Iniziamo il percorso quaresimale con il Vangelo che ci racconta le tentazioni di Gesù nel deserto, secondo la dettagliata versione di Luca: Lc 4,1-13.
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Il deserto
Ciascuno di noi custodisce nella memoria momenti, avvenimenti, episodi che l’hanno segnato. Ricordiamo le persone, i luoghi, le parole, a volte qualche particolare che sembra marginale ma che ci si è stampato dentro e ci richiama quell’esperienza per noi così importante.
E chissà quante volte abbiamo ascoltato con pazienza chi ci ha raccontato, magari più volte, alcune indimenticabili vicende della sua vita.
Si tratta di circostanze spesso difficili, avvenimenti che hanno toccato corde importanti, facendo vacillare alcune convinzioni che sembravano salde, facendo provare emozioni forti. Ma, se li ricordiamo, è anche perché li abbiamo superati, perché ne siamo usciti diversi, forse migliori.
Possiamo chiamare questo tipo di esperienza col nome di deserto, un luogo dove mancano i punti di riferimento e ci si ritrova da soli; dove non ci si può nascondere e si è costretti a cercare e confermare le relazioni fondamentali su cui appoggiare la vita.
È anche il luogo della tentazione e della prova, che ci spinge a dimostrare chi siamo veramente, di cosa ci fidiamo, con quali risorse attraversiamo le difficoltà. In fin dei conti, chi amiamo.
Le tentazioni
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto. Anche Gesù ha attraversato un tempo difficile, un deserto che lo ha messo alla prova, e i particolari che il Vangelo ci riporta mostrano l’importanza per lui di questo passaggio, nel confronto con se stesso e con le tentazioni che il diavolo gli ha posto dinanzi. Ma proprio la tentazione è diventata per Gesù il luogo della “prova”, della dimostrazione di quanto può essere forte la fedeltà, di quanto reggono le convinzioni, di quanto lo Spirito Santo può sostenere nei deserti della vita.
Le proposte del diavolo sono subdole e ingannatrici, nascondono sotto apparenze innocue il tentativo di separare il Figlio dal Padre, di allontanarlo dallo stile con il quale il Padre ha scelto di accompagnare la storia e con il quale anche ciascun uomo è chiamato a vivere il suo rapporto con lui.
La pietra che può diventare pane è il rifiuto di una quotidianità umile e bisognosa; la prostrazione di fronte ad altro che non sia Dio è il compromesso tipico di chi vive la sete di potere; l’invito a gettarsi dal tempio è una sfida al silenzio di Dio, alla sua apparente impotenza, a quel Dio che sembra abbandonarci nei momenti cruciali della vita.
Gesù ricorda queste parole e questi passaggi, perché li ha vinti. La sua obbedienza e fedeltà al Padre, “provata” dalle provocazioni del male, supera ogni tentazione, e lo fa anche per ciascuno di noi, perché d’ora in poi sappiamo che in Lui ogni ostacolo può essere superato.
La prova
Le difficoltà della vita, con le loro tentazioni di fuga, banalizzazione, compromesso, sono allora anche per noi occasione di “prova”, momenti in cui “dimostrare”, con l’aiuto di Dio, a cosa teniamo davvero, e per uscirne più forti e più grandi. Ci mettono in crisi, sovvertono i principi che credevamo immutabili e acquisiti, ci portano fino al pericolo di cadere nella disperazione. Ma sono l’occasione, anche se dall’esito non scontato, di imparare, di crescere, di fidarsi, di abbandonarsi, di scegliere assumendosene le conseguenze, di sperimentare la responsabilità.
Chiediamo a Dio la sua forza, perché le prove della vita non ci schiaccino. Chiediamogli di accompagnarci nella traversata del deserto, per uscirne migliori, per non sprecare l’occasione per crescere e imparare.
Con la sua forza saremo capaci anche noi di trovare, come Gesù, parole e gesti di fedeltà a Dio Padre e agli uomini che lui ama.