Figure femminili nelle arie di Mozart

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Mozart

Per festeggiare l’8 marzo con alcune persone anziane (donne soprattutto) di una parrocchia milanese scelgo di presentare alcune arie mozartiane. Appartengono alla famosa trilogia composta da Amadè (o Gottlieb, amato da Dio) nell’ultimo quinquennio della sua breve vita. Mozart muore a Vienna a 36 anni, nel 1791, poco dopo l’emanazione della Costituzione americana (1788) e lo scoppio della Rivoluzione francese (1789).

Le tre opere risentono inevitabilmente di un clima culturale illuminista, composte in una Vienna progressista benché governata con rigore asburgico. Nella lettura dei libretti (tutti e tre composti da Lorenzo da Ponte) e nell’ascolto delle arie delle Nozze di Figaro, di Don Giovanni e di Così fan tutte, mi aiuta un testo che documenta l’attenzione e la passione del Maestro nei confronti delle donne (Leonetta Bentivoglio- Lidia Bramani, E Susanna non vien. Amore e sesso in Mozart, Feltrinelli, Milano 2014).

Nelle tre opere corre un prezioso filo rosso, che lega mogli e fidanzate, domestiche e dame aristocratiche, giovanissime e anziane. Sorprende la presentazione a più riprese dell’intesa e della complicità tra figure femminili di diverse condizioni sociali. Nelle Nozze di Figaro la sorellanza – non biologica – tra la contessa di Almaviva Rosina e Susanna, sua domestica, favorirà il superamento di una delicata crisi coniugale. Esse collaborano indossando (non solo metaforicamente) i vestiti l’una dell’altra, smascherando grette consuetudini e arroganti comportamenti maschili. Si alleano per difendere i sentimenti più autentici con coraggio, creatività e intelligenza.

Mozart sta decisamente dalla loro parte e ironicamente deplora i comportamenti del conte di Almaviva, gravati da paternalismo e arbitrio. Il Maestro è anche al fianco delle sorelle biologiche Fiordiligi e Dorabella in Così fan tutte pur sottolineando la fluidità dei loro sentimenti amorosi e la comune difficoltà nel vivere i legami d’amore. C’è finezza nell’analisi psicologica dei personaggi e nell’accurata descrizione della loro ricerca identitaria. Mozart difende l’unione monogamica ma coglie le illusioni di chi sogna affetti non provati da concrete esperienze.

La maggior felicità possibile va ricercata attraversando dubbi e traversie. Nelle Nozze commuovono le note e la voce (femminile mezzosoprano) del giovanissimo paggio Cherubino che confessa i turbamenti del vortice sentimentale in cui si è perso. Come un adolescente di oggi, dalla sessualità incerta e aperta a ogni direzione, dichiara di non saper leggere le dinamiche del proprio cuore. E chiede alle donne di casa di fargli da specchio:

Voi che sapete, che cosa è amor,
Donne, vedete s’io l’ho nel cor!
Donne, vedete s’io l’ho nel cor!
Quello ch’io provo vi ridirò;
è per me nuovo, capir nol so (…)

Nella celebre aria la riflessione odierna sul gender pare anticipata. Scrive la musicologa Lidia Bramani: “In Cherubino si può ravvisare una sessualità efebica, pronta a esplodere in ogni direzione, eterosessuale, omosessuale, transgender”. Rammento al mio pubblico che le stesse note straordinarie compaiono in un brano di un film che le signore presenti ricordano bene.

È Storia di una monaca (1959) diretto da Fred Zinnemann, tratto dal romanzo omonimo di Kathryn Hulme e ispirato a una storia vera. Chi è “over 60” non può dimenticare la splendida interpretazione di Audrey Hepburn. Nella sequenza in cui la giovane Gabrielle si appresta a lasciare casa per entrare in convento, il padre di lei, sconsolato, si accosta al pianoforte e con un dito suona le note dell’aria di Cherubino. I turbamenti della donna – leitmotiv della pellicola – sono sottolineati dalla stessa musica che ritorna in momenti cruciali della storia grazie alla colonna sonora di Franz Waxman.

Tornando alla coppia Mozart-Da Ponte, nella loro trilogia i giochi di mascheramento e smascheramento si sviluppano con sagace ironia. La tolleranza e la pace risultano valori costantemente ricercati nel caos esistenziale e così la giustizia, a fronte di penose disuguaglianze sociali e soprusi per lo più rivolti al sesso femminile.

Le servette che richiamano la Mirandolina goldoniana sono donne decise a difendere i propri diritti, non ancora sanciti da statuti di lavoratori ma naturalmente riconosciuti. D’altra parte, gli studi sulla biografia del Maestro e di Da Ponte – straordinario prete libertino che nasce in Italia e muore a New York dopo aver conseguito una cattedra universitaria americana – restituiscono sempre più l’immagine di due alfieri della cultura settecentesca più raffinata.

Cultura di chi, come Mozart, leggeva Shakespeare e Moliere, conosceva le migliori abitudini della “civiltà della conversazione” in cui proprio le donne, anche grazie alla scrittura, ritagliavano per se stesse spazi sempre più larghi. Il diritto alla “ricerca della felicità” sottoscritto nella Costituzione americana del 1788 si mantiene vivo nella narrazione di storie che alla fine puniscono il “dissoluto” Don Giovanni. Riconoscono l’amore tra i semplici come i contadini Zerlina e Masetto, la cui unione, nel Don Giovanni, venne attentata dall’abile seduttore.

Il nutrito epistolario mozartiano documenta come le figure femminili mozartiane siano state importanti nella composizione dei capolavori. C’era sincero affetto tra lui e la madre, la sorella Nannerl e l’amata moglie Costanze. Una famiglia provata da incomprensioni e cecità dei potenti del tempo, ma attenta a salvaguardare i propri talenti e ben guidata dal padre Leopold, straordinario manager del figlio. Leopold non mancò di promuovere le doti della pianista Nannarel. Essi vissero anni in cui – seppur non da tutti e da tutte – la razionalità e i sentimenti erano coltivati come in un giardino in cui si curano fiori variegati e si strappano erbacce moleste.

Nelle opere mozartiane la musica evoca con leggerezza e acutezza sentimenti che confliggono e insieme dà timbro a dolori incancellabili. Era il tempo di elaborazione di importanti carte costituzionali volte a difendere diritti e valori, pur tra contraddizioni e infelici compromessi. Tuttavia, la strada per la valorizzazione delle donne venne aperta. In Francia è apparsa una recentissima revisione costituzionale a vantaggio del sesso femminile. Una scelta avveniristica come i temi mozartiani? Più di un dubbio lo abbiamo ma preferiamo rispondere con un breve testo che Susanna, la Contessa e Figaro cantano insieme nel finale delle Nozze (Atto IV scena Dodicesima):

La cieca prevenzion
Delude la ragione
Inganna i sensi ognor.

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