Da sabato 4 dicembre a lunedì 6 papa Francesco sarà in visita ufficiale in Grecia, su invito del Presidente della Repubblica Greca, nel quadro dei festeggiamenti dei 200 anni dalla rivoluzione greca del 1821, che ha segnato la fine dell’occupazione turco-ottomana durata all’incirca 400 anni e ha portato alla nascita della Repubblica Greca.
Il solo pensiero che il papa venga in Grecia mette in grande agitazione.
La visita di un Romano Pontefice in Grecia genera sempre una grande agitazione e solleva grossi problemi per la Chiesa Ortodossa, perché, essendo il papa l’eretico per eccellenza, c’è sempre il fondato pericolo che contamini i sacri suoli della madre patria greco-ortodossa, e quindi lo Stato Greco avrebbe dovuto adoperarsi per evitarlo.
A dire il vero, questa volta, a parte la gerarchia, per il momento non ci sono state agitazioni di laici ultra-ortodossi, che invece erano all’ordine del giorno quando si preparava la visita di papa Giovanni Paolo II, 4 maggio 2001, sui passi di san Paolo.
Proteste ci sono state anche per la visita lampo di papa Francesco a Lesbo per l’incontro con i rifugiati (16 aprile 2016).
Due episodi caratteristici
In occasione del viaggio di Giovanni Paolo II, si prevedeva una colazione consumata insieme dalle due delegazioni. In quella circostanza sorse un gravissimo problema per la delegazione ortodossa. Prima della colazione si doveva pregare. Questo però era impossibile, dato che i sacri canoni prescrivono che non si può pregare insieme con gli eretici e con “gli scismatici”. Alla fine gli organizzatori si accordarono decidendo che ognuno si segnasse con il proprio segno di croce senza dire niente. Il problema era stato risolto e così si è salvata la fedeltà della delegazione ortodossa che vi partecipava.
Inoltre, all’Areopago, non c’è stato un momento di preghiera ma solo un evento culturale; si è precisato che gli inni sacri eseguiti erano sì musica sacra ma da gustare e non da pregare.
Per la visita di papa Francesco, presentiamo l’emblematica presa di posizione di tre metropoliti.
Il metropolita Serafino del Pirèo
Iniziamo dal ben conosciuto e molto ieratico metropolita Serafino del Pirèo, avvolto nei suoi sacri paramenti dorati che – come si sa – sono modellati sui paramenti che portava l’imperatore bizantino. Non sono pochi (anzi!) quelli considerano la Chiesa Ortodossa più o meno diretta erede di Bisanzio. Il metropolita Serafino si sente supremo difensore della Patria e dell’Ortodossia.
È risaputo, del resto, che nelle chiese, insieme con la bandiera della Grecia, sventolano anche gli stendardi dell’ultimo imperatore Costantino Paleologo, ossia l’aquila bicipite su fondo oro, oppure la croce d’oro su fondo porpora e, nei quadri, il B che sta per Basileus. Da non dimenticare, però, che – ironia della sorte! – l’ultimo imperatore è morto come “uniate”, dato che era rimasto fedele all’unione delle Chiese che aveva firmato a Firenze, e che, inoltre, quasi la maggioranza di quanti stavano con lui sulle mura della città per difenderla erano i genovesi del generale Giustiniani!
Dalla sua cattedrale, dedicata a san Spiridione, al Pirèo, questo metropolita ha tuonato contro «i dogmi viziosi che provocano una vita viziosa». Ha accusato tutti i cattolici, indistintamente, facendo riferimento alle innumerevoli vittime della pedofilia del pseudo-clero cattolico-romano in Francia, negli ultimi cinquant’anni: «delitto indescrivibile» e disgustoso. E – riprendendo l’affermazione di papa Francesco «Gloria a Te Signore, e vergogna a noi» – ha commentato: «Quale Gloria a Te Signore! La vergogna l’hai buttata tu, papa, sul vangelo, che non può cambiare: tu, che hai il coraggio di insudiciare l’immagine di Dio nel ragazzo e nella ragazza! Vergogna a te che hai la sfrontatezza di viaggiare per l’ecumene!».
Successivamente, si è dichiarato fortemente disgustato perché in questa visita, senza profilo morale, «il papa sarà ricevuto con gli onori di un Capo di Stato e di Chiesa, nella nostra Santa Patria e questo malfattore, eretico e impenitente contaminerà le nostre sacre terre».
In seguito, ha passato in rassegna tutti i “crimini” commessi dalla Chiesa cattolica romana, a cominciare dalla quarta crociata, soffermandosi poi sul mancato contributo decisivo per salvare Costantinopoli dai Turchi, riferendosi quindi ai 13 monaci ciprioti che, a suo dire, sono stati bruciati dall’Inquisizione, per arrivare infine al cardinale di Zagabria Stepinac che ha contribuito all’uccisione 800.000 serbi ortodossi e che starebbe per essere dichiarato santo. Ha terminato la sua arringa accusando l’attuale papa di essere stato collaboratore diretto dei dittatori argentini.
