Suor Monika Amlinger si sente chiamata a diventare prete. Esperta referente pastorale, vive da eremita in un appartamento a Osnabrück. Qui ha allestito una stanza dove ogni giorno trascorre molto tempo in preghiera e in silenzio. In un’intervista al portale katholisch.de parla della sua vocazione e di ciò che la rende difficile (traduzione dal tedesco di A. Dall’Osto).
A 25 anni Monika Amlinger è diventata suora benedettina. Già allora sentiva il desiderio di essere prete. All’inizio lo ha represso. Oggi, a 41 anni, con un dottorato in teologia, ha la certezza che Dio vuole la sua chiamata. In questa intervista parla del suo desiderio di essere ordinata e della ragione per cui sia faticoso per lei sentirsi chiamata.
- Sorella Monika, a cosa si sente esattamente chiamata?
Ho un grande desiderio di essere prete nella Chiesa cattolica. Ho lavorato nelle comunità per diversi anni e attualmente sono cappellano ospedaliero. Il mio lavoro mi dà soddisfazione, mi piace essere a disposizione degli altri. Ma desidero qualcosa di più. Vorrei anche poter celebrare l’eucaristia.
Questo sarebbe il desiderio del mio cuore. Per me il cielo si apre sempre un po’ di più nella celebrazione dell’eucaristia. Mi commuove profondamente l’invocazione che lo Spirito Santo scenda sui doni e li trasformi perché Gesù sia presente in mezzo a noi. Vorrei recitare la preghiera eucaristica, specialmente le parole dell’istituzione. Mi piace essere pastore d’anime, ma voglio anche poter trasmettere la vicinanza di Dio alle persone attraverso i sacramenti. In ospedale, naturalmente, per me sarebbe importante anche poter amministrare l’unzione degli infermi.
- Da quanto tempo sente questa chiamata?
Durante i miei studi di teologia a Monaco, sono entrata in monastero e sono diventata suora benedettina. Allora avevo 25 anni. In monastero ero sacrestana. Durante le messe, svolgevo i compiti di un chierichetto.
Ad esempio, portavo le particola all’altare durante la messa. Fu allora che crebbe il mio amore per l’eucaristia. Durante quel periodo ho sentito la chiamata di Dio ad essere prete. Ma inizialmente l’ho respinta e repressa.
- C’è stato un particolare momento in cui ha sentito la chiamata ad essere prete?
Durante la mia permanenza nel monastero, ho compiuto un pellegrinaggio a piedi. Ho parlato a lungo con una donna. Era una teologa e mi raccontò che anche lei si sentiva chiamata da molto tempo a diventare prete. Prima non l’avevo mai sentito dire da una donna. Fu allora che spontaneamente dissi, per la prima volta, che anch’io mi sentivo chiamata ad essere sacerdote.
Sono rimasta sorpresa io stessa dalle mie parole. È stato come un lampo dello spirito, un’illuminazione interiore. Dopodiché, ho pregato molto e ho lottato anche con Dio. Ho chiesto: “Signore, cosa significa questo? Perché metti una tale chiamata nel mio cuore, un desiderio profondo, quando le donne nella tua Chiesa non possono essere preti? Cosa devo fare?”.
- Ha avuto una risposta?
All’inizio, per lungo tempo, non sapevo cosa fare. Nelle persone con cui ne parlavo parlato ho trovato solo un senso di impotenza e di silenzio. Ora sono in contatto con altre donne che si sentono chiamate e avverto che il Signore ha in mente qualcosa per me e per noi. Inoltre, la preghiera mi dà molta forza e gioia.
Ho allestito un piccolo spazio per la preghiera nel mio appartamento. Qui trascorro molto tempo in silenzio. Sento che Dio mi conduce. Anche i colloqui con la mia guida spirituale, un gesuita, mi aiutano a discernere i successivi passi da compiere.
- Come verifica se una chiamata spirituale è genuina?
Alla fin fine, sarà difficile provare in modo certo se uno – uomo o donna – è chiamato. Ma ci sono dei modi collaudati di verifica: per sé personalmente nella preghiera e nell’accompagnamento spirituale, ma anche nella percezione esterna delle persone con cui si vive e per le quali si è lì.
La vocazione uno la sente chiaramente dentro di sé. Spesso mi è stato detto che sono una buona pastora. Alcuni mi chiamano anche “signora parroco” o mi dicono che sarei un bravo prete. Penso che, se la risposta dall’esterno va di pari passo con quello che senti dentro, ci sono buone probabilità che una chiamata sia autentica e voluta da Dio. In ultima analisi, sono i ministri nella Chiesa, specialmente i vescovi, che riconoscono una vocazione basata sulle esperienze menzionate. Questo finora non è stato il caso di noi donne. A volte trovo molto faticoso essere chiamata.
