Il prolungarsi della giustificazione teologica della guerra in Ucraina, l’ampliarsi dell’entrismo ortodosso nell’amministrazione dello stato russo, la necessità di cavalcare le spinte più teocratiche e messianiche stanno portando il patriarca Cirillo di Mosca ad un appoggio sempre più sguaiato verso il potere putiniano.
Tutte le voci critiche interne alla Chiesa vengono silenziate (cf. SettimanaNews, qui). Ultima, in ordine di tempo, la rimozione dal sacerdozio di Dimitri Safronov, per aver presenziato ai funerali del dissidente Alexei Navalny.
All’esterno Cirillo non smette di enfatizzare la nuova libertà della Chiesa, la sua personale partecipazione a tutti gli eventi nazionali principali, gli spazi amministrativi sempre più estesi aperti alle istanze ortodosse.
L’Anticristo
Funzionale al fine perseguito è la descrizione dell’attuale condizione culturale mondiale come uno scontro metafisico, come la decisiva battaglia del bene contro il male, al centro della quale ci sarebbe la Russia e la sua ortodossia.
Il 10 maggio scorso (venerdì santo per il calendario ortodosso) Cirillo dice: «Viviamo davvero in un’epoca che è, in un certo senso, fatale per l’intera civiltà umana […] la fine della storia umana è del tutto possibile. Dalla parola di Dio sappiamo che la storia finirà quando il male trionferà sul bene. La venuta dell’Anticristo è il regno totale e globale del male». Ma il male si distrugge da solo. «E noi, popolo ortodosso, a cui molto è stato rivelato, dobbiamo preservare la fede nei nostri cuori, crescere nella fede i nostri figli e i nostri giovani e introdurre alla fede quelli del nostro popolo che, purtroppo, non hanno ancora trovato la strada per la chiesa».
Quattro giorni dopo parla della vittoria di Cristo, una vittoria che «ha veramente una dimensione cosmica, universale».
Russia messianica
Oggi la Russia rappresenterebbe il faro a cui stanno guardando tutti coloro che aspirano a una civiltà diversa e a un’alternativa all’egemonia immorale dell’Occidente. «Le persone che hanno avvertito la profondità della crisi spirituale e morale dei paesi ricchi prestano sempre più attenzione alla straordinaria esperienza del nostro paese che unisce il progresso scientifico e tecnologico e lo sviluppo economico con il risveglio della fede nei cuori delle persone. Non è forse questa simbiosi di forza, cioè scienza, tecnologia, forze armate con una profonda fede che è l’espressione della robustezza ultima della nazione chiamata a gestire l’insieme e cioè la vittoria sul campo di battaglia e in tutti gli altri ambiti?».
Una prospettiva epica e retorica che i vescovi del sinodo sembrano condividere, a sentire l’elogio che gli hanno tributato in occasione del suo onomastico: «Il tuo costante desiderio di miglioramento spirituale e intellettuale, la tua mente acuta e curiosa, la tua saggezza e il costante desiderio di penetrare nell’essenza delle cose sono ben noti in tutto il mondo e provocano sincera ammirazione e sorpresa tra molti dei tuoi contemporanei» (24 maggio).
E Cirillo conferma l’immagine di sé stesso come l’erculeo resistente. Davanti alle censure occidentali alla sua persona (blocco dei beni al pari degli oligarchi e chiusura ai suoi viaggi), egli «guida la Chiesa a un diverso percorso di sviluppo della civiltà. Con il nostro sviluppo, il nostro sistema di valori, sfidiamo gli altri e diciamo: “Siete sulla strada sbagliata, non avrete successo. Dopo tutto è quello che abbiamo anche noi provato all’inizio del periodo dei soviet. Niente ha funzionato e voi non ci riuscirete!”».
