Nella solennità di Cristo Re è stata chiusa la Porta Santa in tutte le parrocchie del vicariato apostolico di Arabia del Nord. Il vicario apostolico, il vescovo comboniano Camillo Ballin, si dice molto soddisfatto, perché i cattolici, durante l’anno giubilare della Misericordia, «hanno avuto un sussulto di gioia, si sono sentiti capiti, accettati, perdonati».
Il vicario apostolico ci tiene ad informare che le condizioni di vita e di lavoro sono estremamente difficili nei Paesi del Golfo: frequente il sequestro dei passaporti da parte dello sponsor o del datore del lavoro; incontrollato numero di ore e di straordinari non retribuiti; in molti casi gli operai non ricevono lo stipendio da molti mesi e anche da anni.
La libertà di culto in alcuni Paesi del Golfo viene assicurata entro certi limiti e in altri proibita. L’anno della Misericordia ha profondamente segnato i lavoratori stranieri, che spesso devono affrontare innumerevoli incomprensioni e che per lo più sono soli. Le loro famiglie, infatti, sono rimaste nel Paese di origine e attendono il salario che spesso non viene addirittura dato.
I cristiani hanno meditato sulla parabola dei due figli, nota come la parabola del «figlio prodigo», sulla loro presenza in terra straniera, sul sacramento della riconciliazione. L’accesso alle confessione – rileva il vescovo Ballin – è aumentato di molto in tutte le parrocchie.
Nella cattedrale, in Kwait, è stato il nunzio a chiudere la Porta Santa. Altre celebrazioni si sono tenute nella parrocchia di Nostra Signora di Arabia, santuario molto noto e frequentato, e nella parrocchia di Santa Teresa del Bambino Gesù.
In Qatar una grande mostra ha evidenziato le sette opere di misericordia e più di tre mila persona hanno partecipato alla solenne chiusura.
Anche in Barhain l’afflusso dei fedeli è stato straordinario. «Ma come fare – si domanda mons. Ballin – là dove non esiste libertà di culto, né chiesa, né cappelle, niente? Quale Porta doveva chiudere quel milione mezzo di cattolici? Ho detto che, per loro, la Porta Santa è quella della casa nella quale pregheranno e celebreranno. Ma quelli che possono riunirsi in qualche casa sono molto pochi, solo alcune centinaia. Per tutti gli altri la Porta Santa è quella della loro casa dove abitano; entrando, entrano nella misericordia di Dio, chiudendola, concludono l’Anno Santo nella loro chiesa domestica».