Uno dei più importanti e influenti teologi ortodossi, il metropolita ortodosso Ioannis Zizioulas, si è spento ad Atene il 2 febbraio all’età di 92 anni. È stato figura di spicco nell’Ortodossia contemporanea e nel movimento ecumenico.
Come studente, studioso e professore ha percorso diverse tappe (Grecia, Ginevra, Roma, Regno Unito e gli Stati Uniti) lungo le quali ha raccolto e offerto molti stimoli intellettuali. Allievo del grande teologo russo George Florovskij, pioniere della neopatristica, Zizioulas si è occupato di ecclesiologia, di antropologia, di teologia del creato, del rapporto tra filosofia e teologia e, non da ultimo, del tema dell’unità dei cristiani.
Nel suo percorso, il metropolita si è mosso con grande originalità, libertà e creatività. Prendendo spunti dai suoi mentori, ha mostrato quasi subito una sua propria autorevolezza e originalità di pensiero. Già negli anni Sessanta, nella sua dissertazione dottorale ad Atene, aveva offerto una meticolosa e attenta analisi delle fonti ecclesiastiche e patristiche dei primi tre secoli, grazie alla quale è riuscito a elaborare un’ecclesiologia incentrata sulla persona del vescovo e sull’eucaristia, enfatizzando la natura sacramentale ed escatologica della Chiesa.
Ecclesiologia pneumatologica
L’escatologia ha accompagnato il pensiero ecclesiologico di Zizioulas dall’inizio alla fine. Per lui, infatti, l’escatologia non è solo questione della «fine dei tempi», ma è la realizzazione del regno di Dio. Realizzazione anticipata dentro la storia nell’eucaristia e nella vita dei santi. Si tratta di un’escatologia dalla forte impronta pneumatologica. Zizioulas considera lo Spirito Santo non semplicemente Colui che perpetua la missione di Cristo, ma una «fonte» di Cristo e della Chiesa. «Cristo ha istituito la Chiesa, ma è lo Spirito Santo che la costituisce», sosteneva. Lo Spirito è comunione e crea comunione; la Chiesa è pneumatologica nel senso della sua natura comunionale.
Quanto all’importanza dell’eucaristia nella comprensione della natura della Chiesa, Zizioulas ha riletto criticamente l’ecclesiologia eucaristica di Nicholas Afanassieff, il quale aveva gettato le basi per la rivalorizzazione sacramentale – e non giuridica – della Chiesa, e l’ha sviluppata in modo da affermare la necessità di strutture che garantiscano visibilmente l’unità comunionale che è insita nella Chiesa.
Afanassieff aveva sostenuto l’assoluta «cattolicità» della Chiesa ovunque si celebri il sacramento dell’eucaristia. In più, riteneva che l’unità fosse una questione di preghiera, di fede e di amore in cui si lascia allo Spirito il compito di unire tutti coloro che credono in Cristo. Zizioulas ha assunto il primato dell’eucaristia su ogni altra definizione della Chiesa (primato dell’eschaton sulla storia), ma ne ha offerto una forma più organica, essendo consapevole che gli effetti del sacramento dell’unità – l’eucaristia, appunto – devono venire riflessi anche sui ministeri ecclesiastici. Tale idea, che è divenuta una costante nei suoi scritti, si è rivelata particolarmente feconda nei dialoghi ecumenici, dove il problema di come realizzare strutturalmente l’unità della Chiesa è stato più volte e in diversi modi affrontato.
Impegno ecumenico
Zizioulas è stato delegato ortodosso in numerosi dialoghi bilaterali, ma anche al Consiglio Mondiale delle Chiese. Gran parte della sua produzione è nata proprio grazie a confronti che egli ha avuto non solo in occasione di riunioni ecumeniche formali e informali, ma anche in sede di incontri di carattere accademico. Nei suoi libri (che non sono molti, ma sono intensi) sono raccolti molti dei suoi interventi, i quali offrono la possibilità di esplorare il suo pensiero e di rimanere affascinati dal suo stile letterario: uno stile chiaro, acuto e ben radicato nelle fonti ecclesiastiche. Gran parte del corpus ziziouliano è stato scritto in inglese, a conferma di quanto il suo pensiero fosse universale.
