Appello firmato da leader religiosi e scienziati nel corso del convegno “Fede e scienza: verso COP26”, promosso dalle ambasciate di Gran Bretagna e Italia presso la Santa Sede, e consegnato da papa Francesco nelle mani dell’on. Alok Kumar Sharma, Presidente designato della COP26, e dell’on. Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dell’Italia.
Oggi siamo qui riuniti insieme, in spirito di fraternità umana, per accrescere la consapevolezza delle sfide senza precedenti che minacciano noi e la vita nella nostra magnifica casa comune, la Terra.
Come leader e studiosi di varie tradizioni religiose, ci uniamo in spirito di umiltà, responsabilità, rispetto reciproco e dialogo aperto. Tale dialogo non è limitato ad un mero scambio di idee, ma è centrato sul desiderio di camminare insieme, riconoscendo la nostra chiamata a vivere in armonia con gli altri e con la natura.
Nella riunione di oggi culminano diversi mesi di intenso dialogo fraterno tra i leader religiosi e gli scienziati, riuniti insieme nella consapevolezza della necessità di una sempre più profonda solidarietà di fronte alla pandemia globale e alla crescente preoccupazione per la nostra casa comune.
La nostra consapevolezza: la natura è un dono
La natura è un dono, ma è anche una forza vitale, senza la quale noi non potremmo esistere. Le nostre fedi e spiritualità insegnano il dovere, individuale e collettivo, di avere cura della famiglia umana e dell’ambiente nel quale essa vive. Non siamo padroni senza limiti del nostro pianeta e delle sue risorse. Noi siamo i custodi dell’ambiente naturale con l’innato dovere di prendercene cura per le future generazioni e con l’obbligo morale di cooperare per la preservazione del pianeta.
Siamo profondamente interdipendenti tra di noi e con il mondo naturale. Questa connessione è la base della solidarietà interpersonale ed intergenerazionale e del superamento dell’egoismo. Il danneggiamento dell’ambiente è il risultato, in parte, della tendenza predatoria a guardare il mondo naturale come qualcosa da sfruttare, senza tenere in considerazione quanto la sopravvivenza umana dipenda dalla biodiversità e dalla salute degli ecosistemi planetari e locali. Le molteplici crisi che l’umanità sta fronteggiando stanno dimostrando i fallimenti di tale approccio; questi fallimenti sono in ultima analisi derivanti da una crisi di valori, etici e spirituali.
La fede e la scienza sono pilastri essenziali della civiltà umana, con valori condivisi e complementarietà. Insieme, dobbiamo affrontare le minacce che riguardano la nostra casa comune. Gli avvertimenti della comunità scientifica stanno diventando sempre più forti e chiari, così come la necessità di azioni concrete da intraprendere. Gli scienziati affermano che il tempo si sta esaurendo. Le temperature globali sono già aumentate al punto che il pianeta è più caldo di quanto non lo sia mai stato negli ultimi 200.000 anni. Stiamo andando verso un aumento delle temperature di più di due gradi rispetto ai livelli preindustriali. Non è solo un problema fisico, ma anche una sfida morale. La crisi climatica riguarda tutti noi, ma non ci coinvolge nello stesso modo, perché avrà effetti diversi e devastanti sulle persone nei Paesi industrializzati e su quelle nei Paesi non industrializzati. In particolare, colpirà i più poveri, specialmente le donne e i bambini dei Paesi più vulnerabili, che sono i meno responsabili di questo fenomeno.
L’umanità ha il potere di pensare e la libertà di scegliere. Dobbiamo affrontare queste sfide usando la conoscenza della scienza e la saggezza della religione: sapere di più e avere più cura. Dovremmo cercare soluzioni all’interno di noi stessi, all’interno delle nostre comunità, e con la natura, adottando un approccio integrale. Dobbiamo pensare a lungo termine per il bene dell’intera umanità, ora e nel futuro.
