È facile, in questo frangente storico, incontrare nell’esperienza di fede un approccio alla vita spirituale mediocre. Ciò emerge più chiaramente dalla ricerca, quasi spasmodica, di forme alternative di spiritualità che, molto spesso, non solo pervertono la stessa esperienza di fede, ma ne dichiarano quasi l’inconsistenza per la vita concreta della gente.
È un po’ quello che è raccontato in un episodio famoso del Vangelo, dove i discepoli, alla fine di un’intensa giornata in cui Gesù ha parlato a migliaia di persone, sentono l’urgenza di consigliargli qualcosa di tremendamente concreto: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare» (Mt 14,15). In pratica, i discepoli pensano che Gesù possa intrattenere le folle ma non possa sfamare la loro reale e concreta fame.
Se un’esperienza di fede non sfama i bisogni più profondi del cuore dell’uomo come il bisogno di senso, di sentirsi amati, di essere felici, allora quell’esperienza è solo una delle tante esperienze della vita che non conducono da nessuna parte. In questo senso la vita spirituale è l’esperienza di fede più interessante che deve essere rimessa con urgenza al centro della vita della Chiesa e nel cuore stesso della società perché la fermenti tutta.
L’arte della meditazione
Su questa evidente urgenza si inserisce un prezioso testo di p. Guidalberto Bormolini, della Comunità dei Ricostruttori nella Preghiera, L’arte della meditazione (Ponte alle grazie, Milano 2022, euro 16,80) che ci dona finalmente un libro che parla della meditazione con competenza teologica, lealtà antropologica e concretezza esistenziale. È proprio padre Bormolini che ci fa notare che
«Se anche è vero che talvolta alcuni apparati religiosi soffocano la libertà della ricerca spirituale, è altrettanto vero che nei secoli sono state le religioni, da Oriente a Occidente, a custodire e consegnare ai nostri tempi antiche e preziose sapienze ed esperienze spirituali. Pertanto, è più onesto dire che la dimensione spirituale è universale, e vive anche al di fuori delle religioni, ma proprio per la sua universalità è ben viva nelle religioni stesse. Allo stesso tempo, esistono purtroppo esperienze religiose svuotate di una vera spiritualità, appiattite sul formalismo e su ritualismi sterili o, peggio ancora, praticate come mera forma di appartenenza sociale e culturale per scadere perfino nell’uso della religione come strumento di potere e come spazio di identificazione politica» (p. 56).
Quando però si parla di meditazione, si può facilmente scadere in forme di sincretismo o, peggio ancora, in forme di autentica devianza spirituale che, con il lodevole desiderio di far tesoro di tutto ciò che la storia e le diverse tradizioni ci hanno consegnato, alla fine ne tradisce il suo vero scopo.
Bormolini ci mostra che il cristianesimo non ha nulla da invidiare ad altre tradizioni spirituali proprio nell’esperienza della meditazione e, allo stesso tempo, ci mostra che solo chi effettivamente entra nella profondità della vita spirituale e di ciò che essa spalanca, può bandire ogni atteggiamento di chiusura o pregiudizio nei confronti di esperienze spirituali a volte molto lontane da noi.
Non si tratta di dire che una cosa vale l’altra, ma che proprio a partire dalla convinzione paolina «che tutto è stato fatto per mezzo di lui (Gesù) e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono» (Col 1,16-17), allora si può navigare anche in esperienze culturali e spirituali molto lontane da noi, certi di riuscire a cogliere un filo rosso che lega le cose in maniera profonda.
La spiritualità più concreta
Bisogna essere grati a Guidalberto Bormolini perché, in tempi in cui il massimo del mondo interiore si riduce a slogan che hanno la sola funzione di emozionare per un momento, egli invece ci offre un libro che non solo va letto, ma va studiato con attenzione e pazienza. Questo saggio non ha nessuna funzione manualistica, ma ha la sola pretesa di riaccendere in maniera seria un giusto desiderio di riappropriarsi della dimensione più concreta della vita spirituale.
Sbagliavano i discepoli di Gesù a voler congedare le folle; in realtà, il loro Maestro ha mostrato loro di essere capace di sfamarle. L’arte della meditazione è un prolungamento di quel miracolo, è davvero una moltiplicazione di pani e pesci.
Luigi Maria Epicoco presenta il volume di Guidalberto Bormolini, L’arte della meditazione. Meditare per respirare con l’Infinito, Ponte alle Grazie, Milano 2022, pp. 384, € 16.80.
Siamo spesso chiamati alla meditazione, attratti quasi misteriosamente da una qualità dell’anima che non conosciamo bene. A volte sono incontri che si ripresentano, come questo con i Ricostruttori nella preghiera, che ho visto all’opera per far rifiorire la bellezza terrena in un casale in Sicilia, come un richiamo … concreto alla contemplazione.