Il Dicastero per la Dottrina della fede ha pubblicato il 18 dicembre 2023 la dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni. Il commento di padre Oliviero Svanera, francescano, docente di Teologia familiare presso la Facoltà teologica del Triveneto.
La Congregazione per la Dottrina della Fede in un intervento del 15 marzo 2021 aveva risposto ad una domanda circa la liceità della benedizione a unioni di persone dello stesso sesso. In quella nota si individuavano due affermazioni fondamentali: la prima, decisiva, riguarda la distinzione tra le persone e la loro unione nel senso che ritenere illecita la benedizione a coppie omosessuali non implica un giudizio negativo sulle singole persone – che possono continuare ad essere benedette – né va inteso come un gesto discriminatorio.
La seconda affermazione riguarda invece l’aspetto propriamente liturgico/sacramentale della benedizione, sottolineando che le benedizioni appartengono al genere dei sacramentali, i quali richiedono che, quanto viene benedetto, sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore.
La nuova Dichiarazione Fiducia supplicans del Dicastero per la Dottrina della Fede (18 dicembre 2023), approvata dal papa, rende ora possibile benedire coppie formate da persone dello stesso sesso anche se, si chiarisce, al di fuori di qualsiasi forma rituale. Per questo viene spontanea la domanda: siamo davanti ad una svolta oppure ad uno sviluppo rispetto al pronunciamento sopra richiamato?
La risposta che si può dare è che certo dando ora la possibilità di impartire la benedizione a coppie dello stesso sesso siamo davanti ad uno «sviluppo» o, se vogliamo, ad un «approfondimento» della questione che, comunque, va ben intesa. Si tratta infatti non di uno sviluppo sul piano dottrinale, ma su quello pastorale, nella linea dell’esortazione Amoris laetitia, laddove si afferma che «nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è la logica del Vangelo. Non mi riferisco solo ai divorziati che vivono una nuova unione, ma a tutti, in qualunque situazione si trovino» (AL 297).
Con la benedizione riguardante le coppie omosessuali siamo davanti ad un’altra situazione «irregolare» e allora – scrive la nota – è possibile anche qui impartire la benedizione e ciò «senza convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio».
Questo proprio perché rispetto al sacramento del matrimonio che prevede un’unione «esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperte a generare figli», la benedizione è considerata un sacramentale, un gesto cioè che ci conduce «a cogliere la presenza di Dio in tutte le vicende della vita» e ha per destinatari «persone, oggetti di culto e di devozione, immagini sacre, luoghi di vita, di lavoro e di sofferenza, frutti della terra e della fatica umana, e tutte le realtà create che rimandano al Creatore le quali, con la loro bellezza, lo lodano e lo benedicono».
In linea con Amoris laetitia dunque l’intento della Dichiarazione è far risaltare come la benedizione non solo sia un messaggio di «inclusione, solidarietà e pacificazione», ma anche di «conforto, custodia e incoraggiamento che esprime l’abbraccio misericordioso di Dio e la maternità della Chiesa».
La benedizione, che non deve essere accompagnata da alcun atto liturgico o semi-liturgico e non deve né promuovere né prevedere «un rituale per le benedizioni di coppie in una situazione irregolare», vuole invece esprimere «la vicinanza della Chiesa ad ogni situazione in cui si chieda l’aiuto di Dio attraverso una semplice benedizione».
Dal punto di vista pastorale allora – evitando abiti, gesti o parole propri di un matrimonio –, con una preghiera prima della benedizione si potrà invocare «la pace, la salute, uno spirito di pazienza, dialogo e aiuto vicendevole, ma anche la luce e la forza di Dio per poter compiere pienamente la sua volontà», e in tal modo «ogni fratello e ogni sorella potranno sentirsi nella Chiesa sempre pellegrini, sempre mendicanti, sempre amati e, malgrado tutto, sempre benedetti».
