Sabato scorso si è concluso a Stoccarda il 102° Katholikentag della Chiesa tedesca. Un’edizione minore, per quanto riguarda il numero di partecipanti, rispetto a quelle precedenti. La pandemia sembra incidere non solo sulla partecipazione alla liturgia domenicale delle comunità cattoliche, ma anche su altre forme del loro convenire insieme.
Osservatori del mondo cattolico tedesco fanno notare, però, che questa disaffezione a un evento che è stato a lungo centrale per il laicato cattolico in Germania non può essere ascritta unicamente alle conseguenze della pandemia. Il Comitato centrale dei cattolici tedeschi, che organizza i Katholikentage, si trova davanti alla sfida di ripensare il formato e l’articolazione di questo incontro biennale.
Indicazioni significative potrebbero essere colte già in quanto accaduto a Stoccarda in questi giorni. In particolare, la riuscita, a livello di contenuti e di partecipazioni, di incontri organizzati a partire da esperienze quotidiane del vivere la fede oggi. Se si riesce a intercettare il vissuto delle persone, allora si è in grado di imbastire una interlocuzione, concreta e reale, della Chiesa con il contemporaneo.
Probabilmente da ripensare anche il modello della stretta separazione confessionale fra Katholikentag cattolico e Kirchentag evangelico.
A parte la presenza convinta e convincente del presidente federale F.-W. Steinmeier, va registrata la latitanza del personale politico della CDU – mentre il cancelliere tedesco O. Scholz ha fatto solo una rapida apparizione d’ufficio. Prima di parlare di irrilevanza sociale della Chiesa cattolica, sarebbe forse opportuno interrogarsi sul ricambio generazionale all’interno del partito Cristiano democratico e, anche tra i credenti, della loro capacità di cogliere il rilievo sociale e culturale di interlocuzione con le comunità religiose – in primis, quella a cui appartengono.
La scarsa attenzione politica e istituzionale alla galassia della religione sembra essere un tratto comune del nuovo personale politico europeo, che rischia però di indebolirne le valutazioni e le prassi politiche sia in materia nazionale sia per ciò che concerne la politica estera – come è diventato evidente nel conflitto tra la Russia e l’Ucraina.
Nel suo messaggio al Katholikentag, papa Francesco sottolinea l’importanza civile e lo sfondo strettamente evangelico del tema scelto: “Condividere la vita”. Francesco ricorda che, “grazie a Dio, proprio nelle crisi del nostro tempo possiamo vedere quanto grande sia la disponibilità di molti a sacrificarsi per gli altri. Nessuno può salvare se stesso. Siamo tutti sulla stessa barca. Per questo è imprescindibile sviluppare la consapevolezza del fatto che siamo tutti figli e figlie dello stesso Padre, fratelli e sorelle; che abitiamo tutti una casa che ci è stata affidata in comune (…). Solo insieme possiamo andare avanti”.