- Perché?
È una grande sofferenza per me sapere che non mi è permesso vivere in senso pieno la mia vocazione di prete. Sono esclusa da questo incarico dagli uomini che hanno responsabilità nella Chiesa.
- Lei ha scritto la storia della sua vocazione nel libro di suor Philippa “Perché Dio vuole così”.
150 donne e anche singole persone non binarie (si dice non binaria la persona che non si identifica completamente nel genere maschile o femminile, ndr) della Germania, della Svizzera e dell’Austria descrivono in questo libro la loro vocazione. Piacerebbe loro essere diaconesse o preti e molte vorrebbero ricevere l’ordinazione. Esse soffrono molto per come oggi appare la Chiesa cattolica riguardo alla struttura e ai problemi umani.
Noi, che abbiamo scritto il testo, ci siamo incontrate spesso online e una volta di persona; ora siamo ben connesse in rete. È stato liberatorio sentire che anche altre donne avvertono questa chiamata di Dio. Per anni, molte si sono vergognate anche solo di pensarlo o di esprimere questo desiderio. Pensavano che fosse una loro immaginazione e di essere le sole a pensarlo. Non ci sono per noi donne modelli femminili che possano rafforzarci o incoraggiarci nel nostro cammino.
Alcune di noi che hanno parlato sono state derise, ostacolate nel loro cammino o costrette a tacere. Noi donne chiamate, connesse in rete, non vogliamo più tacere. Vogliamo parlare con altre donne, con uomini, con persone non binarie, con i diaconi, i sacerdoti, i vescovi – e forse un giorno anche con il papa – della nostra vocazione e delle nostre esperienze. Il dialogo sarà semplice.
- Papa Francesco ha recentemente ribadito il suo no alle ordinazioni sacerdotali delle donne…
Personalmente, trovo che è rimasto indietro e ciò dispiace. Ci sono donne con la vocazione in tutto il mondo e non solo in Germania, in Svizzera o in Austria. Al Sinodo dell’Amazzonia, alcuni vescovi hanno detto: «Perché noi uomini rifiutiamo ancora l’ordinazione sacramentale a queste donne che fanno già tanto per le nostre comunità cristiane, assumendone la guida, e battezzano, celebrano i funerali e assistono ai matrimoni?». Si trattava dell’ordinazione diaconale femminile e quello sarebbe stato il primo passo importante.
Dichiarazioni come queste mi infondono speranza. Mi rallegra anche che alcuni vescovi tedeschi abbiano un serio interesse per noi donne che si sentono chiamate. Nel Cammino sinodale è stato adottato il testo base dal titolo “Donne nei servizi e negli uffici nella Chiesa”. Si dice che in passato ci sono state donne, come Teresa di Lisieux, che hanno sentito la chiamata ad essere preti. E che è necessario che le vocazioni femminili siano esaminate allo stesso modo delle vocazioni maschili.
È un grande passo per la Chiesa tedesca e per noi donne “chiamate” che questo sia incluso nel testo. Ora possiamo dire che noi donne abbiamo tanti vescovi che ci sostengono. Altrettanto importante è che, nel processo sinodale globale, sta diventando chiaro che il tema dell’ordinazione delle donne è virale in molti paesi, non solo qui da noi.
- Cosa desidera per la sua vocazione?
Vorrei essere ordinata per poter servire la gente anche attraverso i sacramenti e trasmettere ad essa la vicinanza di Dio. Tuttavia, non so se potrò mai vedere realizzato il mio sogno. Naturalmente, il sacerdozio come attualmente è inteso dovrebbe cambiare anche per le donne che non sono celibatarie come me, ma hanno famiglia e figli o sono queer (non eterosessuali).
Ci interessa anche il rafforzamento della dimensione diaconale del sacerdozio. Ciò significa che intendiamo accompagnare le persone non solo con un’azione sacramentale di breve termine. In nessun caso vogliamo perpetuare il clericalismo. Vogliamo poter celebrare i sacramenti perché anche noi donne sentiamo di essere chiamate ad essere sacerdoti. Sentiamo che Dio lo vuole!
Sono felice di non far parte di una chiesa che discrimina le donne. Auguro pieno successo a questa meravigliosa suora affinché possa realizzare il suo desiderio. Se il suo signore la sta chiamando a questa vocazione mi fa piacere per lei.
Il linguaggio di questa persona mi sembra fortemente influenzato dall’ ideologia gender : parla di persone “non binarie” ,di persone “queer” che si sentono chiamate…E’ lo stesso spaventoso equivoco che sta alla base della teoria gender : una persona e’ quello che “sente” di essere. Una persona non binaria ,a quanto pare, e’ una persona che non si sente be’ maschio ne’ femmina cioe’ esce dalla classica e biblica divisione : Maschio e femmina Dio li creo’.