Putin: carico di spirito e di grazia
Ma tutto questo è possibile grazie al capo dello stato, Vladimir Vladimirovich Putin, «un uomo ortodosso che non si vergogna della sua appartenenza alla Chiesa, che è veramente un membro della Chiesa, e non semplicemente perché una parte significativa della gente si fida di lui. Non per questo! Questa persona porta davvero dentro di sé una certa carica spirituale, perché si nutre della grazia che il Signore trasmette attraverso la Chiesa al suo popolo. Pertanto ho un sentimento speciale di gratitudine nei confronti del nostro presidente, che ha davvero contribuito molto al rafforzamento della vita ecclesiale del nostro popolo negli ultimi decenni e, naturalmente, con il suo esempio contribuisce notevolmente al rafforzamento della fede ortodossa delle persone del nostro paese».
Il lirismo del patriarca nei confronti di Putin si è pienamente espresso in occasione dell’avvio dell’ennesimo mandato presidenziale, il 7 maggio scorso. Come «persona gentile, intelligente e cordiale», con rigore e rispetto dei principi, «il capo dello stato deve prendere decisioni fatidiche e terribili, ma, se non le prende, le conseguenze possono essere estremamente pericolose per il popolo e per lo stato. Esse implicano quasi sempre dei sacrifici. E tuttavia mai tali decisioni prese per il bene del popolo, per il bene del paese, sono state condannate dalla Chiesa e dal popolo. Sappiamo quanti santi sono stati ai vertici del nostro stato e hanno coraggiosamente difeso il loro popolo sul campo di battaglia. Basti ricordare il principe Alessandro Nevski, assai vicino a me e a lei presidente, perché siamo tutti e due originari di San Pietroburgo».
Cirillo invoca per Putin l’audacia, l’amore per la patria e la pace dell’anima. «Tutto questo contribuirà senza dubbio a consolidare le tue forze fisiche e spirituali. Noi, in quanto Chiesa, dandoti una benedizione per il tuo lavoro, continueremo a pregare personalmente e come nazione perché il Signore ti aiuti tutti i giorni della tua vita a guidare degnamente la grande patria, la santa Russia, che sta attraversando un periodo difficile della sua storia».
Un po’ troppo
La chiusura nel testo ufficiale suona così: «Che la benedizione di Dio e la protezione della Regina dei cieli accompagnino tutti i giorni della tua vita. Tu possiedi tutto ciò che è necessario per portare a lungo e con successo questo grande servizio alla patria».
Ma il testo parlato era diverso: la benedizione di Dio e della Regina dei cieli scenda su di te tutti i giorni della tua vita «fino alla fine dei tempi – come usiamo dire –. Dio voglia che la fine dei tempi coincida con la fine della tua permanenza al potere». Uno scivolone che l’ufficio comunicazione ha dovuto moderare.
La condanna del Consiglio d’Europa
La “perversione” dell’Occidente si è confermata nell’assemblea del Consiglio d’Europa del 17 aprile. La principale organizzazione sui diritti umani del continente a cui partecipano 46 stati con 700 milioni di persone ha stigmatizzato la gerarchia della Chiesa russa c il suo patriarca come complici dei crimini della Russia in Ucraina. «La gerarchia del patriarcato di Mosca della Chiesa ortodossa russa, in particolare il patriarca Cirillo, difende l’ideologia del Russkij Mir (mondo russo), dichiara che la guerra contro l’Ucraina e l’Occidente “satanico” è una “guerra santa di tutti i russi” ed esorta i credenti ortodossi a sacrificarsi per il loro paese.
L’assemblea è costernata per un tale stravolgimento del messaggio religioso e per la deformazione della tradizione cristiana ortodossa da parte del regime di Vladimir Putin e dei suoi interpreti in seno alla gerarchia del patriarcato di Mosca. L’assemblea condanna tale retorica e sottolinea che l’incitamento al crimine relativo all’aggressione, al genocidio e alle stragi è un crimine in sé stesso. L’assemblea chiede a tutti gli stati di considerare il patriarca Cirillo e la gerarchia ortodossa russa come un prolungamento ideologico del regime di Vladimir Putin, complici dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità perpetrati in nome della Federazione russa e dell’ideologia del Russkij Mir».
Un romanzo sui due
Il prossimo 13 giugno uscirà in Francia un libro dal titolo I peggiori amici (Les pires amis), che racconta, in forma di romanzo, la vita parallela di Putin e del patriarca. Fratelli e gemelli di sangue, perseguono in maniera diversa il potere assoluto e la ricchezza oscena per due strade differenti: la politica e la Chiesa. Ambedue crescono nello stesso clima della tirannia comunista e nella stessa città (San Pietroburgo).