Abbiamo bisogno di estirpare i semi dei conflitti: avidità, indifferenza, ignoranza, paura, ingiustizia, insicurezza e violenza. Dobbiamo focalizzarci specialmente su coloro che sono ai margini. È necessario agire insieme per ispirarci e darci forza l’un l’altro. Abbiamo bisogno di vivere in pace tra di noi e con la natura. Ora è tempo di attivarci in maniera differente come risposta comune. Mentre la pandemia da COVID infuria, il 2021 presenta la sfida vitale di trasformare questa crisi in un’opportunità di ripensare il mondo che vogliamo per noi stessi e per i nostri bambini. Il prendersi cura deve essere al cuore di questa conversione, a tutti i livelli.
La nostra chiamata: il bisogno di una più grande ambizione alla COP26
Abbiamo bisogno di un contesto di speranza e di coraggio.
Ma abbiamo anche bisogno di cambiare la narrativa dello sviluppo e di adottare un nuovo tipo di economia: un’economia che metta la dignità umana al centro e che sia inclusiva; che sia rispettosa a livello ecologico, che abbia cura dell’ambiente e che non lo sfrutti; che non sia basata sulla crescita illimitata e su desideri smisurati, ma sia un sostegno per la vita; che promuova la virtù della temperanza e condanni la malvagità dell’eccesso; che non sia solo guidata dalla tecnologia, ma sia anche morale ed etica.
Ora è tempo per un’azione urgente, radicale e responsabile. Mutare la situazione presente richiede alla comunità internazionale di agire con un’ambizione maggiore e con equità, in tutti gli aspetti delle sue politiche e strategie.
Il cambiamento climatico è una grave minaccia. Nell’interesse della giustizia e dell’equità, noi chiediamo un’azione climatica comune ma differenziata a tutti i livelli, dai cambiamenti di comportamento individuali ai processi decisionali politici di alto livello.
Il mondo è chiamato all’azzeramento delle emissioni nette di carbonio il più presto possibile, con i Paesi più ricchi che assumono un ruolo guida nella riduzione delle loro emissioni e nel finanziamento delle riduzioni di emissioni da parte delle nazioni più povere. È importante che tutti i governi adottino un percorso che limiti l’aumento della temperatura media globale a 1,5°C al di sopra dei livelli preindustriali. Per raggiungere questi obiettivi dell’Accordo di Parigi, il Vertice COP26 dovrebbe dare impulso alla realizzazione di azioni ambiziose a breve termine da parte di tutte le nazioni con responsabilità differenziate. C’è anche un bisogno urgente di mettere in atto azioni per gli obiettivi di medio e lungo termine.
Chiediamo a gran voce alle nazioni che hanno maggiore responsabilità e capacità di: fare un salto in avanti nella loro politica climatica a livello nazionale; ottemperare agli impegni esistenti per fornire un supporto finanziario sostanziale ai Paesi vulnerabili; accordarsi sui nuovi traguardi per permettere loro di diventare resilienti ai cambiamenti climatici, così come di adattarsi e di affrontare il cambiamento climatico, nonché le perdite e i danni derivanti da tale fenomeno, che sono già una realtà per molti Paesi.
Accompagneremo le nazioni nel cercare di proteggere e di investire risorse a favore dei gruppi emarginati e delle popolazioni vulnerabili all’interno dei loro confini, che per troppo tempo hanno portato un peso sproporzionato e sono state maggiormente colpite dalla povertà, dall’inquinamento e dalla pandemia. I diritti dei popoli indigeni e delle comunità locali devono ricevere una speciale attenzione, che li protegga da interessi economici predatori. Essi sono stati per millenni i custodi della terra. Dovremmo ascoltarli e lasciarci guidare dalla loro saggezza.
Facciamo appello ai governi affinché elevino le loro ambizioni e la loro cooperazione internazionale per: favorire la transizione verso l’energia pulita; adottare pratiche di uso sostenibile della terra che includano la prevenzione della deforestazione, il recupero delle foreste e la conservazione della biodiversità; trasformare i sistemi alimentari affinché diventino ambientalmente sostenibili e rispettosi delle culture locali; debellare la fame; nonché promuovere stili di vita, modi di consumo e di produzione sostenibili.
