Carissimi Andrea e Massimo,
mi è piaciuto molto il vostro bel litigare, sempre fecondo, quando l’animo è puro.
Caso mai è san Paolo che potrebbe fare obiezione. ma il discorso di Legrand mi sembra incontestabile: le stesse ragioni per cui nella società del suo tempo era bene che nell’assemblea cristiana non si desse parola alla donna, sono le ragioni per cui oggi è doveroso dargliela.
Ne va di mezzo quel che per la Chiesa deve contare più di ogni altra cosa, aprirsi le vie per l’evangelizzazione.
In quanto alla tradizione, forse non c’è altro argomento su cui si sia rivelata così mobile come nel caso della dottrina sull’Ordine.
Basti pensare che nelle prime generazioni il prete non poteva celebrare da sé l’Eucarestia, che poi almeno fino al Niceno II l’ordinatio absoluta fosse ritenuta invalida, che per Trento, almeno secondo molti dei Padri, l’episcopato non era di istituzione divina, che nel decreto dottrinale non compare la predicazione perché verrebbe dalla giurisdizione non dal sacramento, che l’episcopato non è un grado dell’Ordine mentre lo è il suddiaconato, che il Vaticano II ha sic et simpliciter abolito un grado dell’Ordine, appunto, il suddiaconato, e così via.
Appellarsi a un argomento così inconsistente, come è la tradizione, per dire di no a fedeli che chiedono una cosa ragionevole, buona e utile alla Chiesa, solo perché sono donne, è un’ingiustizia.
Credo che da teologi dobbiamo sostenere con forza almeno l’ammissione delle donne al diaconato. Grazie mille per il vostro contributo.
Ciao a tutti e due,
don Severino
Condivido il solido intervento di don Dianich.
Non vedo ostacoli per le diacone dal lato tradizione visto che il ministero ordinato è stato fluido per primi primi due secoli fra l altro con poca documentazione.
Mi pare anche che in tema di Tradizione valga più un giudizio intuitivo ma anche certo ove si raggiunga un consenso.
Credo che il più alto elogio del genio femminile e l’apprezzamento del ruolo peculiare della donna sia la Mulieris dignitatem, insegnamento magisteriale di un santo. Mi pare che la rincorsa ai compiti e attività svolti dagli uomini sia una implicita svalutazione della femminilità. Che il tema del diaconato – che è già Ordine! – sia il cavallo di Troia per arrivare al sacerdozio delle donne, che ha provocato la nota emorragia dalla Chiesa anglicana? Nella Chiesa cattolica la Tradizione, che NON È, secondo me, gli inappropriati esempi del rev Dianich, resta un pilastro portante, e anche attraverso questo parla lo Spirito Santo. E Lui non si avvale di reinterpretatori à la page.
da donna praticante e in ricerca, leggo i frammenti di Scrittura domenicali e mi chiedo (e cerco di capire perché non è facile) cosa possano dire a me oggi…molto difficile, spesso superare i simboli, le metafore e le tradizioni che ci hanno forgiati dal Catechismo in poi. Io come persona non mi sento presa in considerazione né come recettrice femminile del messaggio evangelico né come compartecipe del ministero maschile: invece mi si vuole parte silenziosa ma operativa del Popolo di Dio. E allora tutte quelle ricerche filosofiche per trovare nella Tradizione la minima traccia che possa giustificare istanze che la cultura, la vita, lo spirito del tempo e anche quello Santo probabilmente mostrano a chi sa leggere e si sforza di capire, quelle ricerche sembrano fantascienza e le Chiese si svuotano. Grazie del dibattito teologico.
Nel corso dei secoli il Magistero dellla Chiesa ha deciso quali sono i sacramenti e come vengono esercitati. L’azione dello Spirito Santo aiuta il Magistero della Chiesa nel discernimento. Attualmente non c’è nulla che osti nè sul diaconato femminile, nè sui preti sposati e nè sull’abolizione dei seminari nonostante che alcuni preti o laici lancino strali. Ciò che sembra un dato assodato ora per il sacramento dell’Ordine non lo è stato per secoli, ma ora che le informazioni girano tutti lo sanno.