Il primo (il gemello Cirillo), brillante e perverso, rinuncia alla vita normale per una folgorante carriera ecclesiastica che gli permette di gustare i vantaggi dell’Occidente, così desiderabile seppur formalmente detestato.
Il secondo gemello (Putin), vile e mediocre, entra nella polizia segreta (KGB), sembra destinato a ranghi minori, ma poi è catapultato ai vertici dello stato.
Ambedue ricostruiscono la verticale del potere assoluto, ciascuno nel suo recinto. Ma nel potere assoluto non vi è spazio per due. L’uno deve eliminare l’altro in una guerra sorda e segreta.
Il romanzo è opera di Serguei Jirnov, un tempo ufficiale del KGB. Talora la letteratura arriva dove l’analisi sociale e politica non giunge.
C’è in parte dei discorsi di Cirillo citati nell’articolo una evidente necessità diplomatica e gli osservatori occidentali dovrebbero essere più riflessivi e realisti.
Il Consiglio d’Europa non denuncia la inadempienza di fatto dell’Occidente in materia di integrità del corpo (ricordiamo le operazioni per le presunte, inesistenti, transizioni sessuali), famiglia (coniùgi o finanche semplici connubi trattati per nuclei familiari, bambini privati di una vera o completa famiglia senza nessun motivo), nascita (uteri dati in affitto, procedure artificiali non per sopperire a incapacità)… e produce pareri pseudoecclesiologici sugli ortodossi russi come se si trattasse di fare i resoconti sui boy scout… Non un solo sforzo per capire cosa stava succedendo e sta succedendo ai russi ucraini! Nessun impegno per creare una situazione alternativa al conflitto, il che non conviene neppure agli ucraini non russi!
Si dice che Cirillo pensa a una guerra metafisica, che il suo discorso è altro, ma ce lo si scorda o ce lo si vuole scordare e si fa conto che lui è d’accordo sulle violenze del campo militare…
Buona la citazione del romanzo, nel senso che i fini della Chiesa ortodossa russa vanno distinti dagli scopi del regime in Russia… E poiché in Occidente è un grave disastro, bisognerebbe provare a risolvere i guai in casa propria invece che continuare con la fobia contro i russi e il mondo russo. Ci si lamenta perché Putin ha voluto che l’azione militare in Ucraina fosse chiamata soltanto “operazione speciale”, ma delle parole pronunciate in passato da Zelensky sui russi ‘non uomini’ né politici né giornalisti fanno conto; e se non si accetta l’umanità del nemico non è vera guerra. Anche prima dell’inizio del conflitto c’era chi in Ucraina non trattava più i russi da esseri umani.
Mauro Pastore
il Decreto del Consiglio Mondiale del Popolo Russo, approvato anche da Cirillo e da vari vescovi, dice chiaramente
L’operazione militare speciale è una nuova tappa nella lotta di liberazione nazionale del popolo russo contro il regime criminale di Kiev e l’Occidente collettivo che lo sostiene, condotta dal 2014 nelle terre della Rus’ sudoccidentale. Durante la SVO, il popolo russo, con le armi in mano, difende la propria vita, la libertà, lo stato, l’identità civile, religiosa, nazionale e culturale, nonché il diritto di vivere sulla propria terra entro i confini di un unico Stato russo. Da un punto di vista spirituale e morale, un’operazione militare speciale è una Guerra Santa, nella quale la Russia e il suo popolo, difendendo l’unico spazio spirituale della Santa Rus’, adempiono la missione di “Holding”, proteggendo il mondo dall’assalto di il globalismo e la vittoria dell’Occidente caduto nel satanismo.
