La potente arma della non violenza, come praticare il monito di Gesù: “Riponi la spada nel fodero, perché chi di spada colpisce di spada perisce”?
E come negare il fascino dell’insegnamento di Gandhi: “La non violenza è il primo articolo della mia fede ed anche l’ultimo articolo del mio credo”?
Soprattutto: come attuare, come dare concreta forza a questi mitici insegnamenti nella striscia di Gaza oggi, e a Bakhmut ieri? E domani dove ancora?
Ricordo le accorate esortazioni di papa Wojtyła, allo scoppiare della guerra del Golfo, Kuwait e Iraq, casus belli il petrolio, non la sabbia di quegli aridi deserti e le menzognere parole invano diffuse: la libertà dei popoli, la democrazia …
Wojtyła non mandò le guardie svizzere a separare gli eserciti contrapposti, chiese ai credenti di tutte le fedi di praticare un giorno di digiuno, quale unica possibile partecipazione e condivisione alle sofferenze di chi quella guerra subiva.
Convinse me, certamente altri, non so quanti, né li conobbi. Ma la guerra durò più giorni, durò mesi e a me parve coerente digiunare ancora, ogni sabato, quando lo stomaco vuoto non mi distraeva dal lavoro.
Poi continuai per tre anni ancora, confortato dal parere di qualche amico medico che ritenne il digiuno settimanale una sana pratica igienica per ripulire il corpo dai precedenti peccati di gola.
Ecco, grazie a Papa Wojtyła oggi ho iniziato il mio primo digiuno, non so se mi riuscirà di prolungarlo nel tempo. A cosa servirà non so, non credo che possa fermare alcuna guerra.
Forse sazierà il mio desiderio di pace.