C’è una faglia che attraversa e divide il mondo dei tradizionalisti cristiani ed è stata provocata dal virus della pandemia.
Il rifiuto del vaccino è teorizzato nel mondo americano e anglosassone in ragione della saldatura fra il complottismo del QAnon (cf. qui), la difesa della morale “di sempre”, il sostegno politico a Trump e, per quanto riguarda i cattolici, l’opposizione a papa Francesco.
Diversa la situazione nel tradizionalismo cristiano e cattolico in Europa, da quello curiale romano ai lefebvriani. Qui non vi è opposizione al virus anche se si partecipa all’ideologia complottista. Ma una parte dei no vax cattolici, rappresentati da mons. Carlo Maria Viganò, condivide pienamente l’indirizzo americano, fino alla rottura interna con i compagni di viaggio.
Complottisti contro incoerenti
È successo nel giugno scorso. Roberto De Mattei, a capo della fondazione Lepanto e responsabile del sito Corrispondenza romana, oltre che della rivista Radici cristiane, si è duramente scontrato con mons. Viganò, indicandolo come una retore ampolloso che sdottora su temi a lui ignoti «fino a spingersi a considerazioni di geo-politica e filosofia della storia, estranee al suo modo di pensare ed esprimersi».
Una deriva che gli consente di appropriarsi delle battaglie tradizionaliste (contro il concilio e papa Francesco) saccheggiando un orto non suo, di cui non conosce nulla. Egli opera la sovrapposizione fra escatologia cristiana e palingenesi complottista. La risposta di mons. Carlo Maria Viganò non è meno tagliente: si dispiace della giravolta del professore a suo riguardo, peraltro anticipata da scritti «che sembrano composti da un grigio funzionario di regime obbediente alla narrazione mainstream» (cf. qui).
La collisione si è rinnovata a novembre. Francesco Boezi pubblica su Il Giornale (14 novembre) un articolo in cui accusa i tradizionalisti no-vax di dividere il fronte della difesa della tradizione a causa delle panzane sui vaccini. «Otto anni di finissime e strutturate critiche dottrinali mosse nei confronti del papa per poi scendere a livello di complottismo no vax» provocando il crollo della credibilità di tutti.
«Non è un mistero che le argomentazioni di Burke, Viganò e altri, almeno prima dell’avvento della pandemia, abbiano fatto breccia in una parte della cosiddetta “base cattolica”. Ma è altrettanto indubbio che, con le posizioni assunte su vaccino et similia, i tradizionalisti stiano rischiano una complessiva crisi, nella Chiesa e fuori, investendo soprattutto l’attendibilità delle posizioni dei consacrati conservatori. La fase odierna è uno spartiacque: vale per la politica come per il Vaticano. E propendere per teorie antiscientifiche e complottiste, soprattutto alla luce della provata efficacia dei vaccini anti-Covid19, comporta delle conseguenze».
Vuol dire essere condannati all’ininfluenza e al macchiettismo.
Viganò, il trumpiano
Il giorno dopo risponde piccato l’arcivescovo Viganò: «Anche lei quindi si allinea alla “criminalizzazione del dissenso” ma aggiungendovi un interessante parallelo, che sottoscrivo: chi è contro la narrazione pandemica è anche contro il ruolo di Bergoglio come profeta del Great Reset. Questo elemento, a suo modo di vedere, inficerebbe l’intero fronte “tradizionalista”, lasciando campo libero a quello “progressista”, quando invece conferma – e questo è ciò che vi disturba – la sua coerenza nell’identificare la stessa matrice eversiva tanto nelle limitazioni delle libertà costituzionali del Green Pass quanto nella propaganda bergogliana a favore del siero genico, addirittura indicandolo come “dovere morale”».
La pretesa sapienza tattica di Boezi e dei suoi viola la coerenza ai valori e rappresenta un cedimento alla secolarizzazione e alla mondanizzazione. Per di più compiuta con «un’assoluta incompetenza professionale, non esclusa una lucida malafede».
Si tratta, insomma, di servilismo all’agenda globalista dei poteri oscuri «che è intrinsecamente anticristiana e anticristica, e che si avvale della collaborazione dei vertici della gerarchia e del suo capo, arruolato come piazzista di vaccini e sostenitore dell’ecologismo neomalthusiano, proprio perché li riconosce come alleati, confermando il tradimento che affligge il corpo ecclesiale».