Il fatto è che questo metropolita, quando parla, dichiara dogmi infallibili. È convinto che il suo ufficio metropolitano, incaricato di perseguire le eresie e le parareligioni presenti non solo nella sua metropolia, sia una specie di Sant’Uffizio, istituito per raccogliere informazioni di prima mano per contrattaccare e per difendere la verità che esiste solo nell’Ortodossia.
Sono caduto anch’io due volte nelle sue “grazie”, a causa non ricordo ormai di quale frase da me scritta in due articoletti divulgativi, nel modestissimo giornale quindicinale della nostra Conferenza episcopale. Mi ha dedicato quattro pagine A4 piene zeppe di citazioni patristiche e non solo.
Il metropolita Andrea Di Konitsa
La sua metropolia è situata nella regione del nord della Grecia al confine con l’Albania. Ha indirizzato una lettera di contestazione al Sinodo Permanente della Chiesa Ortodossa della Grecia, per protestare con tutte le sue forze per il prossimo arrivo del papa in Grecia.
Ha scritto: «Che la Presidenza della Repubblica abbia invitato il papa come Capo dello Stato Vaticano, in occasione della celebrazione dei duecento anni dalla Rivoluzione Greca del 1821, non mi interessa affatto. Sono però fortemente interessato agli effetti che tale evento avrà sulla nostra Chiesa Greca, quando l’eresiarca del Vaticano calpesterà la terra santa della nostra Patria Greca, impregnata da una grandissima quantità di sangue di santi e di eroi.
Il mio interesse e la mia trepidazione, senza voler dare alcuna indicazione, riguardano il modo in cui si dovrà comportare il Sinodo. Mi chiedo: forse, parteciperà agli eventi in onore del signor Francesco e forse lo chiamerà «amato fratello in Cristo»?
«Se ciò avvenisse, è assolutamente certo che si scatenerà un enorme scandalo tra i fedeli della nostra Chiesa. Il nostro popolo non lo sopporterà, perché ha tanto sofferto, e in vari modi, da parte dei “Franchi”. Non dimentica le congratulazioni dell’allora papa al Kemal, subito dopo la catastrofe dell’Asia Minore del 1922; né l’occupazione italiana del Dodecanneso, e neppure l’indifferenza dei Latini per la grande fame che, nel terribile inverno del 1941-1942, colpì il nostro popolo. Senza contare che il papa chiama Macedonia lo Stato di Scopje. E, naturalmente, nessuno dimentica che il papa continua a mantenere un vescovo “uniate” ad Atene, nonostante le ripetute proteste della nostra Chiesa».
«Non lasciamoci ingannare! Il papismo non mai ha favorito la nazione Ellenica e l’Ortodossia».
«Per tutti i motivi che ho brevemente formulato, protesto fortemente contro l’arrivo dell’eresiarca Francesco Bergoglio, nella Grecia ortodossa, perché causerà solo danni a tutta la nostra Chiesa».
Il metropolita di Chithera e Antichithera Serafino
Questo metropolita ha colto l’occasione di protestare per l’imminente arrivo del papa di Roma in Grecia, nella sua lettera pastorale d’inizio della “Quaresima” di Natale, indirizzata ai fedeli della sua metropolia di Chithera e Antichithera (due isole a sud del Peloponneso).
Scrive: «Per quanto concerne l’invito dello Stato greco al papa, come capo dello Stato del Vaticano e della sua Chiesa – persona che verrà prossimamente nella nostra Patria Greco-ortodossa, desideroso di camminare sui passi di san Paolo l’apostolo delle nazioni –, in tutta umiltà penso che il santo Gregorio Palamas, glorioso fondatore dell’esychasmo, gli avrebbe suggerito che, invece di effettuare gesti eclatanti, avrebbe fatto meglio a iniziarsi alla teologia, alla cristologia e all’ecclesiologia del divino Paolo, e poi pentito tornare qui, senza nessuna nuova aggiunta alla Tradizione che esisteva prima che, nel 1054, i franco-latini si separassero da essa.
L’arcivescovo di Atene e Primate della Grecia ha dichiarato che la Chiesa Ortodossa non prenderà parte a nessun evento durante la permanenza del papa ad Atene, salvo lo scambio delle visite di consuetudine. Detto per inciso, l’arcivescovo Ieronimos fu, prima di diventare metropolita di Tebe in Beozia, professore di religione in una delle scuole superiori tenute dai Fratelli Maristi ad Atene.