La confusione e’ tale che si vuole mettere insieme la fede nel Dio biblico ,il Dio di Gesu’ e anche della Genesi, dei profeti, con la nuova ideologia gender.
La strana confusione fra la volonta’ di Dio” e ” quello che io sento dentro di me” porta queste persone all’ illusione di scambiare la propria volta’ e desiderio con quello di Dio. La guida spirituale poi di certi gesuiti iperprogressisti attivisti della lobby LBGTQ+++per non dire eretici , fa il resto…La responsabita’ della sofferenza spirituale di queste persone non e’ della dottrina cattolica, chiara, limpida e semplice ,che possono accettare o rifiutare, ma proprio di coloro che intorbidano le acque, che suscitano illusioni, che come vampiri succhiano il sangue di questa generazioni di fedeli ,spingendoli verso la ribellione o la disperazione.
Si vede che lei parla dei cristiani LGBT senza conoscerli.
Tra l’altro il suo intervento chiarisce chiaramente che i diritti delle minoranze (donne e persone LGBT) corrono insieme. La lotta contro il patriarcato, che lei esprime meravigliosamente, è ancora lunga.
Altro che patriarcato! Il bombardamento mediatico fluido in film, serie, programmi televisivi, piattaforme social ecc. sta creando una generazione che è tutt’altro che liberata! Una generazione a cui viene tolta, dopo la stabilità familiare e lavorativa, anche quella della propria identità sessuale. Le teorie strutturaliste denominate “gender studies” – una volta implementate nei media e nelle prassi saniarie, scolastiche e psichiatriche – stanno portando a disastri quali le terapie ormonali di blocco della pubertà e consimili scellerarezze. Purtroppo le ideologie LGBTQ+ sostengono tali visioni senza alcun spirito critico. E qui non è questione di omosessuali o omosessualità ma del modo di elaborarne il vissuto traendone teorie ed ideologie sempre più estreme e disumanizzanti.
Non si rende conto che sono i suoi ragionamenti a rendere persino il cristianesimo ideologico? No vero? Il dubbio non la tocca. Beato lei.
Il cristianesimo non c’entra nulla col mio post. E ancor meno l’ideologia. Si interroghi sui punti che vengono solo lambiti dal mio post. Si interroghi sulla portata devastante che avrà sull’umano la saldatura tra teorie “gender”, teorie del post-umano e tecniche genico-riproduttive. Altro che cristianesimo ideologico. Legga Rosi Braidotti ed apra gli occhi.
Mi sembra poco delicato e avveduto pensare che santi come Pio da Pietralcina, Francesco d’Assisi, Giovanni Bosco, Caterina da Siena, Teresa d’ Avila, Teresa di Calcutta non abbiano si siano accorti che la loro religione fosse altamente discriminatoria…..forse la realtà è diversa gentile Pietro. Bisogna capirne il profondo significato senza pretese di cambiare. Oppure si è sempre liberi di fare le sacerdotesse luterane. La priorità non dovrebbe essere la nostra personale santità (battesimale)?
L’argomento è stato chiuso definitivamente da GPII con il classico reponatur sine ulla spe.
Questa è solo aria fritta.
A Roma, che di papi se intendono, dicono: “un papa bolla e l’altro sbolla”.
Ho letto la lettera della monaca che si sente la vocazione al sacerdozio.
Interessante, ma..
nella situazione in cui siamo: il sacerdozio non dovrebbe essere dedito un poco di più alla costruzione e custodia della comunità cristiana? Così il desiderio di poter accompagnare anche con i sacramenti lascia un po’ perplessi.
Nel 2023 potrebbe esserci un sacerdozio ancor più ” funzionale” alla comunità, come ha chiesto il papa per le comunità monastiche; un anziano o un’anziana che presiede celebrazione della pasqua del Signore e nella vita custodisce la comunità.
Lo scritto della suora tende un poco a enfatizzare la vocazione.
Un vecchio testo, ma non stupido, letto nella mia formazione, diceva che se vita religiosa non può essere impedita perché voto è dono personale; per il sacerdozio, invece, è chiamata a servizio; se non serve si può dir di no.
Sarà lo Spirito Santo a decidere e deciderà nonostante tutti gli ostacoli della gerarchia. Rendetevi conto che è offensivo affermare che una donna non può avere la vocazione al sacerdozio . Sarebbe come dire che un uomo non può avere la vocazione alla paternità perché tale vocazione spetta solo alle donne perché sono loro a dare la vita.