Il compatto consenso dell’intera gerarchia cattolica alla spinta vaccinale (dai vescovi alle conferenze episcopali, dai media alle associazioni laicali) ha impedito il formarsi del consenso attorno alle suggestioni complottiste che trovano comunque spazio in alcuni movimenti (Pro vita) e nell’ambito dei social e dei media (i siti di Aldo Maria Valli e di Marco Tosatti, come Bastabugie e Bussola quotidiana).
Sui vaccini non si gioca la sostanza ecclesiale, ma la responsabilità civile e la cura dei più deboli. Elemento prezioso di contenimento in una società come quella occidentale che per un terzo sarebbe disponibile alla narrazione complottista.
Assai più difficile il compito dei vertici dell’Ortodossia nei paesi ex-sovietici (Grecia compresa) che si scontrano con vescovi, monaci e popolazione che per lunga tradizione diffidano della credibilità dei poteri politici per consentire a gesti e tradizioni di invalidare le prassi preventivi e curative anti-pandemia.
Qualcuno chiede se Viganò è credibile. Non condivido molte delle idee di Viganò, che paiono eccessive soprattutto la sua impostazione teologica fortemente tradizionalista e sempre e comunque antagonista al Papa. Eppure non si tratta del curato di campagna. Una persona che ha lavorato a quel livello diplomatico -nunzio apostolico negli Stati Uniti- ha accesso a informazioni-amici di alto rango nella cerchia di quelli “che sanno”, che i giornalisti e i comuni cristiani o membri del clero si sognano. Ecco perchè le sue clamorose esternazioni non possono essere superficialmente liquidate come eccessi o complottismi o cose totalmente inventate. A mio avviso c’è una parte di verità in ciò che dice.
Per fortuna viganò ha ragione per quattro gatti fra cui lei. Su questo fronte la chiesa cattolica ha dimostrato di saper ascoltare la scienza.
La Scienza non è un Monolite, un blocco tetragono, ma una miriade di ipotesi, studi, teorie, controteorie ecc. Soprattutto la scienza non sono i virologi che più parlano in televisione, o i giornalisti dalle prime pagine dei media, la Scienza non è la narrativa ufficiale dell’Industria Farmaceutica che tira acqua al proprio mulino per interessi economici. Diciamo piuttosto che la Chiesa si è alleata ACRITICAMENTE con Big Pharma, senza voler neppure ascoltare le voci critiche di molti pensatori e scienziati. Non si sa per quale motivo (ma tutto prima o poi verrà alla luce). Come se fosse al rimorchio del mondo, e del mondo più interessato ai soldi, e non più la luce del mondo.
Non so a quale narrativa lei creda… a me sembra che l’unica credibile sia quella della scienza. Per il resto vedo solo chiacchiere confuse. Aggiungere confusione a confusione è sicuramente poco cristiano.
il problema che la Scienza non è un monolite e molte volte si sono ignorati molti problemi perchè c’erano dei paradigmi che imponevano di pensare in un certo modo, anche se era evidentemente sbagliato
faccio un esempio a caso: fino agli anni ’60 il modo di porsi verso l’inquinamento dell’ambiente e i suoi effetti su società ed ecosistemi era il ‘paradigma della diluizione’, ovvero ‘non importa quante cose e in che quantità le riversiamo nell’ambiente, esso è abbastanza grande da poterle diluire tutte fino a concentrazioni non pericolose’
ovviamente ora tutti sanno che questo modo di porsi era assurdo, ignorava un sacco di fenomeni (bioaccumulo, bioconcentrazione, diffusione fra i comparti etc) ed ha causato danni gravissimi, ma fino a che Rachel Carson non ha pubblicato ‘Silent Spring’ ed ha scosso le coscienze in maggioranza si era arroccati lì
esempi simili si possono fare per tante discipline: storiografia, biologia, economia, ecologia etc
insomma, la teoria dominante del momento può diventare la ‘scienza spazzatura’ di domani
Con questo lei intende dire che Viganò è credibile?
Quale parte del mio commento si riferiva a Viganò? Io ho parlato della scienza e degli scienziati, non del discusso prelato, del quale non ho peraltro stima e lo ritengo un pupazzo che firma pezzi complottardi scritti da altri. Il mio commento in sintesi voleva dire: “la Scienza come oracolo dogmatico non esiste”.
Viganò ha ragione
Saragat era astemio