Saluto con piacere la timida apertura che la chiesa ha fatto vs gli omosessuali;
Aggiungo che sotto questo cielo sottolineo il cielo nella vita di fede non esistono persone di serieA e persone di serieB … i ragionamenti con tutto il rispetto degli argomenti lasciamoli ai ragionamenti diamo più spazio alla voce discreta e veritiera del cuore. Penso e credo che chiunque si avvicini, desidera, chiede una parola di conforto, o una benedizione và assecondata e non l’ho dico solo io ma l’intero mio essere ( ragione anima spirito)
mario🙏
La Nota pubblicata per ” chiarificare” il modo di recepire il testo di Fiducia Supplicans riesce a ridicolizzare ancora di piu’ la situazione: la Stampa titola ” Coppie gay benedette ma in 10 secondi ” . Quindi pare di capire che la “novità” di FS sia distinguere due tipi di benedizioni, quelle liturgiche ,e quelle spontanee ,semplici ,rapide come il fulmine. Da dove tragga il Prefetto della Dottrina le basi per questa sottile distinzione, se non dalla sua personale fantasia creativa, lo sa solo luin si sa. Nella storia della Chiesa le benedizioni sono benedizioni , non c’è ne sono di varie categorie . E per questa geniale invenzione del tutto moderna fra benedizione e benedizione, si rischia lo scisma ? Siamo alla pazzia !
Letteralmente esiste tutta una lunghissima riflessione teologica sulla benedizioni, la teologia sottostante, la loro storia ed evoluzione etc
Quindi dire ‘le benedizioni sono benedizioni’ è quantomeno semplicistico
Tra l’altro basterebbe aprire il benedizionale per capirlo, visto che per esempio alcune formule possono essere usate anche da un laico che non sia stato istituito ministro
Comunque mi sembra che la formula proposta dalla DDF
Signore, guarda a questi tuoi figli, concedi loro salute, lavoro, pace e reciproco aiuto. Liberali da tutto ciò che contraddice il tuo Vangelo e concedi loro di vivere secondo la tua volontà. Amen». E conclude con il segno della croce su ciascuno dei due.
eviti qualsiasi fraintendimento e riesca a far capire che è una supplica per la Divina Grazia e non una giustificazione del loro stato di vita
Comunque se volete fare lo scisma, fate vobis. Però sappiate che non è detto che vi vada bene, e molti casi recenti insegnano
Queste precisazioni abbastanza ridicole sono causate dalle reazioni isteriche di persone che non accettano che alcune persone vengano escluse. La logica del capro espiatorio tipico delle religioni violente che Gesù è venuto a eliminare e persone rabbiose invece vogliono mantenere in nome di Dio contro ogni parere della medicina e della psicologia.
È scorretto pensare che chi (come me) è perplesso per il documento FS sia contro la misericordia verso persone “escluse dalla Chiesa”. Così si divide il pubblico in buoni e cattivi, negandosi una riflessione seria sul documento stesso e sui numerosi, oggettivi problemi che suscita. Ad esempio, dopo il nuovo comunicato stampa Vaticano: che tipo di nuova attenzione pastorale (pastorale che è proprio il fine dichiarato di FS…) crediamo che sentano le coppie benedette in 10-15 secondi?
Ma di tutto il documento dobbiamo concentrarci solo sull’espressione ’10-15 secondi’, che non è buttata a caso ma inserita in un discorso più ampio…
Cioè stiamo guardando il dito invece della luna
Comunque bisogna dialogare anche con i contrari, senza voler escludere a loro volta
Un atteggiamento di misericordia propriamente evangelico, perché Gesù non ha mai condannato l’omosessualità.
Premettendo che lei probabilmente intende riferirsi al peccato (la pratica dell’omosessualità) e non alla condizione (l’essere omosessuali), la sua argomentazione è una fallacia perché Nostro Signore non ha condannato esplicitamente anche tante altre cose. Per favore, eviti di usarla.
Il fatto che Gesù non abbia condannato tante cose che invece hanno condannato gli uomini mi pare un segno della superiore intelligenza divina rispetto a quella umana.
Si può girarla come si vuole, con le parole, ma il pasticcio è induɓbio. Faccio due domande: se non deve essere “rituale”, perché chiedere la benedizione a un prete? Se cerco il sacerdote, è evidente che mi rivolgo al mediatore deputato del rito… Non era più semplice e “adulto” ricordare con opportuna catechesi che chiunque può invocare sulla propria vita la benedizione di Dio, senza rischi di fraintendimenti? Tra l’altro, è dottrina che i ministri del matrimonio sono gli sposi, figuriamoci se non possono esserlo due persone in coppia per un “semplice” segno di sacralità.
