«La speranza non è soltanto guardare al di là della dura situazione presente. Ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano… la forza che non lascia mai il futuro al male, il futuro lo rivendica a sé». Parafrasando le parole di Bonhoeffer, si coglie l’anima della Chiesa del Marocco. Essa vive in terra d’Islam e coltiva ogni giorno la speranza e la fraternità.
Il suo ultimo documento si intitola Serviteurs de l’espérance (Servitori della speranza). Una Chiesa fatta di stranieri, ma non straniera a questo popolo. Una Chiesa, quella di Rabat, originale quanto la sua cattedrale, di stile gotico-moresco. Affascinata dalla fede sorprendente di tutto un popolo, quello musulmano. «Sapete, hanno una fede che trasporta le montagne!» vi dirà suor Monique, parlando dei suoi vicini di casa. Ma anche appassionata di questa umanità e delle sue fragilità, perché si sente trasportata dalla forza dell’amore del Cristo. In essa ritrovi ad ogni passo una volontà di dialogo e di fraternità, che fa rivivere lo spirito di Charles de Foucauld.
Una santità – questa – non collocata su una guglia, ma con i piedi piantati in terra, nel mondo musulmano, dove amare ognuno come “fratelli tutti”. Sì, l’altro, in verità, come un dono di Dio.
Così cresce nel Maghreb una Chiesa minoritaria, umile, coraggiosa e a servizio degli altri. Essa «cammina umilmente con il suo Dio», come suggerisce il profeta Michea, accanto a un altro popolo. Non preoccupata di essere piccola, con soli 30/35.000 cristiani in una popolazione di circa 37 milioni di abitanti.
«Non è un problema essere pochi – sottolinea papa Francesco durante la sua visita a Rabat nel 2019 – ma lo è essere sale che non sa di nulla, luce che non fa luce!». Un Chiesa buona samaritana, specie con le migliaia di giovani migranti musulmani subsahariani e le loro ferite, visibili o invisibili. Cattolica, perché di quasi cento nazionalità differenti. E, in fondo, non autoreferenziale, ma appassionata del Regno di Dio e dei suoi valori, come la dignità di queste donne, dell’avvenire di questo popolo, della giustizia e della fraternità. «Sacramento dell’incontro», come volentieri essa si autodefinisce.
Così, ogni giorno – nonostante i venti di guerra nel mondo – le piccole comunità cristiane costruiscono qui, pietra su pietra, il Regno di Dio insieme ai musulmani di buona volontà. Sì, con speranza. Con le mani nude della speranza. Come una Chiesa in uscita, per davvero.
La Chiesa aperta a tutti è quella Chiesa che non lascia la sola porta aperta o la rinchiude subito dopo la celebrazione della Santa Messa, ma è la Chiesa di tutti noi Comunità che abbracciamo la vita nella dinamica storica coinvolgendo i gruppi sociali della Chiesa nelle attività che riguardano la vita pubblica, la Chiesa nuovo modello da ripensare attraverso un atteggiamento intimo e spirituale unito al mondo circostante, da quei giovani che sentono il bisogno di vivere la realtà operando per le attività che riguardano il loro ambiente naturale. Tutto per vivere nella fede le realtà storiche del quotidiano che esige risposte immediate, le attività potrebbero apportare modifiche sane e crescita dei territori da loro gestiti, per migliorarne la qualità della vita di tutti. Il territorio , la casa comune e comunale che dobbiamo servire per la creazione e la crescita di giovani che operano nel settore sociale della comunità, della Chiesa che è ricchezza di scambio e contributo vivo per la santità e la crescita del territorio, così operando la Chiesa diventa mezzo di Unità dei Cristiani che si adoperano a vivere le realtà variegate della Fede nell’Unità Ecumenica che li rende cittadini della Civiltà dell’amore interculturale che opera per la pace universale e la santità del mondo attraverso le opere quotidiane della crescita comune… La Chiesa è ciò di cui l’uomo giusto e di Fede opera nel sociale per ottenere il massimo e il meglio di ciò che Dio vuole da Noi Popolo di Dio riunito nella fede e impegnato nella storia comune e condivisa della persona umana impegnata nelle attività e relazioni internazionali quotidiane dell’ambiente che vive nella quotidianità … Non lasciate Gesù da solo, aiutateci a realizzare il Regno di Dio. Aiutateci a vivere il Presente come nel Paradiso Terrestre, circondati dall’amore di Dio …