Il 31 ottobre papa Francesco si reca a Lund, in Svezia, per partecipare in modo ufficiale all’apertura del quinto centenario della Riforma di Lutero (1519-2019). La data (1519) ricorda la pubblicazione delle famose «95 tesi» da parte del riformatore. Il luogo, Lund – città universitaria della Svezia meridionale – è stato scelto perché in quella città fu costituita nel 1947 la Federazione Luterana Mondiale, l’organismo internazionale in cui si ritrovano tutte le Chiese luterane, che sono organizzate a livello locale. Ad accogliere il vescovo di Roma ci sarà l’arcivescovo della Chiesa protestante locale, Uppsala, la signora Antje Jackelén, e sarà presente anche il vescovo cattolico di Stoccolma.
Fino all’anno 2000 la Chiesa luterana è stata in Svezia Chiesa di stato nel senso strettissimo della parola. Oggi in Svezia non viene battezzato neppure il 50% dei bambini. I cattolici sono nella stragrande maggioranza degli immigrati e per loro il problema pastorale più rilevante è costituito dalla diversità delle etnie e delle lingue.
Messi in fila, tutti questi elementi dicono con chiarezza la dimensione straordinaria dell’avvenimento. La chiave interpretativa più pertinente della molteplicità degli aspetti chiamati in causa viene espressa in modo efficace dalle parole dell’arcivescova Jackelén: «Non c’è motivo di fare una celebrazione trionfalistica di questo centenario, ma è piuttosto l’ora della “guarigione dei ricordi”, di un ecumenismo dell’amore e dell’incontro, dell’ascolto e dell’amicizia».
Grazie a Dio, la “guarigione dei ricordi” è già entrata nella pratica ecumenica ed è nostro compito farne un atteggiamento quotidiano.
Proprio in preparazione al 5° centenario della Riforma sono stati pubblicati due documenti ufficiali, e dunque di autorevolezza indiscutibile, che sono costruiti nella loro articolazione in base a una storia degli avvenimenti e a una elaborazione teologica riconciliata.
Memoria condivisa
I due documenti sono:
Dal conflitto alla comunione, pubblicato dalla Commissione luterana-cattolica sull’unità e la commemorazione comune della Riforma nel 2017 (ora disponibile in un libretto EDB di pp. 128);
Giustificazione e libertà. Documento base per il giubileo della Riforma 2017. pubblicato dal Consiglio della Chiesa evangelica in Germania (pure disponibile in libretto EDB di pp. 120).
Il primo è dunque un testo bilaterale, nel senso che rappresenta il sentire delle due parti: luterana e cattolica, ed esprime perciò una prospettiva di consenso condiviso. Il secondo è un testo scritto da un organismo che rappresenta l’insieme delle Chiese luterane locali della Germania e riflette dunque il sentire teologico condiviso del protestantesimo tedesco.
Mi auguro che quanti lavorano alla formazione dei teologi o degli operatori della pastorale leggano attentamente i due testi, perché sono la riscrittura condivisa e pacificata dei fatti e dei temi teologici che hanno portato alla divisione del cristianesimo occidentale.
Il primo testo (Dal conflitto alla comunione) propone nel 3° capitolo una «sintesi storica della riforma luterana e della reazione cattolica». L’esposizione abbandona ogni prospettiva polemica e delinea una ricostruzione dei fatti e delle idee per comprendere le intenzioni dei protagonisti e il perché delle formulazioni che, a suo tempo, hanno impedito l’intesa e, anzi, hanno condotto le due parti nella rigidità del «confessionalismo» intransigente.
Il cap. 4° espone uno a uno i «temi fondamentali della teologia di Martin Lutero alla luce dei dialoghi luterano-cattolici». Si notino i due livelli: teologia di Martin Lutero, dunque l’oggettività di ciò che fu scritto; e i dialoghi teologici luterano-cattolici, cioè la consapevolezza teologica che oggi hanno le due parti sui temi che portarono alla divaricazione. Vi si tratta della giustificazione, dell’eucaristia, del ministero sacro, di Scrittura e Tradizione. Su questi punti interroga sempre la gente quando vuol sapere le differenze tra cattolici e protestanti.
Su alcuni di questi punti il documento riconosce il permanere di diverse concezioni tra la dottrina cattolica e quella protestante, ma anche in questi casi il lettore è condotto per mano a fare tutta la strada che è possibile assieme agli evangelici.
In definitiva, il volumetto è un ottimo strumento di aggiornamento sulle acquisizioni che la storia e la teologia hanno elaborato nei decenni dell’impegno ecumenico.
Soli Deo gloria
Il secondo testo è interno al mondo evangelico, ma anche qui il lettore è condotto a riesaminare con occhio rinnovato il racconto degli avvenimenti, il costituirsi del «confessionalismo» sui due versanti, la lezione da trarre dalle molte «riforme» accanto a quella di Lutero, l’atteggiamento del tutto inaccettabile di Lutero verso gli ebrei… Ma soprattutto vengono presentati al positivo i principi teologici propri del pensiero di Lutero.
Di particolare chiarezza è la trattazione sulle cinque «affermazioni escludenti», che i cattolici hanno spesso interpretato al negativo: solus Chrisus, sola gratia, solo verbo, sola Scriptura, sola fide. «Le cinque espressioni mirano tutte al soli Deo gloria… Tutte le particelle esclusive hanno a che fare con la relazione fra Dio e l’uomo… Complessivamente esse mostrano chiaramente che la relazione fra Dio e l’uomo consiste fondamentalmente nell’amore di Dio per l’uomo. Non è l’uomo a doversi sforzare di andare a Dio. Dio è già venuto all’uomo. L’uomo può solo fare affidamento su questo».
Teologia riconciliata
Quanto si parla dei dialoghi teologici bilaterali e multilaterali, sviluppati da tutte le Chiese negli ultimi cinquant’anni, siamo spesso tentati di constatare la pochezza dei risultati pratici ottenuti, perché dai singoli testi di consenso non sono seguiti atti concreti di riunificazione.
Credo che il risultato più positivo e duraturo dei dialoghi sia il fatto che si è ormai consolidata e viene praticata una «teologia riconciliata». Non solo i teologi, ma anche le Chiese in quanto comunità credenti, hanno oggi dei riferimenti comuni nel leggere la loro biografia (la storia) e nell’interpretare la propria identità (la teologia). Ed è un patrimonio a disposizione di ogni scuola, di ogni comunità, di ogni credente. Non attingervi può essere pigrizia, superficialità, ignoranza, fino a divenire misconoscimento di un «segno dei tempi».
Nota finale: l’affissione del testo delle tesi alla porta della chiesa di Wittenberg è una leggenda-simbolo; la realtà fu una lettera scritta da Lutero al vescovo di Magonza/Mainz per contestargli di aver comprato due cariche episcopali e di aver promulgato delle scandalose indulgenze per poter rientrare dalle spese sostenute in quella compera; e alla lettera seguì poi il famoso testo di contestazione teologica.