Forse non si voleva liquidare come lei vorrebbe l’argomento. Ci aveva pensato?
Senza offesa, caro Roberto, mi domando se lei abbia letto integralmente il testo. Che poi il sacerdote sia mediatore deputato del rito in modo esclusivo non so dove lo abbia trovato. La Chiesa nella sua interezza, come dicono i testi del Concilio Vaticano II (li ha per caso letti?), è mediatrice tanto da essere sacramento di tutto (tutto!!!) Il genero umano. Non esiste infine con una sua validità la formula “supplet ecclesia”?
Due note tecniche. Il supplet ecclesia è un espediente giuridico per casi molto precisi e qui non c’entra nulla; a meno di pensare che sia un cerotto buono per riparare ogni genere di anomalie ecclesiali. Secondo: il sacerdote per i cattolici è il mediatore deputato del rito (“in modo esclusivo” lo ha aggiunto lei), non capisco come è possibile negarlo. Questo solo per correttezza. Quanto al merito: non sono contro le benedizioni a chicchessia, tanto meno contro il papa, ma il modo in cui è stata avanzata questa “novità pastorale” presta il fianco a molte perplessità, alcune delle quali condivido. Credo che non dirlo, per sostenere che il papa di turno ha sempre e comunque ragione, sia un bell’atto di clericalismo.
Forse il limite maggiore della dichiarazione è stato dare indicazioni rituali non abbastanza chiare, che hanno lasciato molti nell’incertezza
Trovo questo breve e incisivo articoletto ben fatto perché, andando oltre il clamore mediatico, chiarisce il senso di un documento il cui unico obiettivo è quello di offrire opportunità pastorali. Mi domando come possano alcuni non capire la distinzione tra livello dottrinale (che rimane immutato) e livello pastorale.
Invece capiscono benissimo tutti ,soprattutto i diretti interessati come gli attivisti LGBTQ che festeggiano questo ” primo passo”…si possono piegare le parole e dare loro un significato rassicurante , basta usare sempre questo mantra ” la dottrina non si tocca, e’ solo una svolta pastorale” . Di svolta pastorale in svolta pastorale ,con la tecnica della rana bollita, si fa passare l’ idea che cio’ che e’ pastoralmente buono e Benedetto, non puo’ essere cattivo dottrinalmente. E pian pianino, passo, dopo passo, si insinua l’ idea che cio’,’ che si benedice e’ gradito a Dio, cioe’ la coppia omosessuale o adulterina e’ buona e gradita a Dio. Di pastorale in pastorale di stravolge completamente l’ insegnamento di Cristo , che ha detto che non solo l’ adulterio e’ un abominio persino guardare una altra donna con desiderio e’ un abominio. Cristo che ha detto se il tuo occhio ti e’ di scandalo cavalo eccetera .
Cristo che ha detto che la la Legge non e’ abolita ma resa piu’ perfetta..
Di sviluppopastorale in sviluppo pastorale , con melliflua e ipocrita tecnica, son l’ astuzia gesuitica , con questa tecnica della rana bollita tutto sara’ fatto passare come gradito a Dio e degno di benedizione .
È questo rendere la legge più perfetta che le sfugge. In fondo anche gli evangelisti hanno usata la tecnica della rana bollita. Cambiare tutto sembrando non cambiare nulla. Gesù ci mostrato il volto amorevole di Dio nella parabola del figliol prodigo e questo cambia tutto nella legge dell’occhio per occhio e dente per dente dell’antico testamento. Non capisco bene quindi di cosa continua a meravigliarsi e a lamentarsi.
Più perfetta significa specializzare senza contraddire, non contraddire. In effetti quanto dice il signor Gian Piero è vero – da un certo punto di vista Gesù ha rafforzato la legge, vietando il divorzio e denunciando come peccato anche il solo desiderio concupiscente. E ha anche affermato che non sarebbe passato un solo iota della Legge. Le consiglio di leggere quanto ha scritto il Santo John Henry Newman sullo sviluppo della dottrina, o anche Benedetto XVI sull’ermeneutica della continuità. Non può esserci contraddizione ma solo specializzazione. Un esempio lampante è quello della pena di morte: è sempre stato legittimo non uccidere, dunque il recente Magistero contrario alla pena di morte non contraddice il precedente ma lo specializza rendendo la pena di morte pressoché inapplicabile.
