L’ordinazione diaconale di Angelica Molen nella chiesa ortodossa di tradizione alessandrina nello Zimbabwe il 2 maggio ha provocato iniziali, diverse e contrastanti reazioni nell’Ortodossia (cf. qui su SettimanaNews).
È intervenuto, anzitutto, il Patriarcato di Alessandria con una dichiarazione datata 13 maggio. In essa si specifica che il servizio diaconale previsto riguarda le donne e le vedove. L’istituto delle donne diacono appartiene alla tradizione dei primi secoli anche se poi è caduto in disuso al momento della diffusione del battesimo dei bambini. In ogni caso «le diaconesse non sono state istituite nella storia delle Chiesa come donne celebranti i santi misteri». Oggi l’istituto viene ripreso per far fronte a problemi pastorali che richiamano quelli delle comunità dei primi secoli (battesimo delle donne adulte, emarginazione delle donne e delle vedove).
Ancora da studiare
«Il Santo Sinodo del venerabile Patriarcato di Alessandria e di tutta l’Africa ha preso la decisione di principio di rilanciare e di attivare l’istituzione delle diaconesse nella sua giurisdizione patriarcale. E tuttavia questa decisione è rinviata a uno studio più approfondito al fine di formulare in via definitiva alcuni dettagli individuali come gli ornamenti, la forma del ministero e la posizione liturgica delle diaconesse nella vita della Chiesa di oggi. Il metropolita Serafino di Zimbabwe, missionario in Africa da molti anni, ha avviato la messa in opera della decisione iniziale del Santo Sinodo che finora non è entrata in vigore perché lo studio sulla questione in vista di una decisione definitiva non è terminato».
Il testo riafferma l’orientamento favorevole di massima del Sinodo, si riserva un ulteriore tempo di riflessione, non censura né delegittima l’ordinazione. Anche perché il metropolita Serafino si è richiamato alla sua richiesta esplicita al patriarca nel 2022 e alla riposta positiva dello stesso nel 2023.
Rimane ancora in sospeso la domanda se l’ordinazione sia canonica. In termini cattolici, se sia oltre che valida anche legittima. E rimane ancora insoluto se il compito sia legato solo all’attività pastorale con le donne o piuttosto sia aperto anche all’azione liturgica (predicazione e distribuzione dell’eucaristia).
Il dibattito sulle diaconesse si è avviato nell’Ortodossia ellenica all’inizio del secolo grazie dell’arcivescovo Cristodulo, prima vescovo a Volos e poi ad Atene. Nel 2002 la questione era stata affidata ad un comitato sinodale specifico, mentre Cristodulo ordinava diaconessa la superiora di un monastero femminile.
Il relatore del comitato, Crisostomo di Calcide sostenne nella discussione sinodale del 2004 che l’istituto del diaconato per le donne non era mai stato abolito e che la sua ripresa veniva lasciata alla discrezione dei vescovi, indicandone l’opportunità per le superiore dei monasteri.
Le urgenze sono altre
L’attuale responsabile del Sinodo di Grecia sulla questione, il metropolita Panteleimon nega che l’ordinazione diaconale nell’Ortodossia sia finalizzata al riconoscimento presbiterale per le donne.
Nella teologia ortodossa infatti si distingue fra chirotonia (ordinazione) e chirotesia (imposizione delle mani). La prima è riservata ai presbiteri, la seconda ai diaconi e alle diaconesse dell’antica tradizione. Non c’è oggi ragione per un diaconato femminile. «Grazie a Dio abbiamo tanti diaconi. Non abbiamo bisogno di diaconesse».
Il teologo Dimitrios Keramidas afferma che la «linea rossa» per la Chiesa ortodossa è l’eventuale ordinazione (chirotonia) delle donne al ministero presbiterale e sottolinea che l’ordinazione avvenuta in Zimbabwe ha ampliato il compito della diaconessa anche alla liturgia, cosa non prevista della tradizione.
Il metropolita Teolopto di Iconio, protosincello (vicario generale) della curia patriarcale di Costantinopoli, ritiene che il battesimo dei bambini abbia risolto il problema che aveva dato origine alle diaconesse (incaricate appunto per il battesimo delle donne adulte).
«Le diaconesse non sono necessarie […]. Non ne abbiamo bisogno». Sono esistite, ma dopo oltre diciassette secoli «non ha senso tornare all’indietro». Teolopto qualifica dunque l’evento come una regressione e uno svilimento dell’ordinazione diaconale. Le urgenze delle Chiese ortodosse oggi sono tante e sono altre.
https://publicorthodoxy.org/…/ordination-of-deaconess…/
Posso dire che lagna questa discussione? Grillo è letteralmente fissato. Cosa cambierà essere diacone o ministranti o addirittura semplici fedeli impegnate se c’è desiderio di far bene.
Qualsiasi cosa si decida va bene uguale.