fede in un Dio che non vuole agire al posto dell’uomo. ma che anzi lo invita ad assumere la sua responsabilità nei riguardi della storia e del creato».
Ottime pagine di catechesi per gli adulti.
Battista Borsato, Un Dio umano. Per un cristianesimo non religioso, collana «Fede e annuncio», EDB, Bologna 2016, pp. 144, € 13,00. 9788810203859
Descrizione dell’opera
Dalla prigione in cui era rinchiuso, il teologo Dietrich Bonhoeffer scriveva al suo discepolo e amico Eberhard Bethge parlando di «una lettura non religiosa della Bibbia», di «un cristianesimo non religioso» e di «un vivere davanti a Dio senza Dio». Le sue affermazioni continuano ancora oggi a provocare e interrogare il pensiero teologico e pastorale.
La religione può essere intesa come un insieme di atti di culto, di osservanze rituali o di precetti da ottemperare o di dogmi in cui credere per dare lode a Dio e ottenere la propria salvezza. Ma si dà lode a Dio osservando meticolosamente il culto e le leggi religiose o impegnandosi per la giustizia, lottando perché tutti gli uomini siano uguali in dignità e in opportunità economiche, promuovendo la loro la dignità? In un’omelia del dicembre 1977 il vescovo Óscar Arnulfo Romero affermava: «Una religione di messe domenicali, ma di settimane ingiuste, non piace al Signore, una religione piena di preghiere, ma senza denunciare le ingiustizie non è cristiana».
Gesù è chiamato il samaritano dell’umanità ferita. E il samaritano era nel suo tempo considerato eretico, forse non praticante, ma essendo attento all’uomo, era il vero credente. Nel suo impegno laico egli manifestava la sua fede e l’incontro con Dio. Questo non toglie nulla al valore della preghiera e della liturgia, purché siano luoghi di incoraggiamento a cambiare il cuore e camminare verso il mondo. Perché il fine della liturgia è prendersi cura degli uomini e del mondo. E la fede si manifesta principalmente in ciò che si fa per l’uomo.
Note sull’autore
Battista Borsato è stato parroco ed è direttore emerito dell’Ufficio di pastorale familiare della diocesi di Vicenza. Docente all’Istituto teologico di Monte Berico, è membro della redazione della rivista Matrimonio. Per EDB ha pubblicato: Sposarsi nel Signore. Cammino di riscoperta del sacramento del matrimonio (11a ed., 2009); Nasce un popolo nuovo (2a ed., 2007); Vita di coppia. Linee di spiritualità coniugale e familiare (5a ed., 2003); Immaginare il matrimonio (2a ed., 2000); L’avventura sponsale. Linee di pastorale coniugale e familiare (2a ed., 2006), Il sapore della fede (3a ed., 2012).
Molto Interessante!
Un punto di vista utile anche per dialogare con chi si ritiene non credente