Sabato 5 novembre avrà luogo a Roma la manifestazione nazionale promossa da Europe for peace, ampio cartello di associazioni del mondo cattolico e laico in Italia. Emanuele Giordana – giornalista de l’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo – risponde alle domande sulle forme e sui contenuti dell’evento.
- Emanuele, cos’è Europe for peace?
È un cartello di associazioni – dalle più piccole alle più grandi in Italia – mobilitatesi per la cessazione della guerra in Ucraina. Al cartello Europe for peace hanno aderito altri cartelli o reti già costituite, come StopTheWarNow. Si sta andando uniti verso la grande manifestazione del 5 novembre.
- Cosa tiene insieme associazioni, anche così diverse tra loro?
Il gruppo promotore è riuscito ad elaborare una piattaforma (qui) in grado di togliere di mezzo ogni possibile elemento di divisione rispetto alla forza dell’afflato di pace che tutti unisce. Un elemento divisivo poteva essere costituito dalla posizione sulla cessione delle armi all’Ucraina; un altro, poteva essere la responsabilità della NATO.
La maggioranza dei gruppi è certamente critica su queste scelte compiute dai governi occidentali. Ma di questo non si fa, appunto, cenno nel testo elaborato tra tutti, così come non si entra nel merito delle possibili soluzioni negoziali.
Sono altresì scritte, sostanzialmente, tre cose molto nette e chiare: “cessate il fuoco immediatamente”, “negoziate”, “trovate le soluzioni dentro il consesso delle Nazioni Unite”.
L’appello è rivolto alle parti in conflitto, ma batte innanzi tutto alle porte della diplomazia italiana ed europea. Tutto questo viene “dal basso”, cioè da sentimenti ben presenti e molto diffusi nella società civile italiana: sabato si paleseranno.
Chi ci sarà
- Quanti e quali associazioni saranno in piazza a Roma?
La caratteristica della manifestazione sarà quella di mettere insieme la più piccola associazione sconosciuta ai più – una delle tante che magari è andata in questi mesi a portare aiuti umanitari in Ucraina piuttosto di una di quelle che si sono prodigate per l’accoglienza dei profughi – alle più grandi e note a livello nazionale, cattoliche e non (l’elenco qui).
Sicuramente hanno aderito le più numericamente rilevanti – quali ad esempio ACLI e ARCI -, insieme alle principali organizzazioni sindacali e ad alcuni partiti.
Conte e Letta saranno presenti con altri esponenti di partito. Chiunque voglia venire tra loro potrà ovviamente venire. L’unica condizione posta dai promotori è che non vi siano bandiere di partito. Sono sicuro che l’invito sarà rispettato. Dovrà essere e sarà una manifestazione della società, dei gruppi, della gente anche in forma non organizzata.
- Mi sembra comunque evidente la prevalenza delle associazioni cattoliche e di sinistra. È così?
Ti faccio notare l’adesione del comitato contro la guerra costituito dall’ex sindaco di Roma, politico di Fratelli d’Italia, Gianni Alemanno, una figura non riconducibile ai mondi che hai richiamato. Detto questo, è indubbio che saranno presenti soprattutto quelle realtà e quelle persone che si riconoscono nelle parole di papa Francesco: «la guerra è una follia, un orrore, un sacrilegio, una logica perversa», parole con connotazioni religiose e laiche nello stesso mentre.
Ti ripeto che la caratteristica più significativa di questa manifestazione sarà la partecipazione di “tutti”, anche di quei movimenti che sinora hanno fatto un po’ da sé. La preparazione dell’evento ha seguito peraltro percorsi differenziati.
- Quali percorsi sono stati già realizzati?
La manifestazione è stata preparata, come noto, da una serie di manifestazioni localizzate in più di 100 città d’Italia, dal 21 al 23 ottobre scorso: ogni organizzazione ha avuto modo di esprimersi nelle piazze, anche autonomamente, con propri presidi ed idee. Come ha fatto, ad esempio, la Comunità di Sant’Egidio col suo convegno internazionale.
- Parteciperanno i vescovi italiani?
La Conferenza episcopale non aderisce ufficialmente per evidenti ragioni. È semmai atteso un comunicato o un messaggio da parte dei numerosi partecipanti (qui). Come noto, vescovi e preti hanno partecipato personalmente o con organizzazioni di appartenenza a diverse iniziative, quali le tappe della Carovana della Pace in Ucraina con StopTheWarNow.
Penso che sabato ci saranno vescovi, presbiteri, religiose e religiosi in marcia assieme a tutti gli altri.
Collegamenti
- Quali modalità di svolgimento avrà la manifestazione?
Le modalità sono note, anche se non ancora nel dettaglio: non si sa ancora chi prenderà la parola, ad esempio.
Ma poco importa. Il ritrovo è previsto alle ore 12 in piazza San Giovanni. Alle 13 partirà il corteo alla volta della piazza di San Giovanni in Laterano. Attorno alle 15 ci saranno gli interventi dal palco.
- Europe for peace è una manifestazione solo italiana?
Il proposito è di riuscire a saldarsi con i movimenti europei, che ci sono ma che mi sembrano un passo indietro a noi. La presenza del papa “in casa” mi sembra produrre effetto soprattutto qui in Italia.
- Senz’altro tu conosci la lettera firmata da intellettuali – cattolici e non – con proposte di carattere negoziale dettagliate. Sono state prese in considerazione da Europe for peace?
La Russia è la parte che ha aggredito e l’Ucraina la parte aggredita. Questa è la costatazione che ha unito tutte le associazioni aderenti a Europe for peace. Ora tutte queste chiedono insieme una soluzione negoziata, anche se le idee tra le tantissime organizzazioni – e dentro le stesse – possono essere diverse. Non spetta ai manifestanti indicare la soluzione: alla gente spetta chiedere la soluzione negoziata, con determinazione.
- Ci sarà molta gente sabato a Roma e servirà “scendere in piazza”?
Pensiamo che il governo italiano – e tutti i governi – non possano ignorare l’impatto visivo – fisico – di decine di migliaia di persone che chiedono a gran voce il cessate il fuoco e le trattive di pace.
Io penso che quella di sabato sarà una grande manifestazione: so che ci sono già difficoltà di reperimento dei posti-treno per Roma. Potrebbero esserci tra le 45.000 e le 50.000 persone: sarà un bellissimo impatto visivo, anche se dovesse finalmente piovere.