È datata 4 gennaio 2022 la nota del vescovo di Salerno, Campagna e Acerno, mons. Andrea Bellandi, al clero della sua arcidiocesi contenente le «nuove disposizioni circa le misure di contenimento dell’ultima ondata di contagi», che si è segnalata per la richiesta espressa dal vescovo che «l’eucaristia, durante le celebrazioni, non venga distribuita dai sacerdoti, diaconi o ministri straordinari non vaccinati». Qui di seguito ne riprendiamo il testo.
Salerno, 04 Gennaio 2022
Al clero dell’Arcidiocesi
Carissimi,
rinnovando a ciascuno di voi gli auguri per il nuovo Anno appena iniziato, è mio dovere tuttavia – tenendo conto degli ultimi sviluppi della variante pandemica, ad alta contagiosità – chiedervi un ulteriore impegno al fine di evitare, nella misura del possibile, che i nostri spazi e incontri diventino luogo di diffusione del contagio.
Per questo invito ogni sacerdote, religioso o diacono – in servizio pastorale – ad osservare scrupolosamente tali norme, fino a nuove eventuali indicazioni:
(1) Richiamare a tutti i fedeli e fare rispettare le regole, a suo tempo indicate e tuttora necessarie, che prevedono l’uso delle mascherine e il distanziamento da osservarsi durante le celebrazioni ed eventuali altri momenti di incontro degli adulti.
(2) Per coloro che ancora non hanno ricevuto il vaccino, domandarsi in coscienza se una tale scelta sia coerente e rispettosa dei numerosi inviti fatti a favore di esso, in primis dallo stesso Papa Francesco, il quale ha parlato della prevenzione vaccinale riguardante il Covid-19 come di «un atto di amore», «un modo semplice ma profondo di promuovere il bene comune e di prenderci cura gli uni degli altri, specialmente dei più vulnerabili».
(3) Esigo espressamente che l’Eucaristia, durante le celebrazioni, NON VENGA DISTRIBUITA dai sacerdoti, diaconi o ministri straordinari non vaccinati. In caso di assoluta necessità, autorizzo che, per la distribuzione, venga scelta ad actum una persona di fiducia (religiosa o catechista) dotata di avvenuta vaccinazione.
(4) Si riducano – in attesa di uno sperabile miglioramento della situazione – le attività pastorali degli adulti in presenza a quelle più essenziali (concerti, conferenze, momenti ricreativi, pranzi/cene, ad esempio, non lo sono). Per quanto riguarda il catechismo, qualora non si sospendano le attività scolastiche si riprenda solo a condizione che si abbiano a disposizione ampi spazi, che garantiscano l’osservanza delle misure precauzionali richieste. Si richiede espressamente, tuttavia, che il clero, i catechisti e gli eventuali operatori pastorali – che presiedono questi incontri – siano tutti vaccinati. Nel caso, invece, di interruzione dell’attività scolastica in presenza, per coerenza si interrompano anche le lezioni di catechismo.
Per quanto riguarda la visita agli anziani e agli ammalati, si abbia molta cautela, valutando i singoli casi e chiedendo l’esplicito consenso dei familiari. In ogni caso è fatto assolutamente divieto di compiere tali visite a coloro che non sono in possesso del green pass rafforzato.
Certo che vogliate accogliere in spirito di obbedienza tali norme, dettate esclusivamente dalla eccezionalità della situazione attuale, di cuore vi benedico.
+ Andrea Bellandi
Trovo l’iniziativa complessivamente positiva. Se un vescovo, comunque, arriva a compiere una cosa, del genere vuol dire che nella sua diocesi ci sono seri problemi riguardo al vaccinarsi o meno? Fare un incontro di formazione del clero e/o dei catechisti sull’importanza del vaccino …. no? L’iniziativa è ottima nell’intenzione (spingere a vaccinarsi) e difficile da attuare. Se un sacerdote è non vaccinato … vuol dire, expressis verbis, che la comunione deve essere distribuita da qualcun altro e francamente dubito che si faccia così come il vescovo chiede. Un laico o una suora “passa avanti” al presbitero perché non vaccinato: sarebbe un atto di lesa maestà!! Poi non capisco francamente questa correlazione tra scuola e catechismo. Un conto è la scuola, un conto è il catechismo. Se la scuola va in dad, non è detto che il catechismo debba smettere per chissà quando riprendere: lo trovo ingiusto!
Bastano due dosi di vaccino o ce ne vogliono tre? Oppure una ogni tre mesi? E i preti guariti dal Covid ancorché non vaccinati hanno anche essi il Green Pass Eucaristico? Invece dell’Epistola converrebbe che fossero lette a ogni Messa le nuove regole del governo, che cambiano circa ogni tre giorni e invece del Vangelo il foglietto illustrativo del vaccino di Pfizer. Inoltre prima fare la Comunione ogni fedele dovrebbe, invece che confessarsi, fare il Tampone rapido, opportunamente disponibile nei confessionali. Anche chi è vaccinato con tre dosi, come il vescovo Bassetti, peraltro già contagiato, può ricontagiarsi.