Congo: verso le elezioni

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Al termine del Congresso Eucaristico Nazionale tenutosi a Lubumbashi dal 4 all’11 del mese scorso, i vescovi membri della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo si sono riuniti dal 19 al 22 giugno in Assemblea Plenaria Ordinaria, al termine della quale è stato pubblicato un messaggio dal titolo: “Per elezioni credibili, popolo congolese, svegliati dal tuo sonno (cf. Rm 13,11)”. Questo titolo è significativo perché evidenzia l’atteggiamento che il popolo congolese deve assumere di fronte alle sfide del momento.

Nella Repubblica Democratica del Congo, il 2023 è un anno di elezioni.  La Commissione elettorale nazionale indipendente ha pubblicato il calendario delle elezioni a tutti i livelli e il popolo congolese si aspetta di vedere una nuova classe politica. È quindi giusto che i vescovi, in quanto pastori preoccupati per il benessere del popolo a loro affidato, chiariscano alcuni punti per evitare al Paese un caos post-elettorale.

Elezioni libere, trasparenti e inclusive richiedono dei prerequisiti, notano i vescovi. E accanto a essi, c’è un presupposto indispensabile: una condizione di sicurezza.

Questo con particolare riferimento alle province del Nord Kivu e dell’Ituri a causa della recrudescenza della ribellione terroristica dell’M23 e dell’attivismo di altri gruppi armati nazionali e stranieri. Inoltre, da registrare la comparsa e l’espansione della milizia Mabondo fino alle porte della città di Kinshasa, per non parlare dell’attivismo della “Brigata speciale UDPS” che opera come milizia.

Al momento, sembra che il governo sia in grado di consolidare l’autorità dello Stato su tutto il territorio nazionale. Cosa tanto più urgente se vogliamo evitare che si ripeta quanto accaduto nel 2018, quando in alcuni territori del Paese non è stato possibile votare.

Per quanto riguarda il processo elettorale in sé, al di là degli sforzi compiuti dal governo e dalla Commissione elettorale nazionale indipendente, ci sono alcune preoccupazioni. Tra queste, l’assenza di una verifica internazionale per esaminare le liste elettorali e la mancanza di un quadro di consultazione tripartita (maggioranza, opposizione e società civile) per fare luce su alcune zone d’ombra – come la questione dei centri di registrazione al voto e quella del materiale elettorale in mano a persone non qualificate.

A ciò si aggiunge il clima politico particolarmente teso a causa della crescente intolleranza tra gli attivisti. Oggi, notano i presuli, “assistiamo a una deplorevole involuzione caratterizzata dalla violenta repressione delle manifestazioni dell’opposizione, dalla limitazione della libertà di movimento degli oppositori, dai tentativi di introdurre disegni di legge discriminatori, dalla manipolazione del sistema giudiziario e dagli arresti arbitrari”.

Ne consegue che il popolo congolese deve rimanere vigile e pronto ad assumersi la responsabilità di usare politicamente il loro diritto di voto per allontanare dal potere quei personaggi delle istituzioni del Paese che servono i propri interessi piuttosto che il bene comune. La loro coscienza degli elettori non deve essere comprata né con regalie, né con parole lusinghiere come quelle della volpe della favola di La Fontaine, né tanto meno con promesse di tendenza tribali.

In questo momento, la situazione pre-elettorale è preoccupante, nonostante l’apparente buona volontà della CENI. C’è ancora molto da fare in tutti gli ambiti se vogliamo sperare in elezioni libere, trasparenti, inclusive ed equilibrate. E diciamolo, la posta in gioco non è un gioco.


Un processus électoral entre crainte et espérance

À l’issue du Congrès Eucharistique National tenu du 04 au 11 du mois dernier à Lubumbashi, les Pères Évêques, membres de la Conférence Épiscopale Nationale du Congo, se sont réunis du 19 au 22 juin en Assemblée Plénière Ordinaire au sortir de laquelle un message intitulé : ” Pour des élections crédibles, Peuple congolais, réveille-toi de ton sommeil” (cfr. Rm 13, 11) a été rendu public. Ce titre est porteur de sens parce qu’il met en évidence l’attitude que doit prendre le peuple congolais face aux enjeux de l’heure.

Rappelons-le : en République Démocratique du Congo, l’année 2023 est électorale.  La Commission Électorale Nationale Indépendante  ayant publié le calendrier des élections à tous les niveaux, le peuple congolais attend voir une classe politique renouvelée. Il est de bon droit alors que les Évêques, en tant que pasteurs soucieux du bien-être du peuple qui leur est confié, mettent certains points au clair pour épargner le pays d’un chaos post-électoral.

En vue des élections libres, transparentes et inclusives, il faut des préalables, notent les pères Évêques. Et à côté d’eux, il y a un présupposé indispensable : la situation sécuritaire. Ainsi, au regard de la situation sécuritaire particulièrement délétère dans les provinces du Nord-Kivu et de l’Ituri due à la ressurgence de la rébellion terroriste M23 et l’activisme d’autres groupes armés nationaux et étrangers et aussi, vu l’apparition et l’expansion de la milice Mabondo jusqu’aux portes de la ville de Kinshasa,  sans tenir compte l’activisme de la ” Brigade Spécial de l’UDPS” opérant en milice, il appert que le gouvernement consolide l’autorité de l’État sur tout le territoire national. Ceci est d’autant plus urgent pour éviter que l’histoire de 2018 se répète : voir certains territoires être privés des élections.

Quant au processus électoral lui-même, au-delà des efforts fournis par le gouvernement et la Commission Électorale Nationale Indépendante, il sied de noter plusieurs inquiétudes. C’est entre autres l’absence d’une contre-expertise internationale pour l’audition du fichier électoral et l’inexistence d’un cadre de concertation tripartite (majorité, opposition et société civile) en vue d’éclairer certaines zones d’ombres en ce qui concerne la problématique des Centres d’inscription non-retrouvés sur terrain ou celle des matériels électoraux détenus par des personnes non-qualifiées. À ceci, s’ajoute le climat politique particulièrement tendu à cause de la montée en croisière de l’intolérance dans le cerf des militants. ” Nous observons aujourd’hui, notent les Prélats, un recul déplorable caractérisé par la répression violente des manifestations de l’Opposition, la restriction de la liberté de mouvement des opposants, des tentatives de projets de lois discriminatoires, l’instrumentalisation de la justice et les arrestations arbitraires.

Il s’ensuit de ce qui précède que le peuple congolais reste vigilant et soit prêt à prendre sa responsabilité afin de sanctionner les animateurs des Institutions du pays, ces opportunistes, qui servent leur propres intérêts au lieu du bien commun. Sa conscience ne doit aucunement pas être achetée ni par des cadeaux à la maison d’un cheval de Troie, ni par des paroles flatteuses à l’instar du discours du renard au cordeau dans le fable de La Fontaine, moins encore par des propos en tendance tribale.

Tout compte fait, il y a lieu de craindre malgré l’apparente bonne volonté de la CENI. Beaucoup reste à faire de tout côté pour espérer des élections livres, transparentes, inclusives et appesées. Et il faut le reconnaître, ici, l’enjeu n’est pas un jeu.

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Un commento

  1. Germain Sirikivuya 12 luglio 2023

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