Era ancora ragazzo, Salomone, quando chiese a Dio il dono di poter «ascoltare il cuore» (kardìan akoùein). Quale straordinaria richiesta! Nessuno fino allora l’aveva fatta, perché tutti chiedono ricchezza, salute, gloria e le misere cose terrene.
E Dio gli concesse «sapienza e intelligenza» (frònesin kaì sophìan) e «un cuore saggio e intelligente», che si “allargasse” alla com-prensione (kùma kardìas: 1Re 3,9, 12; 5,9). Da allora Salomone amò e cercò Sapienza, e la «prese come compagna di vita» (taùten aghaghèsthai pròs symbìosin: Sap, 8, 9).
E, nel libro che porta il suo nome quale «simbolo» del sapiente (Libro della Sapienza), ne sono descritte bellezza, qualità e presenza nella storia e nel creato.
A questo libro sacro è dedicato quello del cardinal Ravasi: Sapienza di Salomone [il Mulino, Bologna, 2022], che è traduzione, guida di lettura e commento profondo nella sua essenzialità, la cui chiarezza lo apre alla comprensione anche del non biblista o del non credente.
È riflessione sui generi letterari che esso comprende. Percorso storico e culturale dell’ambiente ellenistico in quell’Alessandria d’Egitto del periodo augusteo, luogo d’incontro culturale, dove vivevano gli Ebrei della diaspora e l’ignoto autore del Libro sacro: mirabile esempio di ogni incontro culturale e religioso, oggi più che mai necessario.
È riflessione all’interno stesso della tradizione ebraica che «il sapiente biblico vuole riproporre […] e, in questo, rivela un abile tentativo di ritrascrizione dell’antico messaggio ebraico secondo le nuove formule tipiche della classicità» (p. 81).
È confronto tra Ebrei ed Egiziani; cioè, una riflessione teologica tra il giusto e l’ingiusto, tra idolatria e fedeltà a Dio, tra la luce e le tenebre che offuscano la mente e il cuore degli uomini.
E allora la meditazione che Ravasi propone sugli eventi dell’Esodo vuole essere una meditazione sulla storia infinita di ogni popolo migrante e oppresso dall’o-stinazione di altri, sul vortice delle passioni che stravolgono menti innocenti (Sap 4,12), sul diverso destino degli uomini, sulla Sapienza che deve illuminare le menti dei reggitori di popoli.
Assisa in trono accanto a Dio, essa risplende da una estremità all’altra dell’universo, dove abita beneficamente (Sap 8,1), della luce dei Cherubini (Parad, XI, 39), che è «plenitudo scientiae» (s. Tommaso).
La regina di Saba venne dagli estremi confini della terra per ascoltarla. L’ascoltino oggi i re e i sovrani della terra, si sforzino di comprenderla (Sap 6,1), amino la sua luce, essi che sono dinanzi ai popoli (Dante, Conv, IV:VI, 18), la invochino perché sia al loro fianco, li guidi con saggezza sulla via delle loro azioni e li protegga con la sua gloria (Sap 9,10-11): è la voce che echeggia di secolo in secolo. L’ascolti anche ognuno che voglia dare risposta alle grandi domande esistenziali.
Gianfranco Ravasi, Sapienza di Salomone, Il Mulino, Bologna 2022, pp. 160, € 14,00, EAN: 9788815295750.