Il recente pronunciamento di condanna del Tribunale vaticano nei confronti del card. Angelo G. Becciu ha sollevato interrogativi e perplessità in non pochi osservatori.
Bisogna andare indietro di centinaia di anni per ritrovare, nelle vicende della Chiesa, un provvedimento simile nei confronti di un alto prelato o, meglio, nei confronti di un porporato.
Il card. Becciu è stato ritenuto colpevole di vari capi di accusa, compreso quello di peculato e di malversazione nell’utilizzo di fondi della Segreteria di Stato, quando ricopriva la carica di Sostituto.
Diversi organi d’informazione hanno posto in rilievo come, senza l’esplicita determinazione (o impuntatura) di papa Francesco, non avrebbe avuto luogo alcun procedimento giudiziario. Infatti, a detta di costoro, il sommo pontefice avrebbe potuto agevolmente avocare a sé tutto l’affaire, ed eventualmente imporre a Becciu un periodo di penitenza in qualche monastero, senza adire la via giudiziaria.
Sorvoliamo sul fatto che – sempre secondo alcuni giornali – il pontefice avrebbe esercitato pressioni sul Tribunale per arrivare a un verdetto di colpevolezza. Circostanza impossibile da provare ma che, in ogni caso, stride, e non poco, con l’idea radicata nella maggioranza dei fedeli del papa ritenuto, a ragione, immagine di Gesù Buon Pastore, mite ed umile.
In alcune occasioni, nel recente passato, papa Francesco si era detto rammaricato per il processo verso il card. Becciu, augurandosi che venisse provata l’innocenza di quest’ultimo. Augurio che il pontefice – e ciò appare provato – avrebbe ribadito in una sua conversazione con il porporato, alla vigilia dell’apertura del pubblico dibattimento.
Molti si chiedono se, prima o poi, papa Francesco eserciterà o meno il suo potere di grazia. Provvedimento cui il card. Becciu si oppone perché risoluto a provare la propria innocenza. Non è agevole prevedere come si svolgerà l’iter processuale, eventualmente fino alla Cassazione.
In ogni caso, è difficile non dirsi d’accordo con quanti ritengono che la vicenda rischi di danneggiare la figura del santo padre il quale, certamente a torto, viene avvicinato a pontefici del passato usi ad esercitare la loro autorità in maniera assoluta e indifferente all’opinione pubblica nella Chiesa.
Di fronte alle complesse implicazioni della vicenda, sulle quali pesa non poco quanto dichiarato dal porporato e, cioè che il papa fosse al corrente di tutto, si cede, magari con un po’ di qualunquismo, all’opinione che almeno motivi di opportunità avrebbero dovuto evitare di mettere su un procedimento giudiziario.
E ciò – come sopra accennato – non avrebbe posto ostacoli alla ricerca della verità e all’affermazione dei valori della giustizia.
La professionalità di pignatone è emersa chiaramente dal rinvio a giudizio per mafia
Mi stupisco che altri si stupiscono. Provo sentimenti di amarezza su questa vicenda; ma non per quello che ha fatto o non a fatto il cardinale Becciu un uomo come tutti noi; ognuno è responsabile del proprio operato mi sembra un cosa naturale quanto semplice ed eloquente. La mia amarezza è dovuta nella constatazione che le persone molte persone assumono il ruolo: “Una moltitudine di cacciatori che si celano dietro ad una siepe armati di doppietta pronti a sparare verso il primo volatile che si palesa”. Il povero volatile è talmente impallinato che diventa un colabrodo. Cosa altro dire se non provare amarezza e vergogna x tutti questi protagonisti che a vario titolo reclamano il successo dell’impresa. Attendiamo che questa moltitudine vociante sè n’è ritorni a casa con le “pietre” in mano anche se il “povero volatile” è già stato impallinato.
mario
A coloro – e a quanto pare sono davvero molti – che scrivono senza conoscere nulla del cardinale Becciu, consiglio questa intervista realizzata da Monica Mondo: https://www.youtube.com/watch?v=98BmhY5wKP8
Ma sa spesso tra il dire e il fare…. Mi auguro ovviamente che il quadro edificante che esce dall’intervista lo rappresenti in pieno e che alla fine esca innocente dal processo. Ne sarei davvero molto felice anche io come cristiano.