Mi riferisco chiaramente al sacerdozio ordinato
Una donna non può avere la vocazione alla paternità, come un uomo non può avere la vocazione alla maternità. E si, paternità e maternità sono due cose estremamente diverse, complementari ma diverse. In un mondo ideologizzato e disincarnato, affermare questo non è scontato. Il presbiterato è per sua natura paterno, in quanto legato al seme della Parola che feconda i cuori delle assemblee. L’atto fecondativo della Parola e la sua potenza generativa di vita nuova, sono tematiche esclusivamente maschili. Il ministero è una cosa seria, non un oggetto di compensazione dei propri vuoti. Mi dispiace una donna non può essere presbitero perché non può essere padre. Si, diciamolo: una donna non può essere padre, né in biologia né nella biologia della vita in Cristo.
Un prete cattolico
Dopo tutti questi preti pedofili e perversi sono anni che non vado più a una messa. Prego a casa e mi sento più vicina a Dio. Io tornerei in chiesa con una DONNA al comando. Da 2000 anni vediamo e subiamo solo disastri. Sarebbe ora che lo spirito di Santa Maria Magdalena prendesse il posto che gli è stato rubato… dai maschi
Se il Dio che preghi a casa non ha salvato nessuno nella chiesa, che Salvatore è? E soprattutto come potrebbe salvare te? E quindi perché pregarlo? Uomini corrotti ce ne sono e ce ne saranno, come anche donne corrotte. Il punto non è questo. Dio si è incarnato in un maschio. E l’uomo Cristo Gesù ha scelto 12 uomini per il ministero. Non per il maschilismo dell’epoca (se fosse vera l’ideologia femminista e gender, Cristo lo avrebbe saputo e avrebbe fatto qualcosa di diverso). Per il mondo moderno è indifferente, ma la biologia è un dato oggettivo. È il maschio a fecondare, anche nella vita di fede. Solo un uomo può essere padre. E solo una donna può essere madre, ma il mondo vuole invertire tutto, generando infine un autentico e demoniaco disprezzo per la carne, per la realtà che Dio ha creato. Se nella chiesa ci sono solo disastri, molla quel Dio che preghi, perché non vale nulla.
Che tristezza… Donne binarie, queer… Se questi sono i fermenti della Chiesa, se questo vi pare il sale o il lievito necessario… credetemi, siamo molto fuori strada. Non resterà una pietra sull’altra di questa roba. Per fortuna.
Vieni cara sorella nella chiesa cattolica ecumenica di Cristo. Io sono stata ordinata diacona e prossimamente sarò ordinata presbitera. Maria è stata la prima presbitera.
Che però non è fondata e voluta da Cristo.
Esatto, prendetevela voi queste. Noi siamo cattolici da 2000 anni e così vogliamo rimanere, come Cristo ci ha comandato. Gli unici veramente e perfettamente connessi, temporalmente, dottrinalmente e istituzionalmente, con i 12 apostoli sono i cattolici. Fatevene una ragione, nessuno può vantare quello che ha la Chiesa Cattolica
Buongiorno, penso che dovremmo rispettare la posizione che ufficialmente, a più riprese, la Chiesa cattolica sostiene da duemila anni. Chi non si sente di accettare cquesta impostazione può cambiare confessione, diventare protestante, no?. Non comprendo questo accanirsi sul cattolicesimo…
Spero che il Signore guidi la Chiesa Cattolica ad una maggiore apertura verso la parte femminile del suo Corpo mistico. Le donne sono la maggior parte dei fedeli, escluse però anche dal Diaconato, senza un motivo convincente.
Le donne nella chiesa devono fare le madri e gli uomini i padri. Il ministero è paternità. Ognuno faccia ciò per cui è stato creato, i maschi facciano i padri e le donne le madri. Un’inversione di ciò è disprezzo della realtà creata da Dio, cioè un atto demoniaco e anticristico
Infatti, “maschio e femmina li creò e vide che era cosa molto buona”.
La fa troppo semplice amico mio. Si rassegni alla complessità. Le pare forse la Trinità un concetto semplice ed immediato? Mi chiedo perché la realtà che viene da un Dio relazionale e complesso come quello espresso dalla Trinità debba creare una relata banale come quella che lei descrive.
Le ricordo che Dio è anche Madre e non lo dico io ma lo ha detto un papa.
