Il 22 settembre 2023 il noto e carismatico sacerdote Visarion Alexa (43 anni e tre figli) è stato condannato per abuso sessuale su una fedele. Il 2 dicembre la Cancelleria del Santo Sinodo ha diramato una comunicazione per ricordare le censure canoniche agli ecclesiastici che incorrono nella corruzione (simonia, nel linguaggio ecclesiastico).
Visarion Alexa è uno dei preti più celebri e stimati della Chiesa rumena. Molto presente nelle trasmissioni radio-televisive ha un’ampia platea di fedeli attraverso le reti social. A lui viene spesso delegata la presentazione al pubblico della posizione ecclesiale, come nel caso del Covid: in televisione e sui social ha difeso la necessità della vaccinazione.
Una signora di 46 anni l’ha denunciato per abusi sessuali raccontando la propria disavventura ai giornali.
La prima reazione del mondo ecclesiale è stato di shock e incredulità. Diverse figure di rilievo nella Chiesa hanno denunciato la cosa come una manipolazione e un’accusa infondata. Il direttore di Lumea Credintej, la principale trasmissione televisiva ortodossa, ha detto di conoscere Visarion da oltre 20 anni e di poter testimoniare una «chiarezza morale evidente».
Nel frattempo, un’altra vittima si è manifestata e altre cinque donne hanno denunciato analoghe aggressioni. Per le prove schiaccianti, il prete è stato condannato e l’arcidiocesi di Bucarest ha annunciato l’avvio del giudizio canonico.
Una corruzione diffusa
Sul versante della corruzione lo scandalo è esploso poche settimane prima del Natale.
Il prete Petrica Leascu, condannato due anni fa per fatti corruttivi, ha deciso di rendere pubbliche le modalità con cui si corrompono gli ecclesiastici.
Il generoso finanziamento dello stato verso la Chiesa è sostanzialmente gestito dal Segretariato statale del culto, attualmente gestito da Ciprian Olinici, consigliere del patriarca Daniel. L’elargizione non ha controlli se non quelli ecclesiastici.
Nel contesto corruttivo generale, la simonia ecclesiastica pare assai prospera. Petrica Leascu, che è ancora prete, con una video camera nascosta ha incontrato il vescovo Teodosio di Tomis, membro del Santo Sinodo, proponendogli un finanziamento di 160.000 euro attraverso il Segretariato statale con una “cresta” del 20%. Il vescovo acconsente e lo manda da un curiale per determinare le forme.
Poi si rivolge ai politici. Propone al partito socialdemocratico e poi a quello nazional-popolare delle province di Neamt e Vrancea un intervento su edifici religiosi. Ambedue consentono di far presente la questione al Segretariato in cambio di una generosa donazione.
Non contento di tutto questo, Petrica Leascu, gioca in casa. Solo una parte del clero rumeno riceve stipendio e sovvenzioni (le parrocchie sono a concorso). Lui, dopo la condanna, è ancora attivo come prete ma non dispone di stipendio. Propone al suo superiore ecclesiastico (arciprete) di sostenerlo nella domanda. Grazie alla promessa di una tangente si aprono le porte, ma gli vengono richiesti 20.000 euro per il vescovo e 5.000 per l’arciprete.
Le sanzioni canoniche
Le sue denunce sono rilanciate dal giornale Recorder che raccoglie altri casi. Un parroco, per risanare il tetto (40.000), deve pagarne 8.000 a un capo politico locale per ottenere il suo interessamento presso il Segretariato.
È noto che, per prendere la responsabilità pastorale di una parrocchia con “stipendio”, un diploma di teologia o di insegnamento, si passa attraverso un concorso, ma l’esito è negativo se non si ricorre a doni preziosi verso le rispettive autorità religiose e accademiche.
Dopo la pubblicazione dell’inchiesta, la direzione nazionale anti-corruzione ha aperto un’inchiesta.
La Cancelleria del Sinodo, da parte sua, ha pubblicato una dichiarazione in cui si ricostruiscono i canoni e i riferimenti storici che condannano la simonia, riproponendo l’apposita guida per le nomine e i trasferimenti degli ecclesiastici che data dal 2011. Si ricorda ai preti e ai monaci che tutti i doni che ricevono sono per la parrocchia e il monastero. In caso contrario sono condannabili.
«La simonia è un atto per cui in cambio di soldi o valori (per amicizia, nepotismo, influenze politiche o di altra natura) si ottiene, l’ordinazione, una sede diocesana, una parrocchia, un diploma o una promozione accademica (pre-universitaria, universitaria e post-universitaria)».
L’atto simoniaco riguarda sia chi pretende la tangente sia chi la propone. Le censure previste per il prete sono l’interdizione della celebrazione e la riduzione allo stato laicale, per un laico si prevede l’impossibilità di esercitare qualsiasi funzione ecclesiale, per un monaco l’esclusione dal monastero e il divieto di usare il vestito monastico.
Gli atti e i tentativi di corruzione – secondo la Cancelleria – sono ingiustificabili ed espressamente sanzionati dai canoni.
La Chiesa ortodossa rumena rappresenta l’85% dei 20 milioni di abitanti. Si è collocata in un’area neutrale nella disputa accesa fra Chiese ortodosse slave ed elleniche, allargando la sua attività pastorale alle comunità degli emigrati e ad alcune aree viciniori come una parte della Moldavia.