Mi piacerebbe tornare all’articolo di mons. Mennini e fare qualche domanda di natura giuridica, per cercare di capire meglio la situazione che si è venuta a creare.
Primo: il cardinale Becciu è stato condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Che significa, in concreto? Non potrà dire più messa? Nello Stato della Città del Vaticano, che vuol dire interdizione dai pubblici uffici?
Secondo: il cardinale e i suoi avvocati hanno detto che faranno appello. A chi? Con quali procedure? Chi sarà il giudice, lo stesso del primo grado o ci sarà un collegio diverso? In che tempi?
Terzo: aspettiamo la motivazione della sentenza. In base a quale normativa? Quella italiana è chiara in proposito, ma il Vaticano recepisce la normativa penale italiana? E perché?
Quarto: che bisogno c’è di un processo fac-simile di quello che si svolge in Italia? Non è un altro stato? Non c’è divisione dei poteri e dunque a che serve? Se il Papa decide di rimuovere dal suo incarico una persona, non è già una decisione precisa sulla quale non c’è appello? E la Segnatura Apostolica, in questo contesto, che funzioni ha?
Grazie se qualcuno potrà o vorrà rispondere.
Caro Andrea Paganini. A) il clericalismo c’entra dappertutto nella chiesa ed è grave che non te ne sia accorto. Come afferma papa Francesco, esso è la causa di molti mali nella chiesa B) Becciu scopre adesso la laicità, lui che è un cardinale ? E dov’era sino a pochi anni addietro ? Non mi risulta che abbia lottato per declericalizzare la chiesa, Non mi risulta che abbia abbandonato i sacri privilegi clericali. C) Nessuno sta osannando il papa. Molti lo stanno denigrando. I fatti parlano chiaro: Francesco sta offrendo una grande testimonianza evangelica, molto differente di quella dei suoi predecessori. D) Le sentenze esemplari non sono solo quelle che avvengono nelle dittature. Anche in tale caso i fatti sono evidenti. E) Duole che non si riconosca la novità storica di un cardinale sottoposto al giudizio di tre giudici laici. E duole ancor di più rilevare l’ossessione che tu Andrea Paganini, stai manifestando. Perchè tutto questo malanimo verso Francesco e verso il suo tentativo di fare pulizia in vaticano ? Evita il vittimismo ed il complottismo. Hai imbastito una crociata per salvare Becciu. Perchè ? Se veramente non hai paura della verità, attendi serenamente l’eventuale processo di appello. Lascia che la giustizia faccia il suo corso.
Condivido in toto questo messaggio. Ogni occasione ormai è buona per denigrare questo papa che invece fa e dice cose mai viste prima.
https://www.ilsole24ore.com/art/il-cardinale-becciu-condannato-5-anni-e-mezzo-AF8WiV5B?refresh_ce
Interessante ricostruzione dei fatti del sole 24 ore.
