In una parrocchia di Bologna (Santa Rita), in occasione dell’ultima giornata diocesana del Seminario (30 gennaio 2022), coloro che hanno partecipato all’eucarestia domenicale sono stati invitati a rispondere per iscritto, in maniera libera e anonima, a due domande: Come vorresti la preparazione di chi è in Seminario? Come dovrebbe essere oggi il prete? È stato raccolto un numero rappresentativo di risposte: 77. Ci soffermiamo ad analizzare quanto emerge dalle risposte alla seconda delle due domande.
Al servizio della Parola
In più di una decina di risposte emerge che, agli occhi dei battezzati che partecipano alla messa domenicale, il prete è l’uomo che annuncia la parola di Dio. I messalizzanti domandano omelie coinvolgenti, ancorate al quotidiano (x6), che veicolino un messaggio d’amore (x2), che non dicano ciò che i credenti devono fare, ma sappiano offrire piuttosto degli spunti di riflessione. Anche dalle due risposte che chiedono che il prete non predichi «troppo» emerge che, nell’immaginario del popolo di Dio, il nesso tra ministero ordinato e predicazione è strettissimo.
In una risposta si legge che il prete deve conoscere le sacre Scritture; in un’altra che deve essere formato teologicamente, mentre in un’altra si dice esplicitamente che non deve essere troppo teologo. Data la scarsa rappresentatività di queste risposte, sembra si possa dire che il modello del prete maestro è tramontato.
Da notare un argomento e silentio: non emerge da nessun questionario il nesso tra il ministero del prete e la celebrazione dei sacramenti, la grazia sacramentale, l’educazione alla vita di preghiera dei battezzati. Anche il modello del prete sacerdote appare superato.
Al servizio della gente
I più si attendono che il prete sia vicino alla gente (x 14), soprattutto ai giovani (x6), alle famiglie (x2), ai poveri e ai bisognosi (x2). Desiderano un prete attento alle persone (x5), che le sappia aiutare nella vita di tutti i giorni da un punto di vista spirituale e piscologico (x6).
Al servizio della comunità
Per quanto riguarda il suo ministero specificamente ecclesiale, si chiede che il prete sia sempre disponibile (x3), dedito «fino in fondo» al suo servizio, capace di fare comunità (x3), un esempio, una guida per i suoi parrocchiani, animato da uno spirito missionario, non preoccupato solo degli appuntamenti parrocchiali, libero dagli adempimenti burocratici.
Un uomo di Dio
Dal prete ci si aspetta anche una intensa vita spirituale. Si auspica che viva una relazione con Dio (x2), sia innamorato di Cristo (x3). Per quanto riguarda le pratiche di pietà, l’auspicio è che dedichi tempo all’adorazione eucaristica e possa partecipare spesso a ritiri spirituali, per alimentare la propria fede. Per quanto riguarda le attitudini spirituali, si desidera che il prete si ispiri all’esperienza di Gesù (x2) e a quella del beato Giovanni Fornasini; sia umile (alla mano, semplice: x5), non giudicante e animato da fede, speranza e carità
Semplicemente un uomo
Dalle risposte emerge che i credenti si aspettano dal prete che sia prima di tutto un uomo: attento alla propria umanità, capace di amicizia (x2), meno solo (x5), «sano». C’è addirittura chi immagina che sia bene faccia uno stage in incognito nei luoghi di lavoro. Numerosissime le risposte nelle quali si auspica che il prete possa sposarsi (x14), anche per comprendere meglio l’esperienza dei laici. C’è chi non esclude che il sacramento dell’ordine, nel grado del presbiterato, possa essere conferito anche alle donne (x2).
Prete, forse un super-uomo
Quando, però, nelle risposte, si elencano le caratteristiche umane richieste al prete, si ha quasi l’impressione che i battezzati pensino al prete non come a un uomo, ma come a un super-uomo: aperto (x5), capace di ascolto (x4), accogliente (x3), empatico (x2), concreto (x2), paziente (x2), flessibile, buono e generoso, coraggioso, libero, felice per contagiare gli altri con la sua felicità, carismatico (x3), dotato di spirito organizzativo. E poi… Certamente lo si vuole ancorato a questo preciso tempo storico. In diverse risposte si legge che deve essere calato nella realtà (che, però, deve saper interpretare con lo sguardo di Dio: x8), attento al sociale (x4), moderno (x2).
Il questionario spiega bene perchè molti preti ora vanno in esaurimento nervoso o si limitano a fare lo stretto necessario: i parrocchiani li vogliono superuomini con tutte le qualità che fanno tutto. Quanti di costoro che vogliono tutto poi provano a sostenere i preti economicamente, moralmente o spiritualmente? Perchè un giovane dovrebbe farsi prete per diventare il tuttofare dei parrocchiani?
Hanno dimenticato di scrivere che il prete deve fare i miracoli e che deve essere anche un supereroe!! Roba da chiodi!!!! … Infatti, i seminari sono vuoti per chi ragiona così!!
Auspicabile che l’iniziativa possa essere fatta girare anche in altre parrocchie. Non escluderei le persone che non frequentano abitualmente la chiesa
Forse chiediamo troppo ai nostri preti.
Iniziativa simpatica e intelligente che si potrebbe, anzi si dovrebbe replicare in altre parrocchie. Ma le risposte sono state inviate anche al Seminario e al Vescovo (per conoscenza)?