Dopo il completamento del distretto militare nordorientale, l’intero territorio della moderna Ucraina dovrebbe entrare nella zona di influenza esclusiva della Russia. La possibilità dell’esistenza in questo territorio di un regime politico russofobo ostile alla Russia e al suo popolo, nonché di un regime politico controllato da un centro esterno ostile alla Russia, deve essere completamente esclusa.
http://www.patriarchia.ru/db/text/6116189.html?ysclid=lub6hwnokh523472587
non vedo perchè non dovremmo giudicare queste dichiarazioni per quello che sono: delle affermazioni guerrafondaie e manichee, che vogliono privare gli ucraini delle libertà di scegliere, perchè loro destino inelluttabile far parte del ‘mondo russ’
usare la ragione per giudicare i russi nei loro fatti e nelle loro parole non è russofobia, a meno che essi non siano ingiudicabili
comunque due appunti:
– non esiste una persecuzione dei ‘russi ucraini’: intere regioni a maggioranza russofona sono filo-Kyiv, compresa Kharkiv da cui proveniva il battaglione Azov, composto da russofoni. la lingua russa aveva delle limitazioni in Ucraina, ma non vi erano persecuzioni. parliamo invece della persecuzione degli ucraini e dei tatari di Crimea nelle regioni occupate dai russi…
– visto che ha tirato fuori la questione dell’utero in affitto, cosa dice del fatto che nel 2023 almeno 4.100 bambini in Russia sono nati grazie alla surrogata. Condannarli è russofobia?
Il problema è che voi non state affatto usando la ragione, semmai la disinformazione ed è una pessima evenienza.
Non si tratta in Ucraina solo di russofoni, ma proprio anche di russi ucraini e della volontà di fatto del regime di Zelensky di non farli esistere in quanto russi o di non farli esistere proprio, non avendo voluto neppure riconoscerne l’umanità. Dall’Ucraina era piovuta anche la minaccia di cancellare la Russia facendola bombardare con gli ordigni atomici. La volontà della maggioranza in Crimea e Donbass era quella di stare con i russi invece che subire abusi e poi etnocidio. Per questi fatti — legati anche a un colpo di Stato di estrema destra che negava la scelta degli elettori ucraini a favore dell’alleanza con la Russia — si muoveva l’esercito russo. Adesso voi altri andate dicendo che è solo un’aggressione, in aggiunta fingete che tutti gli Stati hanno il diritto di usare un esercito ma i russi no…
Il testo che lei cita non attribuisce nessuna santità all’uso delle armi e fa presente quel che è ritenuta una giusta causa. Come mai voi altri continuate sempre con le stesse reazioni avulse dagli stessi contesti che riferite? Evidentemente volete farvi prendere da una fobia di troppo. Il testo che lei cita in realtà specifica che le manovre militari non sono un’espressione di santità. Voi avete voglia di capire tutto il contrario.
Riguardo alla questione dell’ “utero in affitto” e della “surrogazione”, è molto semplice capire che se una donna non può gestare e un’altra le viene in soccorso non ha proprio senso mettere in causa surrogazioni e affitti. Il rifiuto, da parte della Chiesa Ortodossa russa, delle degenerazioni ormai diffuse e penetrate in tanti Stati occidentali non è accaduto col negare i giusti diritti e questo dovrebbe far riflettere.
La Russia vuole sottrarsi a dei reali errori e torti che in Occidente sono stati insinuati dentro molti Stati e vorrebbe quanto meno che non vi cadesse l’intero mondo. Questa è una ragione sacrosanta non solo politica e bisognerebbe essere felici che il male non sta già prevalendo dovunque; ciò a prescindere dalle eventuali non simpatie. La politica e la religione funzionano diversamente da una comitiva di turisti che si sono scelti solo perché sentivano tanta reciproca congenialità.
Mauro Pastore
Partiamo dalla questione dell’utero in affitto: la Russia ha uno dei regimi in materia più liberali al mondo, che permette la surrogata anche a pagamento, che in buona parte dell’Europa occidentale è vietata. da noi si verso il divieto totale o perlomeno restrizioni estremamente dure https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2024/01/23/fight-against-human-trafficking-council-and-european-parliament-strike-deal-to-strengthen-rules/
Per questo il numero dei bambini nati da surrogata in Europa è sulle centinaia, mentre in Russia andiamo sulle migliaia (e c’è chi dice che siano decine di migliaia). Perché la tanto cristiana Russia ha un regime molto più liberale in materia della non cristiana Europa occidentale?