Chiediamo inoltre ai governi di considerare pienamente gli effetti che la transizione verso un’economia basata sull’energia pulita comporterà per la forza lavoro. Deve essere data priorità alla creazione di posti di lavoro dignitosi, specialmente in quei settori che dipendono dai combustibili fossili. Chiediamo che venga garantita una transizione giusta effettiva e inclusiva per uno sviluppo che sia a bassa emissione di gas a effetto serra e resiliente al clima. Allo stesso tempo, li invitiamo a considerare sia le conseguenze sociali ed economiche a breve termine che quelle a lungo termine, e ad adottare un approccio bilanciato che unisca la cura per le generazioni future alla garanzia che nessuno, nella nostra epoca, sarà privato del suo pane quotidiano.
Chiediamo alle istituzioni finanziarie, alle banche e agli investitori di adottare un sistema di finanziamento responsabile per investimenti che abbiano un impatto positivo sulle persone e sul pianeta.
Chiediamo alle organizzazioni della società civile e a ciascuno di affrontare queste sfide con coraggio e in uno spirito di collaborazione.
Parallelamente, chiediamo ai leader che partecipano alla COP26 di assicurare che non ci siano altre perdite di biodiversità e che tutti gli ecosistemi terrestri e marini siano ripristinati, protetti e gestiti in modo sostenibile.
Al fine di raggiungere questi obiettivi, si pone di fronte a noi un’importante sfida educativa. I governi non possono gestire un cambiamento così ambizioso da soli. È necessario che l’intera società – la famiglia, le istituzioni religiose, le scuole e le università, le nostre aziende e i nostri sistemi finanziari – si impegni in un processo trasparente e collaborativo, assicurando che tutte le voci siano considerate e che tutte le persone siano rappresentate nel processo decisionale, coinvolgendo coloro che sono maggiormente colpite, soprattutto le donne, e quelle comunità le cui voci sono spesso ignorate o sottovalutate.
Qui è dove noi, istituzioni e leader religiosi, possiamo dare un contributo importante. L’umanità deve ripensare le proprie prospettive e i propri valori, rigettando il consumismo e la pervasiva cultura dello scarto, ed abbracciare una cultura della cura e della cooperazione.
Sensibilizzare l’opinione pubblica sarà indispensabile per il cambio di rotta che occorre intraprendere.
Il nostro impegno e la nostra creatività
I fedeli delle tradizioni religiose hanno un ruolo cruciale da svolgere nell’affrontare la crisi della nostra casa comune. Ci impegniamo ad agire molto più seriamente. I giovani stanno chiedendo a noi più anziani, di dare ascolto alle indicazioni della scienza e di fare molto di più.
In primo luogo, ci impegniamo a far avanzare la trasformazione educativa e culturale che è cruciale per sostenere tutte le altre azioni. Sottolineiamo l’importanza di:
- Intensificare i nostri sforzi per cambiare i cuori tra i componenti delle nostre tradizioni religiose nel modo di relazionarsi alla terra e alle altre persone (“conversione ecologica”). Ricorderemo alle nostre comunità che avere cura della terra e degli altri è un principio chiave di tutte le nostre tradizioni. Riconoscendo i segni dell’armonia divina presente nel mondo naturale, ci sforzeremo di integrare questa sensibilità ecologica in modo più consapevole nelle nostre pratiche.
- Incoraggiare le nostre istituzioni educative e culturali a dare priorità nei loro programmi a rilevanti conoscenze scientifiche, per rafforzare un’educazione ecologica integrale, e per aiutare gli studenti e le loro famiglie a relazionarsi con la natura e gli altri, con occhi nuovi. Oltre alla trasmissione di nozioni e di conoscenza tecnica, noi vogliamo infondere quelle solide virtù necessarie per sostenere la trasformazione ecologica.
- Partecipare attivamente e in maniera appropriata al dibattito pubblico e politico sulle questioni ambientali, condividendo le nostre prospettive religiose, morali e spirituali dando voce ai più deboli, ai giovani, e a coloro che sono troppo spesso ignorati, come i popoli indigeni. Sottolineiamo l’importanza di collocare i dibattiti su temi ambientali in un rinnovato quadro di riferimento affinché – anziché concentrarsi solo su questioni tecniche – includano la dimensione morale.
