Lo zelo degli uffici stampa è ammirevole, ma forse bisognerebbe aiutare le persone a capire meglio come stanno le cose. Ne avrebbero diritto, soprattutto nella grave situazione nella quale ci troviamo.
Il quadro informativo che è uscito in questi giorni è stato sconsolante. Tralasciando le testate che hanno titolato che è stato scoperto il “giacimento più grande al mondo”– una sciocchezza gigantesca – le persone in molti casi hanno capito che abbiamo trovato una soluzione immediata al problema del gas russo. Ovviamente non è così.
Per portare un metro cubo di gas dalle profondità del Mediterraneo a 160 km dalla costa cipriota alle case degli europei occorrono tantissimi anni, ammesso e non concesso che si farà un gasdotto per portare quel metano ai consumatori finali, che avrebbe un costo enorme.
Di questa infrastruttura si parla da anni ma non se ne è fatto nulla perché quel bacino estrattivo è al centro di un’annosa disputa geopolitica che vede, da una parte, Israele, Cipro e Grecia, dall’altra la Turchia che occupa militarmente la parte nord-orientale di Cipro dal 1974, senza alcun riconoscimento internazionale dell’invasione militare.
Ho parlato di questa complessa situazione in un’audizione alla Commissioni Parlamentari congiunte Esteri e Attività Produttive della Camera alcuni mesi fa, rimando a quel contributo per ulteriori approfondimenti.
Chiunque abbia a cuore il futuro dell’umanità o, più modestamente, le sorti dell’economia mondiale sa che gran parte del petrolio e del gas che abbiamo già scoperto deve rimanere là dov’è, per non devastare ulteriormente la stabilità climatica della Terra.
Questo vale anche per il gas del Mediterraneo Orientale. Tutto il resto non conta nulla.
Direi una visione realistica e condivisibile.