Nell’amare non mai c’è contraddizione perché l’amore è sintesi.
Lei è la dimostrazione più lampante di quanto l’ignoranza invincibile.(che è un peccato), non permetta di superare certi schematismi. Infatti non si parla di benedizioni di carattere rituale e, come dimostra, lei questo proprio non lo ha capito.
Non l’ hanno capito neppure i tanti che stanno chiedendo la pergamena della Benedizione firmata dal Papa al Vaticano ,mettendo cosi’ in imbarazzo il Vaticano stesso ,comevriporta Franca Già soldati sul Messaggero.
Non l’ ha capito nessuno ,visto che coppie gay festeggiano il primo passo verso la piena approvazione del loro comportamento.
L’ avete capito solo voi e Tucho Fernandez ,menti sopraffine,talmente sottili che il popolo bue non capisce le vostre sottigliezze e i contorsionismi linguistici.
Come mai solo due anni fa la Dottrina della Fede a cui capo c’ era allora il card.Ladaria dava parere esattamente contrario sullo stesso argomento ? Cosa e’ cambiato in due anni ? E se la dottrina della Fede da’ pareri discordanti in solo due anni fra due anni cosa ci aspetta ? La benedizione dei satanisti ?
Quando capirá che la chiesa sta tentando di salvarsi la faccia per non dover smettere di aver nuovamente sbagliato tormentando i gay per secoli sarà sempre troppo tardi. Di satanico vedo solo questa convinzione che occorre riconfermare continuamente secoli di persecuzione verso persone innocenti.
Non è la prima volta che la DDF/CDF cambia parere o modifica la disciplina… solo che molti casi precedenti sono poco conosciuti o sepolti nella letteratura specialistica
Per il resto il documento offre un’apertura molto limitata, mettendo moltissimi paletti per le coppie che vogliono ricevere la benedizione
Inoltre la condanna delle proposte di testi liturgici ad hoc per benedire la coppie irregolari è un messaggio molto forte a certe persone che li avevano prodotti (belgi ed anglicani, stiamo parlando di voi!)
Comunque perché tira fuori i satanisti?
Per favore, legga le interviste rilasciate dal card. Fernández a The Pillar ( https://www.pillarcatholic.com/p/cardinal-fernandez-same-sex-blessing ) e Die Tagespost (traduzione in inglese a https://www.ncregister.com/cna/cardinal-fernandez-vatican-s-same-sex-blessings-guidance-is-clear-answer-to-german-bishops ). E’ chiaro che il card. Fernández aderisca al Magistero, che sia contrario a una visione di cattolicesimo “illuminato” e che nel documento non ci sia nulla di contrario al Magistero. Purtroppo queste interviste non sono state tradotte in italiano, servirebbero giornali come questo che lo facessero. Chiedo allo staff di Settimana News di pubblicare almeno i testi in inglese, se non è possibile produrre una traduzione.
Siccome sono in tanti a non avere capito, forse è segno che questo documento non ha per nulla fatto chiarezza, ma ha aumentato la confusione. Non c’era bisogno di un pronunciamento del Dicastero: forse i sacerdoti non sono dotati di discernimento sufficiente? È il commento che ho sentito da tanti sacerdoti, che si sono sentiti trattati da stupidi. E non parlo di preti tradizionalisti, ma di parroci in prima linea….
Guardi non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Un parroco in prima linea non si stupirebbe affatto perché sa di cosa parliamo. Direi solo una cosa in questo caso: sveglia!
Mi corregga se sbaglio ma l’ignoranza invincibile non dovrebbe essere un peccato, anzi, dovrebbe evitare la piena imputazione di un peccato (n. 1793 Catechismo).
La stoltezza forse lei intende. La durezza di cuore viene elencata da Gesù stesso come peccato
Signor Gian Piero, in quanto dice sull’insegnamento di Nostro Signore relazioni adultere c’è del vero ma se lei utilizza questi toni rischia di rendere un cattivo servizio alla Verità. Glielo dico apprezzando e condividendo la sua aderenza agli insegnamenti della chiesa, ma dissentendo da quelli che sono veri e propri complotti (la rana bollita) e dal suo commento anti-gesuitico. Mi creda che tutta la controversia su questo documento è costruzione mediatica, lo legga e mi dica lei se contraddice il Magistero.