Appello dei vescovi cattolici del Sudafrica per la fine degli atti vandalici e di violenza in corso nel paese come reazione alla situazione di estrema povertà acuita dalla pandemia. I vescovi invocano la ricostruzione di una leadership politica del paese non faziosa e all’altezza delle drammatiche sfide che vanno affrontate con senso di unità nazionale e pratiche politiche oneste.
Mentre ci uniamo ad altri leader religiosi nell’invocare la calma, desideriamo richiamare l’attenzione sull’avvertimento di papa Francesco durante la sua visita in Mozambico nel 2019 – a volte bastano piccoli passi di violenza perché una nazione scenda nell’anarchia vera e propria, una spirale infinita di violenza e un massiccio spargimento di sangue.
“Nessuna famiglia, nessun gruppo di vicini o gruppo etnico e ancor meno nessun paese ha un futuro se il motore che li unisce, li riunisce e risolve le loro differenze, è fatto di violenza e vendetta” (papa Francesco, 2 settembre 2019).
Attualmente, alcune parti del nostro paese, vale a dire Kwazulu-Natal e Gauteng, sono inghiottite dalla violenza e dai saccheggi che sono iniziati come protesta contro l’incarcerazione dell’ex presidente Jacob Zuma – con il timore che questa situazione possa diffondersi maggiormente. Non permettiamo che la differenza di opinione su questioni politiche sia dirottata da intenzioni criminali per creare anarchia nel nostro paese, che risulterà in una situazione sociale ed economica peggiore di quella in cui ci troviamo attualmente.
Condanniamo con forza gli evidenti elementi criminali che stanno approfittando di questa situazione. Invitiamo coloro che sono coinvolti in atti di vandalismo e teppismo a pensare al sostentamento di molte persone che stanno mettendo in pericolo distruggendo i loro posti di lavoro. Dobbiamo anche ricordare che siamo in piena pandemia di Covid-19 che prospera nelle condizioni di disordine che viviamo; e che più a lungo queste condizioni prevalgono, più mettiamo noi stessi e gli altri in pericolo di infezione che sarà difficile da affrontare.
A coloro che incitano a questa violenza e al saccheggio per fini politici, chiediamo di andare oltre gli interessi politici, per proteggere la vita e preservare il bene comune. Alla fine, è stato il dialogo e non la violenza a portarci all’attuale condizione democratica. Mentre percorriamo alcune strade difficili di questo viaggio democratico, continuiamo a scegliere la via del dialogo per risolvere le nostre differenze come fratelli e sorelle uniti dall’amore per il nostro paese e dal desiderio della sua prosperità per il bene di tutti coloro che vi risiedono e lavorano.
Il cammino del dialogo è lungo e arduo, ma è l’unico che può aiutarci a “mantenere la nostra attenzione, a penetrare nel cuore delle questioni, e a riconoscere ciò che è essenziale” (FT 50). Ci rendiamo anche conto che l’attuale crisi è dovuta in misura non piccola alle estreme disuguaglianze economiche, nonché alle difficoltà economiche subite dai poveri durante la pandemia.
Queste sono questioni che, nel corso degli anni, il nostro governo, il mondo economico e il settore aziendale non sono riusciti ad affrontare in modo completo. Ciò che è iniziato come una differenza di opinione ha scatenato un incendio di violenza e saccheggio perché l'”erba secca” della povertà è stata lasciata “crescere” per decenni. Un grande fattore che contribuisce a questa “erba secca” della povertà è la mancanza di una leadership efficiente nel governo e le pratiche non etiche negli affari.
Chiediamo il ritorno a una leadership efficiente a tutti i livelli di governo, che provveda la fornitura di servizi al popolo e alle imprese che permettano a tutti di partecipare in modo significativo al sistema economico.
La nostra società ha normalizzato l’uso della violenza e del vandalismo per ottenere che il governo ascolti e sia serio nell’affrontare le preoccupazioni economiche dei poveri. Abbiamo bisogno di un cambiamento di mentalità, una conversione collettiva del cuore e della mente, che affermi che le proteste violente e la distruzione della proprietà non possono mai essere una risposta giusta alle attuali difficoltà economiche e all’ingiustizia economica.
Ribadiamo l’appello di papa Francesco in Fratelli Tutti, ricordando a tutti che di fronte ai problemi politici ed economici c’è sempre la possibilità di scegliere l’impegno costruttivo rispetto alla violenza.
Mentre molte persone nel nostro paese continuano a soffrire a causa del crollo degli affari, della perdita di posti di lavoro e di altri impatti della pandemia, possa il Signore concedere alla nostra nazione “politici (e uomini d’affari) che siano sinceramente turbati dallo stato della società, della gente, e della vita dei poveri” (papa Francesco, 1 maggio 2013).
In questi tempi che invitano alla violenza, invitiamo tutti a fare una scelta di vita che si manifesti nel desiderio di “cooperare, costruire e dialogare, perdonare, crescere, rispettare la sacralità della vita, la dignità e la libertà degli altri, e l’impegno amorevole per il benessere di tutti” (FT 285).