La tesi di dottorato in scienze bibliche e archeologia conseguito il 24 ottobre 2015 presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme dall’attuale docente di esegesi del NT e di lingua greca all’ISSR di Aquila – pubblicata a cura dell’Associazione biblica italiana – studia l’uso paolino del numerale UNO nei vari generi presenti nella lingua greca: maschile, femminile e neutro. Il suo uso non sostituisce semplicemente l’indicazione di un sostantivo preciso, ma ha una particolare forza argomentativa (la “retorica” menzionata nel sottotitolo), sempre in funzione anche di un particolare senso teologico.
L’autore studia i testi in cui il termine viene usato e compie due passi metodologici: analisi esegetica ed ermeneutica retorica. Spiegato il senso contenutistico del passo, se ne ricerca la funzione argomentativa più generale. I campi di applicazioni sono i più diversi: teologia, cristologia, antropologia, ecclesiologia, etica, escatologia.
Unicità e molteplicità
L’unicità è studiata in modo particolare in rapporto alla molteplicità e viceversa. L’unicità di Dio, di Cristo, della Chiesa, dell’ethos cristiano fa sì che le diversità e le pluralità (si pensi alle dualità giudei-greci, schiavi-liberi, uomo-donna, circoncisione-incirconcisione, “i due”, “gli uni gli altri”!) siano apprezzate e riconosciute ma, nello stesso tempo, relativizzate proprio dall’unicum costituito dalla persona salvifica di Gesù Cristo. La fede comune in lui crea un andirivieni continuo tra generale e particolare e da particolare a generale (secondo una delle regole ermeneutiche classiche dell’esegesi ebraica stabilite da Hillel).
La fede comune e l’incorporazione nell’unica Chiesa non mortificano le specificità particolari ma esaltano la reciprocità e la complementarità dei singoli. Non si pensi che l’unicità sia l’unico valore positivo. 1Cor 12 mostra bene come la pluralità complementare sia predisposta dallo stesso Spirito di Dio/di Cristo proprio in vista dell’edificazione della Chiesa.
Unicità e totalità
Il comune riferirsi all’unum che è Cristo e all’unicità della sua azione salvifica rivolta volutamente a tutti coloro che vogliono accoglierla, fa sì che i cristiani, vivificati dall’unico Spirito che la attualizza, vivano per Cristo, protesi in modo unanime verso la meta, comune ancora una volta, che combacia con l’essere «sempre con il Signore» (1Ts 4,17).
Conviene riportare la bella citazione di Ef 4,4-6 con cui l’autore conclude il suo lavoro, perché esprime bene la tensione positiva fra unicità e totalità e la sua risoluzione positiva nell’unicità di tante realtà cristiane, che coinvolgono tutti campi dell’esperienza di fede e di vita dei discepoli di Gesù. La riportiamo nella traduzione e nella disposizione grafica scelte dallo studioso:
Un unico e medesimo corpo,
un unico e medesimo Spirito,
come anche siete stati chiamati in un’unica e medesima speranza della vostra chiamata
un solo e medesimo Signore
una sola e medesima fede
un solo e medesimo battesimo
un solo e medesimo Dio,
il quale (è) sopra di tutti e (opera) per mezzo di tutti ed (è) in tutti.
Impreziosiscono l’opera un utile glossario retorico (pp. 261-265), la bibliografia (pp. 267-281), l’indice degli autori moderni (pp. 283-287) e quello delle citazioni bibliche ed extrabibliche (pp. 289-317). La segnalazione di questo poderoso volume di studio e di consultazione, su un tema inesplorato nel campo paolino e probabilmente anche in altri campi, valga come apprezzamento del lavoro fatto e un incoraggiamento alla ricerca di nuovi frutti di studio e di evangelizzazione.
Leonardo Giuliano, Un paradigma inesplorato. Retorica e teologia del numerale UNO nelle lettere di Paolo, Supplementi alla Rivista Biblica 61, EDB, Bologna 2016, pp. 326, € 35,60.
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