L’abisso della guerra nucleare

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armi nucleari

Il 26 settembre il segretario di stato vaticano, card. Parolin, è intervenuto alla riunione ad alto livello dell’ONU tenuta in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari.

Signor Presidente,

a febbraio, la guerra in Ucraina ha riportato in Europa un conflitto armato di dimensioni mai viste da generazioni. La ripugnante minaccia dell’uso di armi nucleari che ha accompagnato il conflitto illustra quanto il mondo si sia avvicinato all’abisso della guerra nucleare.

Questa minaccia incombente, con implicazioni devastanti per tutta l’umanità, dimostra che “le armi nucleari sono una responsabilità costosa e pericolosa”[1], che mina la sicurezza internazionale.

In questo contesto, Papa Francesco insiste sul fatto che “l’obiettivo finale dell’eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida che un imperativo morale e umanitario”[2].

Attraverso la modernizzazione e l’espansione degli arsenali nucleari, questi Stati stanno aumentando la loro dipendenza dalla deterrenza nucleare, piuttosto che rispettare gli obblighi di disarmo previsti dall’articolo VI del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP).

Signor Presidente,

nell’esprimere il suo profondo rammarico per la mancanza di un documento finale consensuale alla decima Conferenza di revisione del TNP, la Santa Sede ha notato con preoccupazione che, anche se la bozza di risultato fosse stata adottata, la mancanza di nuovi impegni significativi in materia di disarmo in essa contenuti non ci avrebbe portato più vicini a un mondo libero da armi nucleari.

Tuttavia, il programma di disarmo nucleare non manca di direzione. Lo scorso giugno, gli Stati parte del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) hanno adottato una Dichiarazione e un Piano d’azione che assicurano la possibilità di compiere progressi nel disarmo nucleare, soprattutto nei settori della verifica, dell’assistenza alle vittime e della bonifica ambientale. La Santa Sede ribadisce la speranza che, indipendentemente dalle loro posizioni sulla TPNW, gli Stati dotati di armi nucleari contribuiscano a tali sforzi.

Gli Stati devono anche rafforzare altre componenti del programma di disarmo nucleare. Ciò include non solo l’entrata in vigore del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT), ma anche l’avvio di negoziati per quanto riguarda i trattati sul materiale fissile e sulle garanzie di sicurezza negative. Senza progressi tangibili verso questi obiettivi, il programma rischia di erodersi.

Signor Presidente,

Il raggiungimento dell’eliminazione totale delle armi nucleari richiede una risposta “collettiva e concertata, basata sulla fiducia reciproca”, [3] che tenga conto delle catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali dell’uso del nucleare. Finché esisteranno le armi nucleari, non potremo escludere la possibilità di un loro utilizzo, che minaccia “ogni possibile futuro per la nostra casa comune” e l’esistenza stessa dell’umanità.[4]

In questa Giornata per l’eliminazione totale delle armi nucleari, esaminiamo ciascuno di noi come contribuire a creare un ambiente favorevole al raggiungimento del nostro obiettivo comune.

Grazie, signor Presidente.


[1] Papa Francesco, Messaggio a Sua Eccellenza l’Ambasciatore Alexander Kmentt, Presidente della Prima Riunione degli Stati Parte del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, 21 giugno 2022.

[2] Papa Francesco, Lettera Enciclica Fratelli Tutti, 3 ottobre 2020, 262.

[3] Papa Francesco, Lettera enciclica Fratelli Tutti, 3 ottobre 2020, 262.

[4] Cfr. Papa Francesco, Discorso al Memoriale della Pace, Hiroshima, 24 novembre 2019.

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