La Trinità non è un concetto, ma è Dio stesso e, se sapesse qualcosa di metafisica, saprebbe anche che Dio, proprio perché è infinitamente complesso, è infinitamente semplice. Affermare che gli uomini sono chiamati alla paternità e le donne alla maternità non solo non è banale, ma è la verità fondamentale inscritta nella creazione di Dio, che li creò maschio e femmina. Tale verità è divina proprio perché è semplice e, nella sua semplicità, complessa. Le teorie arzigogolate del gender, del dover andar oltre i limiti imposti dalla realtà ecc… è demoniaco. È un atto di distruzione e disprezzo della realtà, che noi siamo in grado di giustificare in ogni modo, addirittura tirando in ballo la dottrina trinitaria e una frase di un papa su Dio, decontestualizzata e poi ideologicamente orientata. La dottrina cattolica sulla questione è molto chiara. Che poi l’esistenza umana, ferita dal peccato originale, sia caratterizzata da tante situazioni non fa altro che confermare l’originario progetto di Dio: maschio e femmina. Il di più, diceva qualcuno, viene dal Maligno. Purtroppo non sempre è facile ammettere di star lì a diffondere il verbo del Maligno. Spero se ne renda conto presto
Le tre virtù, Fede Speranza e Carità Cristo le dona per grazia ai poveri agli umili in Spirito, dove la superbia e l’orgoglio sono morte. E questo basta per sentirsi di Cristo… essere ordinato prete non aggiunge nulla per la salvezza. Se la si cerca a tutti i costi è un qualcosa che va contro la volontà di Dio di Cristo.
Le donne hanno il diritto di avere un ruolo forte nella Chiesa, perché oggi non contano nulla, e mi sembra sciocco pensare che nella Chiesa tutto può essere risolto con l’ordine sacro. Bisogna tenere aperta una strada per l’ordinazione sacerdozio ministeriale visto che sono già ora sacerdotesse con il Battesimo, che in futuro verrà percorsa.
Il sacerdozio battesimale è essenzialmente diverso dal sacerdozio ministeriale. Il primo è legato all’essere figli di Dio e alla salvezza, il secondo è legato al servizio. Ora, il servizio sacerdotale è un atto di paternità verso la comunità. Solo gli uomini possono fare i padri, per ragioni oggettive, carnali. Ciò è vero sempre, anche nella vita di fede. Il ministero non è un diritto, è un servizio, da sempre, e sottolineo sempre, connesso con la virilità. Le donne hanno il carisma della maternità, che è una cosa molto seria. La chiesa ha bisogno di donne madri, non di donne padri (che abominio)
La mia semplice opinione, del tutto discutibile, rileva una certa confusione tra ‘sensibilità’ eucarisitca e ordinazione sacerdotale, nel senso che quasi tutte le grandi mistiche avevano un rapporto speciale con l’eucaristia ma non l’hanno confusa con la vocazione sacerdotale; inoltre il sacerdozio alle donne, poi diventa gnericamente aperto ai ‘non binari’, alle donne sposare, ai queer… troppa carne al fuoco dice poche idee chiare, pertanto cosa vorrebbe Dio dentro a questo calderone? Parlo da consacrata, aperta a possibili cambiamenti… ma con più chiarezza!
Ogni interiorità spirituale merita rispetto ovviamente anche quella di Suor Monika Amlinger. Il rispetto però non può e non deve impedire la libera espressione delle proprie idee. La mia idea in proposito è questa: vai nella chiesa anglicana. Gli anglicani ordinano le donne da molto tempo. Lo stesso fanno i luterani e tanti altri. Molti vescovi e preti anglicani sono tornati in comunione col papa proprio per questo motivo. A questo punto cosa impedisce di passare all’anglicanesimo? Tanto siamo tutti cristiani, tutti uguali e la chiesa cattolica è soltanto uno dei tanti modi, tutti ugualmente validi e veri, di ricezione del Cristo.
Non entro nel merito della vicenda personale, voglio solo dire che è vero che S. Teresa di Liseux ha scritto di voler essere prete, ma:
1) Ciò va inteso nel più ampio contesto dei suoi scritti spirituali e, in generale, della sua spiritualità. Invito chi è dubbioso a leggere la fonte originale, “Storia di un’anima”!
2) Teresa stessa chiarisce il suo concetto di vocazione nei suoi scritti;
3) Teresa non ha mai perseguito attivamente il sacerdozio, a quanto ci risulta. E ha anche speso la sua vita per le vocazioni sacerdotali reali, pregando per loro e intrattenendo rapporti di amicizia con alcuni preti;
4) Teresa non è stata ordinata sacerdotessa, eppure è divenuta Santa e Dottore della Chiesa. Ora, mi chiedo: se essere beatificati 26 anni dopo la propria morte (peraltro dopo una vita nascosta in clausura!) non è abbastanza per dire che Teresa abbia seguito la propria vocazione, cosa è abbastanza? Se il Paradiso non è abbastanza, se i frutti spirituali (che includono S. Teresa di Calcutta, che non ha scelto quel nome per caso!; S. Maximilian Maria Kolbe; S. Pio da Pietrelcina; il Beato Giovanni Paolo I e tanti altri!) non sono abbastanza, cosa è abbastanza?
5) Se Teresa avesse promosso qualcosa di opposto al Magistero sarebbe stata canonizzata? E poi, in un tempo così breve? E fatta Dottore della Chiesa? Lo dubito fortemente.