Vorrei rispondere a qualche commento. 1) A Domenico Pietanza: magari pagasse chi ha sbagliato! Il card. Pell aveva torto marcio, perché voleva mettere il naso negli affari della Segreteria di Stato mentre il Papa e il card. Parolin avevano chiarito che non ne aveva il diritto, ma soprattutto per la schifosa campagna di calunnie assurde che ha alimentato, e ancora sta alimentando, contro il suo confratello (https://andreapaganini.ch/CASO_BECCIU_AUSTRALIA.html). 2) A Pietro: Pilato avrebbe potuto “perdonare” Gesù? I magistrati italiani avrebbero potuto “perdonare” Enzo Tortora? Perché mai papa Francesco dovrebbe “perdonare” un innocente? Per nascondere la verità e fare bella figura? 3) A Salvo Coco: che c’entra il clericalismo? Argomento davvero gratuito e assurdo, non solo perché don Angelino non è affatto clericale e non ha mai chiesto privilegi in genere concessi a un certo clero (ha anzi voluto il processo per dimostrare la propria innocenza), ma soprattutto perché si è sempre difeso laicamente, con argomenti laici, con la verità dei fatti, con il diritto universale di proclamare la propria innocenza e il diritto umano alla presunzione di innocenza fino a prova contraria (in questo processo l’accusa non ha saputo presentare un briciolo di prova). Clericalismo supino, semmai, è osannare il Papa per ogni cosa che fa, anche se sbagliata, magari sulla base di informazioni fuorvianti. L’espressione “sentenze esemplari” è stata troppo usata dalle dittature per renderla simpatica. Magari si applicasse la tolleranza zero contro i sistemi di potere abusivi! Perché non ci chiediamo “cui prodest” tutta questa montatura? Magari la sentenza sancisse un uguale trattamento, magari fossimo tutti uguali davanti alla legge! Come mai non si porta a processo chi ha comprato il palazzo quando Becciu non era più in Segreteria di Stato? Come mai non chi firmato i contratti di Londra, fra l’altro senza autorizzazione? Come mai non chi ha detto che si trattava di «un buon affare»? Come mai non chi ha chiesto il prestito allo Ior? Ma l’elenco delle domande sarebbe molto lungo! Becciu non ha intascato un centesimo, né lui né la sua famiglia (perfino l’accusa l’ha riconosciuto), e perché mai avrebbe dovuto avvantaggiare persone che non conosceva? Oh, la giustizia vaticana non ha funzionato affatto, ha nascosto la verità e ha fatto perdere credibilità alla Chiesa (https://andreapaganini.ch/CASO_BECCIU_GIUSTIZIA.html). La giustizia non funziona quando condanna, la giustizia funziona quando riconosce la verità! 4) A Fabio Cittadini (al quale garantisco che conosco bene l’argomento di cui parlo): perché Pignatone, dopo aver ordinato la consegna integrale del materiale probatorio, ha accettato la disobbedienza di Diddi che ha ritardato il processo di sette mesi, e poi ha rinunciato a imporre l’ordine dovuto? Perché ha accettato che le testimonianze di Perlasca fossero piene di “omissis”? Perché Perlasca, quando s’è capito che era una pedina della Chaoqui, non è stato indagato e processato? Perché ha traslocato a Santa Marta e vive ancora lì? Forse perché è tutto uno sporco gioco di ricatti e se uscisse la verità si scoprirebbe il complotto contro Becciu? Perché Pignatone ha accettato di cancellare l’interrogatorio della Chaouqui calendarizzato per il 16 febbraio 2023? Perché ha accettato che Diddi tenesse nascosti 120 su 126 messaggi intercorsi tra la Chaouqui e la Ciferri? Ecc. Sarà perché Pignatone deve obbedire al Superiore che lo ha scelto, che lo paga, fra l’altro anche con l’Obolo di San Pietro, e che gli ha appena alzato il salario, il quale – ingannato – aveva già espresso la condanna il 24 settembre 2020?
Senza offesa ma mi pare che lei sia di parte. Se vuole, può fare d’avvocato nel ricorso. Completamente misconosciuto il ruolo del giudice Pignatone voluto da Papa Francesco perché fosse davvero un equo processo. Dovrebbe leggersi la sentenza e capirne le ragioni profonde che hanno portato alla condanna del suo amato cardinale (che non ha rinunciato al cardinalato).
Apprendendo le notizie dai quotidiani, non da riviste specializzate e nemmeno dagli atti giudiziari è difficile potersi fare un’idea oggettiva della situazione. Per ora stiamo alla sentenza di primo grado e se ci sarà ricorso in appello, la giustizia potrà fare il proprio corso.
A mio parere il processo e’ stato solo per far si che anche in Vaticano i curiali siano responsabilizzati nel lavoro che svolgono. Cosi’ si afferma, anche in Vaticano c’e’ un potere giudiziario per cui chi sbaglia paga. Terrei molto in conto la vicenda Card. Pell e la sua volonta’ di riforma economica appoggiata dal Papa e l’opposizione del Card. Becciu ad essa avvenuta prima del processo per capire il motivo del processo giudiziario. In Vaticano e’ stato il primo grande processo su argomenti importanti e’ chiaro che come tale ha dovuto avere varie riforme nello svolgimento dello stesso, se ho capito bene. Non dovrebbe avvenire cosi’ nella celebrazione un altro processo. Buon Natale e Buon Anno
. Mimmo Pietanza
Chi sbaglia paga anche se cardinale. Credo che sia un messaggio non da poco per noi comuni mortali. Se poi papa francesco vorrà perdonarlo siamo ancora più contenti ma GPII era decisamente più autoritario anche senza l’uso del tribunale. Quanti teologi ha fatto saltare senza bisogno del tribunale!