Non errate fratelli miei; diletti ogni donazione buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto ,discendendo dal padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione ne ho un bel prodotto da rivolgimento. I doni i doni e i ministeri vengono dati dallo spirito santo che distribuisce i suoi Doni in particolare come egli vuole. (Lettera di san Giacomo capitolo 1 verso 17)
Ringrazio padre Dianich per questo intervento. Anche a me farebbe piacere un approfondimento della dottrina dell’ Ordine. Sono fermamente convinta che questo istituto debba essere rivisto soprattutto dopo gli innumerevoli studi che sono stati fatti in seguito agli abusi del clero. Credo che da un ripensamento dell’ Ordine possa rinascere una visione nuova di chiesa, più libera e autentica e più vicina al sogno di Dio in Gesù. E allora non sarà più necessario dibattere diaconato sì o diaconato no alle donne. Queste distinzioni a mio avviso sono un retaggio culturale e patriarcale.
Saprebbe per favore indicarmi alcuni di questi studi?
Potrebbe leggere il libro di Annamaria Amarante, L’io negato, effatà ed. Al suo interno troverà tutti i riferimenti per un approfondimento del tema. Interessante anche il congresso organizzato dai Gesuiti in Spagna che si terrà agli inizi di giugno: https://www.proyectojordan.com/
Avevo risposto ampiamente, ma forse non le è giunta: le ridò qui allora solo l’indicazione del mio vecchio libro delle Paoline “Teologia del ministero ordinato”, che fra poco uscirà in nuova edizione. Poi il recente seminario della Facoltà di Bologna, edito a cura di Righi “Vescovo, presbitero e forme di leadership”.
Don Severino, da laico contrario alle ordinazioni femminili penso che quel “solo perché sono donne” sia ingiusto verso chi sostiene un’idea non di certo motivata dal maschilismo (di fatto, le diaconesse oggi ricoprirebbero i ruoli di ministre eucaristiche, catechiste, lettrici che già ricoprono) e sono in disaccordo sul fatto che la Tradizione sia un argomento inconsistente: è stata un argine all’arianesimo e a tante eresie che avrebbero seminato falsità nel cuore dei fedeli, con ricadute ovviamente anche sociali. Tuttavia le questioni (dal prete che non poteva celebrare da sé l’Eucarestia in poi) che lei elenca sono interessanti e desidererei approfondirle, le chiedo qualche riferimento monografico se possibile.
Che bellezza di risposta !
che apertura di cuore e inusitata semplicità!
grazie !
@Paologamberini Scusi, ma Lei ha letto qualcosa di Nardello o di A. Clemenzia o N. Salato per tranciare un simile giudizio?
Se la Chiesa cattolica dara’ il diaconato, e poco dopo quindi , per conseguenza logica e teologica, il sacerdozio alle donne, diverra’ come le Chiese protestanti Dalle quali tutti scappano. Ci sara’ una fuga di grandissima entita’ verso la Chiesa Ortodossa, l’ unica che considera ancora preziosa la tradizione .
Mentre il novanta percento delle nuove generazione sara’ serenamente atea. E dunque le “sacerdotesse” si troveranno a officiare in chiese deserte.
le chiese ortodosse spesso non vanno tanto bene, in America nonostante il grande numero di convertiti sono in declino numerico, e nei loro territori storici hanno tassi di frequenza molto bassi, che fanno sembrare la situazione italiana come stupenda.
Comunque una delle denominazioni cristiane che nel mondo sta crescendo, le Assemblee di Dio, ordina le donne al ministero e contemporaneamente è molto conservatrice
The diaconate is not the priesthood. The Magisterium clearly distinguishes the orders, and the one does not imply eligibility for the other.