E’ chiaro che anche i Santi probabilmente non compiono perfettamente il volere di Dio nella loro vita terrena, ma ugualmente penso che utilizzare S. Teresa di Liseux per promuovere il sacerdozio femminile sia controproducente, oltre che ingiusto. E credo che suor Monika, che ha studiato tanto, non lo abbia fatto (infatti premette “si dice”), però ci tenevo a dire due parole su S. Teresa.
Per quanto riguarda l’articolo in sé, io supporto pienamente l’ascolto di chi ha idee diverse ma credo che, ad un certo punto, bisogna andare avanti. Sull’impossibilità dell’ordinazione femminile c’è un Magistero risalente all’età Apostolica, riaffermato da più papi (incluso l’attuale) e consolidato definitivamente da S. Giovanni Paolo II. Possiamo accusare i nostri avi di aver seguito la mentalità del tempo ma non Gesù, che non ha avuto problemi a coinvolgere nel suo ministero donne (Sua Madre Maria, la Maddalena, le sorelle Marta e Maria, la samaritana al pozzo, etc.) e, ciò nonostante, ha ordinato solo degli uomini al sacerdozio. Qualcuno può davvero obiettare che il Signore non abbia ordinato donne perché non eravamo pronti ad accettarlo, Lui che è salito in croce contro le aspettative di un Messia-guerriero? Perché tornare su questa questione? Sarebbe più proficuo discutere di ciò che la donna può fare nella Chiesa, trovare nuove soluzioni creative dentro il Magistero, non fuori.
Certezza. Dio lo vuole. Sono parole pesanti come macigni. Giusto parlare, dibattere sul ruolo delle donne nella Chiesa. Ma nessuno può vantare di possedere la volontà di Dio… nessuno!!! Nel discorso alla Curia romana il Papa ha parlato dei demoni educati. Cito un passaggio perché leggendo questa intervista me ne sono ricordato. “Nel secolo XVII – per esempio – ci fu il famoso caso delle monache di Port Royal. Una delle loro abbadesse, Madre Angelica, era partita bene: aveva “carismaticamente” riformato se stessa e il monastero, respingendo dalla clausura perfino i genitori. Era una donna piena di doti, nata per governare, ma poi diventò l’anima della resistenza giansenista, mostrando una chiusura intransigente persino davanti all’autorità ecclesiastica. Di lei e delle sue monache si diceva: “Pure come angeli, superbe come demoni”. Avevano scacciato il demonio, ma poi era tornato sette volte più forte e, sotto la veste dell’austerità e del rigore, aveva portato rigidità e presunzione di essere migliori degli altri. Sempre torna: il demonio, cacciato via, torna; travestito, ma torna. Stiamo attenti!”. Per dire che è certo, che Dio lo vuole occorre non solo ascoltare i moti del propio spirito, ma anche essere “cum ecclesia”.
Buongiorno.
Ritengo a dir poco ingenuo simile articolo. Ingenuo e dannoso, innanzitutto per la fede dei semplici: causa confusione e non aiuta il cammino dei credenti che cercano di vivere la fede trasmessa dagli Apostoli.
Le argomentazioni esposte sono di carattere perlopiù intimistico e disancorato dagli insegnamenti della Scrittura e dalla Tradizione della Chiesa.
Metto in luce, molto brevemente, i miei motivi di perplessità.
– Con Ordinatio Sacerdotalis (OS, pubblicato nel 1994), Papa Giovanni Paolo II si è espresso in maniera definitiva sulla questione dell’ordinazione al presbiterato e all’episcopato delle donne; successivamente, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha fatto presente, con interpretazione autentica approvata dal Papa stesso, che quanto scritto in merito in OS è corredato del carattere di infallibilità. Perché ostinarsi, dunque, su questa via non più percorribile, a scapito del bene e dell’unità nella fede della Chiesa?
– Ritengo al limite dell’offensivo affermare che papa Francesco “è rimasto indietro”: semplicemente, il Papa non può e non vuole tradire il suo mandato di Supremo Pastore. Considerazioni di carattere sociologico – come quelle espresse a commento di questo suo modus operandi – sono del tutto estranee alla teologia e alla fede della Chiesa.
– Oltre a questi elementi, vorrei farne risaltare un altro: come è possibile pensare alla vocazione in maniera così solipsistica e disancorata dal vissuto ecclesiale?