Si può sostenere, senza esagerazione, che Zizioulas è stato uno degli architetti del dialogo attuale tra la Chiesa ortodossa e quella cattolica. Egli, prima da laico e, dal 1986, come metropolita di Pergamo, ha servito questo dialogo fin dal suo avvio, diventandone successivamente co-presidente (dal 2005 al 2016). La sua ecclesiologia eucaristica, la sua idea di unità nella comunione, la sua concezione sulla simultaneità tra l’«uno» e i «molti» (Dio stesso è Uno e Trino – vi è una simultaneità tra l’unicità e la molteplicità), hanno aperto un ampio terreno di convergenza tra le due tradizioni teologiche dell’Est e dell’Ovest.
Frutto di questo lavoro sono stati i documenti del dialogo teologico ufficiale degli anni Ottanta, alla stesura dei quali Zizioulas ha lavorato con impegno e passione, ma anche i due ultimi documenti di Ravenna (2007) e di Chieti (2016), che hanno tentato di mettere a fuoco «primato» e «sinodalità» nei tre livelli dell’organizzazione ecclesiastica: locale, regionale e universale. Nel pensiero di Zizioulas vi è una correlazione tra primato e sinodalità che permea tutti i livelli della vita della Chiesa, a partire dalla Chiesa locale, in cui la persona del vescovo quale espressione di unità emerge proprio in seno alla sua funzione di presidente della convocazione eucaristica.
Dal livello eucaristico-locale si sale a quello regionale (della comunione tra le Chiese), fino ad arrivare a quello universale, dove – in analogia a quanto vige nei primi due livelli – Zizioulas sostiene apertamente che non può che esistere un rapporto organico tra primato e sinodalità: il primo, espresso dal vescovo di Roma; la seconda, dai concili ecumenici. Siccome, però, primato e sinodalità esistono in relazione l’uno con l’altra, perché questo è modo di essere di Dio stesso (la comunione tra le tre Persone divine), il primato non può essere concepito senza la sinodalità e, viceversa, la sinodalità non può essere realizzata senza un servizio di primazia.
Secondo il metropolita, «il primato, come ogni altra cosa nella Chiesa, anche nell’essere di Dio (la Trinità) è relazionale (…). È proprio questo che afferma chiaramente ed esplicitamente il noto 34 “canone degli apostoli” (…). Esso richiede che il primo sia una condizione sine qua non per l’istituzione sinodale, quindi una necessità ecclesiologica e che il sinodo sia ugualmente un prerequisito per l’esercizio del primato».
Il fatto che Zizioulas non inquadri il primato al di fuori di una realtà di comunione ha avuto un doppio vantaggio: da un lato, ha permesso alla teologia ortodossa di affermare la necessità di un primato anche a livello «universale»; mentre, dall’altro, ha spinto la teologia cattolica a esplorare il contesto sinodale in cui deve essere esercitata la primazialità. Ortodossi e cattolici possono dire oggi di trovarsi a un punto di grande convergenza per quanto riguarda la possibilità di accogliere una compenetrazione possibile e reciproca dei rispettivi strumenti di governo. E questo penso vada ascritto come merito della teologia sviluppata, con coerenza e maestria, dal metropolita Zizioulas per oltre mezzo secolo. Una teologia che si è dimostrata capace non solo di esprimere visioni teoriche, ma di essere anche un pensiero «applicato» e quindi, a tutti gli effetti, una teologia realistica.