Gli ortodossi hanno ragione da vendere: loro sono rimasti fedeli alla tradizione cristiana, i cattolici cosi’ suberbi ed arroganti , col “primato” di Pietro , sono oggi in situazione assurda: venduti e sottoposti al “mondo” ateo , rinunciatari e apostati. Il loro Pietro , che dovrebbe essere il Faro della cristianita’ , e’ il Faro della fratellanza laica e del mondialismo.Cosa dovrebbero dire gli ortodossi? I cattolici l romani li hanno subissati e disprezzati
Mi pare si sia chiesto ripetutamente scusa…
Credo che agli occhi di parecchi ortodossi alcune posizioni cattoliche possano apparire sostanzialmente eretiche.
Ad esempio la mancanza di rispetto per la tradizione liturgica, una apparente ambiguità di fronte alla questione del matrimonio omosessuale, una certa accondiscendenza verso politici abortisti ecc.
I greci di fronte a questi fatti pensano: “allora avevamo ragione noi!” e lo stesso fanno i russi.
Gli antichi rancori vengono ravvivati da moderni sospetti.
Credo che non sia così attuali come lei ci vorrebbe pretestuosamente fare credere. Temo il problema sia la caduta di Costantinopoii il vero problema.
Non li renda troppo aggiornato questo ortodossi che non lo sono affatto.
Il cattolicesimo post-moderno e’ molto piu’ vicino a certe filosofie umanitario-illuministiche che non all’ Ortodossia. Basta leggere i grandi teologi russi del secolo scorso e confrontarli coi teologi cattolici progressisti ( Karl Rahner) o protestanti per rendersi conto che nulla piu’ unisce due concezioni del mondo agli antipodi. Se per gli Ortodossi la Bellezza salvera’ il mondo, per i cattolici europei e’ la giustizia sociale, la politica ,i diritti umani , l’ecologia, il politicamente corretto ecc. .Siamo agli antipodi : gli uni ,gli Ortodossi, una visione verticale, gli altri , i cattolici moderni, totalmente orizzontale. Siccome in Russia hanno sperimentato per sessant’anni quelli che predicavano la “giustizia sociale” ,la difesa dei poveri , adesso non possono piu’ cascare nell’ illusione di una utopia tutta mondana.
e ciò non ha comunque impedito agli ortodossi di interessarsi delle questioni attuali, anche magisterialmente
per esempio la Chiesa Russa nel 2000 dedicava il XIII capitolo dei suoi ‘Fondamenti della concezione sociale’ ai problemi ecologici, con un testo scientificamente e teologicamente perfetto, con apertura sia verso il prossimo che verso la trascendenza.
Ci vuole tanto coraggio e grande umiltà per chiedere perdono dei propri errori. Ci vuole altrettanto coraggio e umiltà per concedere (di vero cuore) il perdono richiesto. Mi sembra che, al di là della “retorica buonista”, il cammino da fare per la riconciliazione tra le Chiese cristiane sia ancora piuttosto lungo e difficoltoso. Le posizioni rigide (e talvolta palesemente avverse alla “logica dialettica della riconciliazione”)di alcuni membri
della diverse gerarchie ecclesiastiche non fanno purtroppo ben sperare…….peccato, davvero.
Ma questi sono fermi alla caduta di Bisanzio. Secoli di acrimonia e odio…
L’incapacità di andare oltre per costruire il futuro non è evangelica né cristiana.
secoli? la tedescocrazia dei primi decenni dello stato greco è ancora viva nella memoria, come l’aggressione italiana durante la seconda guerra mondiale
purtroppo dalla IV crociata il rapporto dell’occidente con il mondo greco ortodosso è stato caratterizzato da un’aggressività verso un partner sempre più svantaggiato e indebolito.
il Concilio di Firenze ne è il più grande esempio: i chierici e l’imperatore capitolarono in toto alla richieste di Roma per l’Unione, in cambio di un aiuto militare che non arrivò mai, salvo pochi volenterosi che soccorsero la capitale nell’assedio finale.
sembra ovvio che ci considerino un partner infido e pronto ad approfittarsi di loro
Ma se si rimane costante fermi a questo non si andrà da nessuna parte.
Ma qui è pieno di ortodossi o sono i tradizionalisti cattolici che amano da morire gli ortodossi perché ancora più tradizionalisti?
tra gli ortodossi e i tradizionalisti cattolici o non corre buon sangue o c’è grande affinità, dipende da tante cose perché non sono mondi unitari e statici. Definire “tradizionalisti” gli ortodossi comunque è riduttivo, soprattutto perché rispetto al “tradizionalista cattolico medio” c’è una più grande tendenza al “principio di economia” verso le varie situazioni umane e una grande flessibilità nelle prassi concrete. A noi sembrano tradizionalisti perché per loro la Tradizione è patrimonio vivo di tutti comunque è ipocrita incolpare di non saper perdonare è dimenticare chi ha subito un torto, soprattutto se ancora li fa soffrire.