Dopo un vuoto ulteriore di oltre un anno, la Commissione europea ha annunciato la nomina del nuovo Inviato speciale per la promozione della libertà religiosa e di credo al di fuori dei paesi dell’Unione.
Si tratta del diplomatico belga di lungo corso Frans van Daele. Una scelta di qualità, se si guarda al suo curriculum: capo di gabinetto del re belga Filippo (2013-2017); funzione ricoperta anche per il presidente del Consiglio europeo H. van Rompuy (2009-2012); rappresentante permanente belga presso la Nato; ambasciatore negli Stati Uniti; rappresentante permanente del Belgio presso l’Unione Europea.
Insieme alla nomina, giunge anche un cambiamento importante della collocazione dell’Inviato speciale per la libertà religiosa in seno alla Commissione europea. Passando dall’ufficio del commissario per la Cooperazione e lo sviluppo internazionale (ai tempi di Jan Figel, che fu il primo a ricoprire questa carica) a quello del vice-presidente della Commissione Margaritas Schinas – tra i cui compiti vi è anche quello di guidare la Commissione nelle relazioni con le religioni, le associazioni o comunità religiose, quelle filosofiche e non confessionali.
Una ricollocazione che aiuta sicuramente a profilare in maniera più precisa il ruolo dell’Inviato speciale per la libertà religiosa fuori dell’Unione Europea in seno alla Commissione stessa. Creando anche un ponte tra le politiche europee sulla libertà di religione e il ruolo delle comunità religiose e i rapporti diplomatici della Commissione con le altre nazioni.
Da parte della Commissione, l’incarico del nuovo Inviato speciale viene descritto come volto «al dialogo con le autorità nazionali e altri soggetti in quei paesi in cui vi sono discriminazioni basate sulla religione o sulle convinzioni. Sostenere il processo di dialogo interculturale e interreligioso: in particolare, incoraggiando il dialogo tra i rappresentanti delle diverse confessioni e la realizzazione di iniziative comuni tra esse. Provvedere alla realizzazione di misure che mirano alla deradicalizzazione e alla prevenzione dell’estremismo religioso in paesi terzi, promuovendo la diversità religiosa e la tolleranza nel quadro dei programmi educativi».
Salutando la nomina di van Daele a questo incarico, il presidente della Comece, card. Hollerich, ha colto l’occasione per «rinnovare l’invito alla Commissione europea di mettere a disposizione dell’Inviato speciale le risorse adeguate e un mandato ben definito. In modo da rendere possibile a van Daele di ottemperare alla sua importante responsabilità di proteggere e promuovere la libertà religiosa, un diritto fondamentale che è minacciato in molte parti del mondo».