Gli interrogativi e le perplessità a me sono venuti leggendo l’articolo che pare disapprovare la lotta al clericalismo e nello specifico pare non essere sufficientemente convinto della sentenza esemplare che finalmente condanna un sistema di potere che affligge la chiesa. Io non ho alcuna perplessità dinanzi alla tolleranza zero che bisogna avere contro il clericalismo. La “vera luce” è quella che serve ad illuminare gli abusi che il clericalismo alimenta nella chiesa. E che non sono solo gli abusi sessuali, ma anche quelli spirituali, quelli dottrinali e quelli economici. E finalmente è giunta una sentenza che sancisce in uguale trattamento: nella chiesa non ci sono cristiani di serie B e cristiani di serie A. Siamo tutti uguali. Anzi chi ha compiti di responsabilità deve essere giudicato con il maggiore severità. Oggi possiamo dire che la giustizia vaticana inizia finalmente a funzionare.
1) Pignatone che è l giudice che ha emesso la sentenza non è, per sua storia personale, incline ad assecondare pressioni. 2) Finalmente la giustizia inizia a funzionare in Vaticano (dopo secoli!!!). 3) Il Papa nelle nomine di certe persone ha sbagliato (https://iltuttonelframmento.blogspot.com/2023/03/francesco-10-anni-di-pontificato.html ) e forse dovrebbe essere più cauto ma è una specie di “caudillo” argentino per cui fa di testa sua e va avanti.
Grazie di questo contributo! È importante avere il coraggio di parlare, esercitare parresia, farsi portavoce di ciò che lo Spirito Santo ci suggerisce. Altrimenti grideranno le pietre.
Il punto, a mio avviso, non è che non si possa fare un processo, ma che il processo – semmai – dovrebbe avere tutti i crismi della correttezza e dell’equità. In questo caso invece – in un Paese in cui non vige la separazione dei poteri (la stessa Persona detiene il potere legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario) – la condanna ha preceduto il processo e molti elementi fanno pensare che la sentenza fosse già scritta a priori; si sono visti imbeccamenti calunniosi a certa stampa, leggi modificate a procedimento in corso (sempre in sfavore degli imputati), magistrati dell’accusa che non obbediscono al giudice, video di testimonianze censurati, verbali pieni di omissis a discrezione dell’accusa, testimoni che ammettono d’essere stati manipolati (senza che si approfondisca per capire da chi e perché), interrogatori calendarizzati e poi cancellati, messaggi chat tenuti nascosti, una pregiudicata che muove le pedine a proprio piacimento, promotori di giustizia indegni che non ne azzeccano una, giudici che approvano senza battere ciglio… Ma soprattutto intollerabili interventi censori sul materiale probatorio. Cosa nasconde il Tribunale vaticano? La cosa più grave – a mio parere – è accaduta nel gennaio del 2023: i Giudici, dopo averlo calendarizzato, hanno inspiegabilmente cancellato l’interrogatorio della Chaouqui previsto per il 16 febbraio, nonché impedito il confronto Chaouqui-Ciferri, richiesto dalle difese. In un articolo del 14 gennaio 2023 si legge un’affermazione di Chaouqui, mossa evidentemente da odio contro Becciu: «Io e il papa abbiamo un nostro modo di comunicare informazioni, e non lo spiegherò nei dettagli certo a voi». Parlava ai giornalisti che aveva convocato per il suo show, ma… in tribunale non si potrebbe pretendere che spieghi questo “modo di comunicare”? Chi faceva – o fa – da tramite tra Chaouqui e il Papa? Forse la stessa persona che gli portò l’«Espresso» prima ancora che arrivasse nelle edicole? Come mai il Promotore di Giustizia Diddi ha nascosto 120 su 126 messaggi intercorsi tra la Chaouqui e la Ciferri? E come mai i documenti pontifici e il materiale riservato della Santa Sede detenuti abusivamente dalla Chaouqui, trovati durante una perquisizione effettuata dalla Guardia di Finanza di Roma nel dicembre del 2020, non hanno ancora avuto conseguenze sul piano giuridico? Come mai la Chaoqui – falsaria condannata – si vanta di aver collaborato con il Papa per incastrare – «scapicollare» nel gergo di Ciferri – Becciu?
