Il titolo (Un fuoco che brucia, ma non consuma) e il sottotitolo (“La preghiera del cuore nella singolare esperienza romena del Roveto Ardente”) dicono già la complessità e, nello stesso tempo, la ricchezza del volume di Elia Citterio.
L’elenco dei temi centrali che percorrono il testo è forse la via migliore per farne cogliere il senso.
Il volume è innanzitutto uno spaccato sulla Chiesa ortodossa in Romania nel ’900, dagli anni ’20 alla caduta del comunismo.
La folla dei personaggi che riempie le pagine è costituita da vescovi e monaci che, della Chiesa, rappresentano la nervatura portante: una generazione che ha attraversato dapprima l’oscillazione della società romena tra nazionalismo autoritario e occidentalizzazione e poi il costituirsi dello stato comunista con la relativa persecuzione religiosa che coinvolgerà persone e istituzioni.
Il secondo grande tema è il Roveto Ardente, un cenacolo di spiritualità, costituitosi tra le due guerre mondiali e formato soprattutto da laici che scoprono la fede ortodossa come ragione del vivere per il singolo e come costruzione della società.
Il cenacolo avrà come animatore la persona di Sandu Tudor, letterato, uomo e maestro spirituale, dai sentimenti forti e contrastanti, che diventa monaco, segnato tanto profondamente dalla «preghiera del cuore» da diventare compositore dell’Inno acatisto al Roveto ardente della Madre di Dio. E allora, da biografia di questo personaggio, il volume si trasforma nella parte finale in antologia di testi poetici, scritti appunto come “preghiera del cuore” (pp. 172-252).
Un viaggio, per certi versi faticoso e complesso, all’interno dell’identità religiosa romena del pieno ’900. Autore di questo cammino è un monaco eremita italiano, che lascia nel testo frequenti tracce circa i sentieri della documentazione da lui seguita.
- Padre Elia Citterio, Un fuoco che brucia, ma non consuma. La preghiera del cuore nella singolare esperienza romena del Roveto Ardente, ed. Il Cerchio 2021, pp. 264, € 34,00.