Poi relativo all’Euromaidan, ricordo che Yanukovich aveva promesso in campagna elettorale di firmare l’accordo con l’UE, accordo oggetto di lunghe trattative e approvato dal Parlamento… salvo rimangiarsi tutto davanti a un trattato offerto all’ultimo minuto da Putin! Strano che la gente si sia incazzata e persino molti deputati del suo partito lo abbiano sfiduciato!
Poi la Rivoluzione della Dignità non era affatto contro la Russia, e la lingua parlata dalla maggioranza dei manifestanti era il russo. Lo diventa quando la Russia prende il controllo della Crimea e organizza un referendum farsa in cui non è nemmeno permesso ai filo-ucraini di mostrare le loro ragioni e la scelta è fra 1) indipendenza di fatto 2) indipendenza e unione con la Russia. Poi la radicalizzazione arriva quando Igor Girkin entra nel Donbass dalla Russia ed occupa Sloviansk, scatenando la guerra.
E comunque non vi è stato nessun etnocidio di russi in Ucraina: i 3.500-4.500 morti civili della guerra in Donbass erano dovuti al fatto che gli scontri avvenivano in zone urbane, con entrambe le parti che si bombardavano reciprocamente da zone densamente popolate. e negli ultimi anni il numero di morti civili si era assestato a circa 25, in gran parte dovute a mine .
I russi in Ucraina avevano partiti politici alla Rada, hanno una Chiesa Ortodossa loro, insomma, erano liberi seppur con delle limitazioni.
Le minoranze nelle zone occupate dai russi non sono libere, ma represse. Inoltre Zelensky prima dell’invasione non minacciava di bombardare la Russia, ma chiedeva di avere armi nucleari perchè quelle sovietiche cedute alla Russia negli anni ’90 erano state date in cambio della promessa di rispettare l’integrità territoriale ucraina, promessa molto pinocchiosa da parte dei russi.
Riguardo la bioetica, la “surrogata”, “l’utero in affitto”, si tratta di considerare condizioni e motivazioni; e se si lasciano giri di soldi, l’importante è che non siano la motivazione e le condizioni. Riguardo il racconto che tu fai… A quale condizioni si poteva mantenere la promessa della UE? Non si poteva realizzare nulla anche per motivi etici. Sull’etnocidio: non sempre accade con l’omicidio, a volte solo con l’impedimento a vivere la stessa vita di prima. Sono tanti anni che in Ucraina alcuni poteri odiano la vita russa e non hanno capito che i russi sono tra gli abitanti del paese. Infatti non capendo questo, non capiscono il paese. Per il resto: la tua versione dei fatti non è a parte di tutto il necessario. Bisogna rimediare alle mancanze e alle distorsioni della maggioranza delle comunicazioni in Europa e America del Nord con delle ricerche e mettendo assieme i pezzi.
Mauro Pastore
Perchè allora queste accuse di etnocidio non vvalgono verso quello che stanno facendo i russi nelle zone occupate?
Hanno perseguitato i tatari di crimea e sciolto il Mejlis (la loro organizzazione rappresentativa) perchè ‘estremista’ (alias volevano che la Crimea restasse ucraina).
Perseguitano i greco-cattolici ucraini, a cui hanno sequestrato le proprietà, arrestato i preti e al piccolo resto rimanente impediscono persino di usare il loro nome.
Perseguitano le chiese protestanti, i testimoni di Geova, i cattolici latini e altre minoranz<e religiose.
La lingua ucraina nei territori occupati sta venendo del tutto rimossa dalla vita pubblica e dall'insegnamento, i residenti contrari all'annessione vengono costretti a scappare e viene favorita l'immigrazione di russi.
E non parliamo delle deportazioni di bambini…
è etnocidio questo?
Genere letterario? “Arrampicarsi sugli specchi” per giustificare e minimizzare la connivenza e complicità della setta ortodossa russa (perché tale è una organizzazione “religiosa” guidata da un ex-membro del kgb). Anatema a chi giustifica e incoraggia e sostiene la invasione russa in Ucraina.
judas e imbécil a la vez este monaguillo de putin