Se non adempie le condizioni minime per il giusto processo, la Giustizia vaticana dimostra di non amare la verità e perde la propria credibilità. E quanto sia importante essere credibili l’ha testimoniato con la vita un magistrato serio e beato: Rosario Livatino. Nel febbraio scorso il Papa ha detto ai magistrati che bisogna «evitare il rischio di “confondere il dito con la luna”: il problema non sono i processi, ma i fatti e i comportamenti che li determinano». In questo modo si presume però che quei comportamenti e quei fatti siano veri, contraddicendo ciò che più volte il Papa stesso ha sostenuto in altri contesti, vale a dire che la presunzione di innocenza fino a prova contraria è un diritto umano fondamentale; ma se la luna non c’è? Non è forse il senso stesso dei processi quello di verificare se le accuse ipotizzate nel rinvio a giudizio sono vere o false, se sono fondate sulla realtà o su una messinscena? Se bastasse l’esistenza di un processo per dedurre che fatti e comportamenti sono reali, allora non sarebbe nemmeno necessario aspettarne l’esito, sarebbe una perdita di tempo, visto che tutto è già “chiaro” prima; allora Gesù era colpevole a prescindere, e non c’è nulla da discutere, tanto più che era accusato dalla più alta autorità religiosa dell’epoca. Ma chi ha scritto quel discorso al Papa?, il quale solo poche settimane prima aveva chiarito lucidamente: «… guardatevi da coloro che creano l’atmosfera per un processo, qualunque esso sia. Lo fanno attraverso i media in modo tale da influenzare coloro che devono giudicare e decidere. Un processo deve essere il più pulito possibile, con tribunali di prima classe che non hanno altro interesse che salvare la pulizia della giustizia». E allora, com’è possibile ciò che è accaduto nell’Ufficio del Promotore di Giustizia negli ultimi anni?
Inoltre: un anno fa – la sentenza era già scritta? – il Vaticano ha deciso che per il processo contro Becciu il promotore di giustizia del secondo grado sarà lo stesso del primo grado. Ma perché questo cambiamento proprio adesso? Perché nessun altro magistrato possa rendersi conto del motivo per cui Diddi ha tenuto nascosto gran parte del materiale probatorio? Pensate che Diddi la prossima volta lo consegnerà? Leverà gli “omissis” dalla testimonianza di Perlasca? Rivelerà i 120 messaggi Chaouqui-Ciferri? Permetterà di interrogare la Chaouqui?
Perché questo sistema giudiziario, invece di cercare la verità, la nasconde? Vi sembra normale?
Per chi non si accontenta delle verità di facciata, allego un “puzzle” per stomaci forti: https://andreapaganini.ch/CASO_BECCIU_PUZZLE.html
Buon Natale! Mai come in questo caso abbiamo bisogno della vera Luce!
Senza offesa, però, lei non prende in alcun modo in considerazione la professioanlità del giudice Pignatone. Mi sembra una ricostruzione fatta sui dettaglia da gionali da gossip. Sempre senza offesa!
Sta parlando del giudice Giuseppe Pignatone, indagato dalla Giustizia italiana per favoreggiamento alla mafia? Ah, ecco. Mi creda: la mia ricostruzione è dettagliata e realistica, e – a differenza dei magistrati vaticani – non tiene conto delle bufale e del gossip dei giornali scandalistici, ma solo dei fatti: https://andreapaganini.ch/CASO_BECCIU_GIUSTIZIA.html Cordialmente.