- Coinvolgere le nostre congregazioni e istituzioni, insieme al loro vicinato, nella costruzione di comunità sostenibili, resilienti e giuste, creando e sviluppando risorse per una cooperazione locale in materia, ad esempio, di agricoltura rigenerativa su piccola scala e di cooperative per le energie rinnovabili.
In secondo luogo, sottolineiamo l’importanza di intraprendere un’azione ambientale di ampia portata all’interno delle nostre stesse istituzioni e comunità, con le informazioni della scienza e le basi della saggezza religiosa. Mentre invitiamo i governi e le organizzazioni internazionali ad essere ambiziosi, riconosciamo anche il ruolo principale che noi svolgiamo. Sottolineiamo l’importanza di:
- Sostenere azioni volte a ridurre le emissioni di carbonio, raggiungere la neutralità carbonica, promuovere la riduzione del rischio di catastrofi, migliorare lo smaltimento dei rifiuti, risparmiare acqua ed energia, sviluppare energia rinnovabile, garantire spazi verdi all’aperto, preservare le aree costiere, prevenire la deforestazione e ripristinare le foreste. Molte di queste azioni richiedono una collaborazione con le comunità agricole e di pescatori, specialmente aziende agricole a conduzione familiare e di piccole dimensioni, che noi sosterremo.
- Lavorare per realizzare impegnativi progetti per raggiungere una piena sostenibilità nei nostri edifici, terreni, veicoli e altre proprietà, prendendo parte allo sforzo mondiale per salvare il nostro pianeta.
- Incoraggiare le nostre comunità ad adottare nelle proprie case stili di vita semplici e sostenibili, così da ridurre l’impronta collettiva di carbonio.
- Sforzarsi di allineare i nostri investimenti finanziari con standard ecologicamente e socialmente responsabili, assicurando maggiore controllo e trasparenza, in quanto la tendenza ad allontanarsi dagli investimenti nei combustibili fossili verso investimenti in energia rinnovabile e agricoltura riparatrice sta diventando sempre più diffusa. Incoraggeremo il settore pubblico e privato a fare lo stesso.
Valutare tutti i prodotti e i servizi che acquistiamo con lo stesso sguardo etico, evitando di applicare due diversi standard morali al settore delle imprese e al resto della vita sociale. Ad esempio, sensibilizzeremo le nostre comunità religiose riguardo alla necessità di analizzare le nostre scelte bancarie, assicurative e di investimento, al fine di correggerle in linea con i valori che affermiamo qui.
La nostra speranza: un tempo di grazia, un’opportunità che non possiamo sprecare
Stiamo attualmente vivendo un momento di opportunità e verità. Preghiamo affinché la nostra famiglia umana possa unirsi per salvare la nostra casa comune prima che sia troppo tardi. Le generazioni future non ci perdoneranno mai se sprechiamo questa preziosa opportunità. Abbiamo ereditato un giardino: non dobbiamo lasciare un deserto ai nostri figli.
Gli scienziati ci hanno avvertito che potrebbe essere rimasto solo un decennio per ripristinare il pianeta.
Chiediamo alla comunità internazionale, riunita alla COP26, d’intraprendere un’azione rapida, responsabile e condivisa per salvaguardare, ripristinare e guarire la nostra umanità ferita e la casa affidata alla nostra custodia.
Lanciamo un appello a tutti coloro che vivono su questo pianeta affinché si uniscano a noi in questo viaggio comune, sapendo bene che ciò che possiamo ottenere dipende non solo dalle opportunità e dalle risorse, ma anche dalla speranza, dal coraggio e dalla buona volontà.
In un’epoca contrassegnata da divisioni e sconforto, guardiamo con speranza e unità al futuro. Cerchiamo di aiutare le persone del mondo, in particolare i poveri e le generazioni future, incoraggiando una visione profetica, un’azione creativa, rispettosa e coraggiosa per il bene della Terra, la nostra casa comune.