Grazie dell’attenzione e cordiali saluti
don Marco Ferrari
Diocesi di Vicenza
Buongiorno, sono una psicologa di formazione psicoanalitica, mi permetto di entrare in punta di piedi su questo tema dell’ordinazione delle donne sacerdoti perché è una questione di principio che non mi sembra rilevante per la Chiesa Cattolica. Tuttavia non trovo plausibili le posizioni del rifiuto in nome della tradizione. Penso che la priorità dovrebbe essere l’ordinazione di preti sposati e il recupero di quelli che sposandosi sono stati obbligati ad uscire dalla Chiesa con dolore. La seconda priorità dovrebbe essere il recupero del diaconato. Rinuncio a commentare la lettera da cui è scaturita questa discussione.
Sono sicuro che è una bravissima psicologa. Faccia quello e lo faccia bene e per la gloria di Dio. Ciò è rilevante per la chiesa cattolica è materia legata all’autorità ministeriale nella chiesa, da sempre, maschile, per le ragioni che la chiesa ha già espresso. Le sue considerazioni teologiche lasciano il tempo che trovano. Per voi esiste già una chiesa che fa queste cose, le morenti chiese luterana e anglicana. Morenti perché hanno lasciato entrare l’ideologia disincarnata moderna all’interno della fede. Spero di morire cattolico
Stando a ciò che dice sr. Monica ogni nostro desiderio è volontà di Dio
Grazie a Dio, mi permetto di aggiungere, non è così, sennò chissà dove saremmo
vedo una grande desiderio (molto preconciliare) di voler possedere la ‘potestà dell’ordine sacro’ e lo si vede in questo passo
Vorrei recitare la preghiera eucaristica, specialmente le parole dell’istituzione. Mi piace essere pastore d’anime, ma voglio anche poter trasmettere la vicinanza di Dio alle persone attraverso i sacramenti. In ospedale, naturalmente, per me sarebbe importante anche poter amministrare l’unzione degli infermi.
poi anche il fatto che per voler poter trasmettere pienamente la vicinanza di Dio alla gente sia necessario essere prete… è discutibile
Sono d’accordo con lei. Non serve essere preti per portare Dio agli uomini. Ma serve la paternità per guidare la chiesa. E solo gli uomini possono essere padri.
Aggiungo che presiedere l’eucaristia è un atto di tale profondità e spessore, in cui il sacerdote è carico delle sue miserie, del peso della vita degli uomini, e della grandezza del dono a lui fatto, che ci penserei due volte prima di desiderarlo. Lo dico da prete. Solo Dio può chiamare a questo e la sua chiamata è incarnata nella chiesa e nelle sue scelte
Forse la suora ha bisogno di leggere ancora le scritture riguardo la sua aspirazione Ciò che ha stabilito dio su certi ruoli non è gestibile per sentimento, per quanto in buona fede
C’erano con lui i Dodici 2e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; 3Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Luca 8, 1-3
Se al brano precedente aggiungiamo che la prima che fu mandata a testimoniare il Risorto ai dodici fu una donna, mi chiedo di cosa abbiamo bisogno per avere donne preti.
Le donne tenevano in piedi la comunità con i loro beni e annunciarono l’evento di tutti gli eventi. Direi che non c’è molto altro da dire.
Nonostante sul tema la riflessione esegetica e teologica abbia ancora molto da approfondire e nonostante io creda che il magistero dovrà affrontare almeno la questione del diaconato femminile, ritengo che Lc 8, 1-3 non conforti affatto l’idea del presbiterato femminile. Il Signore investe del mandato della predicazione solo i 12 ed i 72. Nessuna evidenza neotestamentaria sembra indicarci che nel loro novero ci fossero delle donne. E tale scelta del Signore sembrerebbe ancora più pregnante considerando il modo assolutamente rivoluzionario con cui Egli interagiva e considerava le donne sue contemporanee.
Trovo che non sia vero quello che scrive. C’erano donne eccome che seguivano Gesù. Lo dice Luca. Inforchi un bel paio di occhiali e via!
E in tutti i casi qualsiasi persona di buon senso leggerebbe nel comportamento di Gesù tutto tranne una preclusione alle donne. Come al solito difetta la parte biblica.
Come al solito lei non argomenta. Perennemente a corto di ragioni a supporto di quanto va affermando sa solo scadere in attacchi personali di bassa lega. Quanto alla “parte biblica”, come lei la chiama, sono contento che mi difetti se si tratta di una Bibbia “di parte” come è la sua.