Per Giampiero: si guardi questo articolo.
https://www.settimananews.it/ecumenismo-dialogo/prima-diaconessa-ortodossa/
Però i preti ortodossi possono sposarsi…. e allora come la mettiamo? Se guardiamo agli altri per quello che ci fa comodo e basta stiamo freschi…
Maria Cristina Lorenti, le sembra plausibile che non fossero presenti donne nella cosiddetta “ultima cena”? Non mi pare un bene basare le proprie convinzioni su una lettura fondamentalista della Scrittura. Ritengo che non tutto ciò che disse e fece Gesù sia riportato testualmente nei vangeli. E del resto ci sono molte dottrine e molte norme ecclesiastiche che non trovano riscontro nelle scritture. Dunque ? Dunque, ripeto la domanda: le sembra plausibile che si possa oggi fondare l’esclusione delle donne dalla piena ministerialità sul una interpretazione letteralista dell’episodio evangelico dell’ultima cena ?
E tutto il Magistero della Chiesa nei duemila anni passati fino ad oggi lei dove lo mette? Nelle cose da buttare nella spazzatura?
Infatti tanto per cominciare all’ultima cena non erano in tredici (Gesù + gli apostoli) ma almeno almeno in 15… (Gesù ne manda due a preparare e verso sera arriva lui con i dodici….)..
Grazie a don Severino Dianich per questo intervento storicamente fondato.
Certo. La cultura di oggi dice che abortire è un diritto e i matrimoni gay sono validi. Non vorrete separvi salla cultura? Ah docetisti retrogradi! E dunque un comportamento che ha svuotato le chiese e svuotato i seminari quello si va bene perché è teologua moderna! Magari chiedersi come mai ci sono poche vocazioni sarebbe una discussione piu utile che smentire 2000 anni di cattolicesimo, non vi pare?
No no ,loro sono proprio convinti di saperne di piu’ e meglio sul cristianesimo, di tutti coloro che ci hanno preceduto! La superbia dei progressisti: solo noi, oggi ,abbiamo capito tutto….
Lei invece è convinto che tornando indietro alla messa in latino si riempiano di nuovo le Chiese? Ma per piacere… Le nostalgie del passato sono sempre pericolose, perchè guardando indietro non si vede il futuro…
Buongiorno
Mi spiace, sono donna e molto presente in parrocchia, con varie funzioni. Se Gesù avesse voluto fare anche un diaconato femminile, lo avrebbe detto,avrebbe fatto partecipare il giovedì santo anche Sua madre ( e chi meglio di Lei. Per questo ruolo?) La Maddalena. Ma la sua scelta sono stati gli apostoli. Ma ha dato alle donne un compito importante, sostenere gli apostoli ed aiutarli nel loro mandato. Cosa che noi donne facciamo. Invece di derimere su questo, perché non preghiamo di più per le vocazioni? La preghiera, quella vera, tutto può.
Buona giornata
Maria Cristina Lorenti
Gesù non ha istituito neppure il diaconato maschile
Il suo argomento non regge
E gli apostoli erano tutti ebrei… Perché non ha chiamato anche gentili? Ad esempio il centurione romano che Egli stesso porta ad esempio di grande fede… Se Gesù non era condizionato dal contesto culturale nello scegliere solo uomini non lo era neppure nello scegliere solo ebrei… allora si scelgono candidati al sacerdozio solo tra uomini di origine ebraica? Grazie per ogni riflessione e un cordiale saluto.
Grazie Severino e grazie Andrea. Se posso aggiungere…
La trasmissione vivente della fede, ovvero la tradizione, vive sempre in una determinata cultura e situazione storica. Questo è il presupposto ecclesiologico fondato sulla fede in un Dio che si incarna. Concepire la tradizione “separata” e “incondizionata” dalla cultura – come suppone l’ermeneutica di Nardello in nome della normatività della tradizione – rischia di produrre una forma di docetismo ecclesiologico.
condivido in pieno.
“Credo che da teologi dobbiamo sostenere con forza almeno l’ammissione delle donne al diaconato.”
Sottolineo “almeno”.