Unità della Chiesa ortodossa
Anche il contributo di Zizioulas per ciò che riguarda l’unità della Chiesa Ortodossa non va sottovalutato. Sappiamo che l’Ortodossia va fiera di affermare che la propria prassi sinodale è un modello di unità «democratica»; sappiamo altresì che non tutte le Chiese Ortodosse sono disposte a riconoscere la necessità di un primato. La tesi fondamentale di Zizioulas sull’origine sacramentale ed eucaristica del ministero episcopale, ministero di unità per eccellenza, ha permesso negli ultimi anni di abbattere molti pregiudizi circa la necessità di un servizio primaziale a livello pan-ortodosso, oltre che pan-cristiano.
Il metropolita greco ha guidato diverse riunioni inter-ortodosse negli ultimi quarant’anni in preparazione al Concilio Pan-ortodosso, al quale ha partecipato dando il suo apporto nella redazione dei documenti conciliari. Ad esempio, il documento sulla missione della Chiesa ortodossa del mondo contemporaneo, nel prologo del quale troviamo molti dei principi che compongono il pensiero ecclesiologico di Zizioulas, non ultimo la priorità dell’escatologia sulla storia.
Per il teologo greco, l’eschaton, il regno di Dio, è il luogo dove la Chiesa si scopre per quello che è e dove la persona umana trascende tutte le divisioni della storia (etniche, razziali, sociali ecc.). Nel Regno, l’uomo non sarà più un essere condizionato dalle divisioni della storia e della biologia, ma sarà in perfetta comunione con Dio Trino, che è comunione. La Chiesa non deve lasciarsi imprigionare dalle divisioni, dalle frammentazioni della storia; la Chiesa è l’eschaton, essa non è di questo mondo, ma anticipa nel mondo – nell’eucaristia – i valori del Regno.
Il mondo ortodosso e tutti i cristiani hanno verso questo grande uomo e raffinato teologo un forte debito di riconoscenza. È nostro dovere ricordare Ioannis Zizioulas nelle preghiere, nelle riflessioni e negli incontri ecumenici. Egli è andato ben oltre le divisioni tra Oriente e Occidente, cercando uno spirito di sintesi, ben consapevole della cattolicità della teologia ortodossa, che non può essere «cattolica» se rimane indifferente a un cristianesimo «amputato», come era solito dire. È ancora compito nostro quello di ricomporre l’unità tra le Chiese, facendo fiorire il più possibile i frutti del Regno anche nella storia.
Esistono in traduzione italiana libri di Ioannis Zizioulas su Eucarestia, Trinità, Spirito Santo? Grazie del testo ricordo profondo e significativo
Ci sono alcuni testi di Zizioulas sui temi citati, che sono tradotti e pubblicati in italiano:
L’Uno e i molti (Lipa, 2018): https://www.edizionilipa.com/prodotto/luno-e-i-molti/
Comunione e alterità (Lipa, 2016): https://www.edizionilipa.com/prodotto/comunione-e-alterita/
Eucaristia e Regno di Dio (Qiqajon, 1996): https://www.qiqajon.it/libro/9788885227897
Il creato come Eucaristia (Qiqajon, 2000): https://www.qiqajon.it/libro/9788885227569
Complimenti per l’ottima sintesi del pensiero e azione di Zizioulas, che ricordo con grande stima per la passione per le chiese e le loro storie. Mi impressionava la sua aria contemplativa. Francesco Strazzari
Carissimo Dimitrios,
grazie del tuo ricordo e descrizione della figura di Ioannis Zizioulas. La chiarezza espositiva del tuo articolo è straordinariamente accattivante. Trasmette il valore della persona e dell’opera di Ioannis, c’è lo fa amare e condividere il suo anelito di comunione e relazione. Eucarestia, Trinità, Spirito Santo tornano ad essere palpabili protagonisti nella costruzione d’unità della Chiesa. Sinodalità, primato
e cattolicità strumenti di armoniosa cooperazione.
Grazie, Dimitrios.