Non sono mai riuscito a vedere difficoltà teologiche a rispondere SI alla richiesta delle donne come pure dei “viri probati”. L’ostacolo è solo giuridico. La legge che ha privilegiato i celibi non ha risolto nessuno degli scopi prefissati. Non è stato sconfitto né il nepotismo, né la simonia, né il concubinato. Se davvero fossimo una grande famiglia, come si dice, superiore a qualsiasi regime compresa la migliore delle democrazie, si ascolterebbero tutti i figli e le figlie. Se davvero i Sinodi sono esperienza dello Spirito che soffia dove vuole ed è dono di tutti, non è un incontro di piccoli parlamenti, con candidati in massima parte graditi agli episcopi, e si ascoltasse il popolo di Dio che è la vera Chiesa. Non ho il minimo dubbio che le figlie e i figli della grande famiglia che è anche la Chiesa Cattolica Latina, esprimerebbero parere positivo e favorevole alla ordinazione di uomini e donne, celibi, nubili, sposati. Ricordo che nel Sinodo dei Vescovi del 1971 quando si votò, proprio perché è una questione canonica non dommatica, di concedere al Papa la possibilità di ordinare
“Viri Probati”, l’Episcopato europeo, dominante, impose il NO per soli 18 voti. Poi non si votò mai più. Oggi è quanto mai urgente ascoltare il Popolo di Dio. Auguri suor Monika, Dio ti benedica. Nel mio piccolo anche io. Giovanni Lupino prete, Eunuco per il Regno, che è dono non legge.
Non hai ben chiara la differenza tra chi insegna e chi impara: non è che Gesù si faceva insegnare il Vangelo dai suoi discepoli. L’autorità per insegnare la Buona Novella spetta a vescovi e preti in comunione con la dottrina della Chiesa, coadiuvati eventualmente da laici che però rimangono sempre subordinati. La Chiesa deve annunciare il Vangelo alle persone che vivono nel mondo affinché esse si convertano a Dio abbandonando le loro pratiche malvagie e perverse (fornicazione, adulterio, sodomia, aborto eccetera). Hai capito chi è che deve parlare e chi è che deve ascoltare? Fai parte del Popolo di Dio quando rispondi con la tua adesione personale all’annuncio di Cristo ed entri quindi nell’Ecclesia, non quando porti avanti la tua parola e le tue istanze. Non dobbiamo fare nostre certe istanze perché sono tutt’altro che ispirate da Dio. Aprire la Chiesa al mondo non significa che essa si deve conformare alla mentalità del Mondo (che ha per padrone il Maligno), ma che, conoscendo la realtà delle singole persone, trovi le formule più efficaci per annunciare il Vangelo nella Verità, con completezza e senza sconti. “Voi siete il sale della Terra, …se il sale perdesse il suo sapore…”
Sono d’accordo. Da 40 anni. F. Paolo Giavarini ofmcap
“Già allora sentiva il desiderio di essere prete. All’inizio lo ha represso (…) Ho un grande desiderio di essere prete nella Chiesa cattolica (…) Ma desidero qualcosa di più. Vorrei anche poter celebrare l’eucaristia…”
Insomma, dalla legge del desiderio al desiderio della legge! Al titolo apodittico dell’articolo verrebbe da rispondere coll’immortale Brancaleone da Norcia: “E se da ogni fatto dovemmo trarre la sua significatione, issa è questa: Dio non lo vole! Deus non vult!” 🙂
Carissima sono un:eremita ti posso assicurare che prima di celebrare la chiesa soprattutto italiana dovrebbe rispettare la nostra vocazione che e “assolutamente”riconosciuta dal diritto canonico i motivi sono ben chiari ma ” quasi nessuno” ha il coraggio di dirli….preghiamo comunque perché la nostra perseveranza è evangelica e riconosciuta dal Signore condotta dallo Spirito Danto
La vocazione tua è mia deve essere riconosciuta dalla Chiesa, che si è già espressa definitivamente sul sacerdozio, puntualizzando ciò che afferma da sempre. Chi non è d’accordo ha a disposizione una vasta scelta di “chiese protestanti” a cui affiliarsi. Auguri.
Apprezzo molto il tuo intervento anche xché hai lasciato molto spazio alle donne nella tua parrocchia e hai costruito un dialogo con i protestanti… ho visitato le valli piemontesi dei valdesi ne ho tratto grande ammirazione.
Suor Monika sei veramente coraggiosa e condivido la tua testimonianza. Ciò che è fondamentale per te, per me prete e per la gerarchia intera è l’ascolto dello Spirito Santo. Lui è l’amore che intercorre nella Trinità e contemporaneamente infonde l’amore in ogni credente e in ogni uomo e donna di buona volontà. Ascoltiamo la sua voce e diamo più spazio a una chiesa Carismatica (Giovannea) e meno istituzionale (Petrina). Sarà la forza dell’amore a vincere. La speranza è l’ultima a morire, ma forse non morirà mai.
Già, ma la Chiesa è stata fondata per l’appunto su Pietro per volere di Gesù stesso: o vogliamo contestare anche Lui?
Quante frasi fatte, sconnesse, e inconcludenti in un solo pensiero. Spero non predichi così.
Ti ricordo che l’ascolto dello Spirito è connesso con l’ascolto della gerarchia