Voglio essere onesto con me stesso e chiaro con chi mi legge: apprezzo molto papa Francesco, da sempre, ma ora, dopo quello che risulta certamente un infortunio, ossia l’uso della parola «frociaggine», lo apprezzo ugualmente! E, dunque, per me, è importante dire di che tipo di infortunio si tratti.
Poco fraterno, poco episcopale
Il primo infortunio è che avrebbe usato quella espressione così poco corretta e, senz’altro, pericolosa, in un contesto riservato, a porte chiuse. Ma è importante dire, da subito, che non ha parlato di persone! La “dabbenaggine” non è certo propria delle persone “dabbene”, per esempio.
Comunque, qualcuno si è detto oggi «sbigottito» della nota resa alla stampa.
Ma qualcuno lo ha detto – o lo ha scritto – di essere «sbigottito»: per questo s’è parlato solo d’altro, cioè dello scandalo linguistico? Qualcuno, durante quell’incontro, ha forse detto: «Santo Padre, cosa dice, come parla con i suoi confratelli nell’episcopato»?
È assai poco fraterno – oltre che poco episcopale – tirare i sassi e nascondere le mani. «Qualcuno dei confratelli apostolici le avrà sicuramente detto: “Come le salta in mente di usare parole come questa!”». O no?
Di che cosa si parla
Bergoglio – il papa che qualcuno oggi vuole presentare come omofobo, pare proprio che quella parola l’abbia usata – conoscendone, peraltro, abbastanza bene, il significato, in italiano.
Innanzitutto, c’è quello che avrebbe detto lui nell’occasione, e cioè che si possono esporre i giovani (omosessuali) al rischio di «cadere». Va bene. Ma io ritengo necessario parlare, a proposito, anche in altri termini.
Perché – pur non frequentando i seminari e assai poco le chiese, se non per motivi legati al mio lavoro giornalistico – percepisco che la «frociaggine» non riguarda le tendenze sessuali, ma potrebbe manifestarsi in altro. Cosa intendo?
Penso a un certo estetismo, all’innamoramento per l’estetica del sacro: per l’abito, per tutto quel che in questo ambito può piacere, attrarre, ma che, secondo me, allontana tanti uomini e donne di oggi, perché tutto questo, appunto, è molto lontano dai problemi veri delle persone ordinarie, come me, dagli uomini delle tante «periferie», anche in Italia. È lontano, in fin dei conti, dai luoghi della povertà dove vive spontaneamente un Dio che incanta, quello nato nella stalla.
In tanti a mio avviso avvertono il bisogno di «una Chiesa povera, e per i poveri», dentro e fuori la Chiesa, in quel tremendo mondo secolarizzato che chiede di essere nuovamente incantato, mentre c’è chi trasecola per la meraviglia di un sacro immaginario e lontano; e pensa – o finisce per pensare – a un modello che ha nella lontananza irraggiungibile la sua forza.
Nella nota vaticana, poi diffusa, Francesco ribadisce che «la Chiesa è aperta a tutti, nessuno è escluso». E questo riguarda certamente eterosessuali, omosessuali, amanti della Chiesa povera e non povera. Ma è questo per me il punto: un certo estetismo sacrale, per me, allontana alcuni, e impedisce una Chiesa aperta a tutti.
Una scivolata
Mi sembra che sia questo che legittimamente preoccupa il papa: più della tendenza sessuale di un seminarista, della preferenza liturgica o del tipo d’abito, ossia la possibilità che un tipo di visione possa allontanare la sua Chiesa dai luoghi degli ultimi.
Questo certamente c’entra con un pontificato che ammiro per le vecchie scarpe nere, per l’abitudine di portarsi la borsa in aereo, per usare una semplice tunica bianca, senza troppi orpelli e ori: cioè, senza tutto ciò che, in passato, mi ha fatto sentire estraneo.
Mentre la Chiesa di Francesco non mi allontana, anzi la sento vicina, molto. Che io sia omosessuale o no, non conta. Gli omosessuali sono uomini e donne come me. Ma una Chiesa che vuole incantare con i suoi canti monumentali, gli incensi, l’aura di un sacro inaccessibile, è una Chiesa che a me dice poco.
Solo a questo punto posso scrivere che quella parola in bocca a Francesco non è piaciuta, neppure a me: se avessi potuto gli avrei suggerito: «La prego Santità, quella parola non la dica».
Papa Francesco mi piace molto di più dei vescovi che non sanno tenere riservati i dialoghi “a porte chiuse” che non vuole dire “bocche spalancate”… Loro si che mi danno tristezza con questi modi di fare! Il termine non è bello sicuramente ma povero papa se coloro che ha vicino fanno così! Bello il punto di vista sugli “orpelli” che allontanano e cui aggiungerei tutti i titoli di eminenze varie! Un po’ più di silenzio umile non guasterebbe, almeno per amore della nostra madre Chiesa.
Tanti commenti, molti senza nessuna misericordia…. Tante chiusure nei confronti di chi viene considerato “diverso”…. Suggerisco la visione di questo video… https://www.facebook.com/antonino.barbato77/videos/5494599230665455
E poi il Papa dice che il chiacchiericcio è delle donne!!!!
Ho insegnato ai miei figli che gli omosessuali sono dei pervertiti. Il rispetto come esseri umani è indiscutibile, ma questo non cambia lo stato delle cose.
Magari non cambia lo stato delle cose. Ma probabilmente cambierà in peggio la vita di un compagno di classe gay dei suoi figli, quando questi gli diranno che è un pervertito. Perché certo, avrà insegnato loro anche il rispetto… ma immagino che il rispetto non escluda la possibilità di essere espliciti su quello che lei ritiene che sia un gay. Quindi ecco: non cambierà lo stato delle cose? E invece si: porterà un po’ più di intolleranza nel mondo. Il che magari per lei va bene: ma almeno lo dichiari, senza trincerarsi dietro “il rispetto”.
Già che lei si è avventurato nel campo delle ipotesi, lo faccio anch’io. Magari sarà proprio il compagno pervertito a ringraziare mio figlio perché qualcuno gli ha aperto gli occhi e ne ha favorito la conversione e la salvezza eterna.
O magari si aggiunge all’immensa schiera di persone che sono arrivate a provare un fastidio, se non un’aperta ostilità, per tutto quello che riguarda Dio, la Chiesa e i cristiani.
E che poi voterà ed agirà di conseguenza, e noi piangeremo persecuzione.
Perchè chiamare ‘pervertito’ una persona che magari sta soffrendo dentro o prova turbamento sicuramente li porterà a vedere il Dio che è Essere ed Amore, ad accettare la Signoria di Cristo e unirsi alla Sua Chiesa…
@Claudio. Quando si leggono cose come queste poco val commentare, bisognerebbe fare finta di nulla; poi un sussulto impone moralmente di dire una parola. Quasi che non siano pervertiti coloro che mandano a morire centianai di migliaia di giovani per interessi che nulla hanno a che vedere con una vita di pace e fratellanza, come avviene nelle guerre che ci circondano. O magari non sono pervertiti coloro che hanno ricchezze pari a quelle di una intera nazione, ma difficilmente le condividono e vedono milioni di persone soffrire la fame senza troppo curarsene. Non sono pervertiti neppure coloro che portano scarpe, magliette e pantaloni cucite da bambini schiavizzati. Queste, agli occhi di persone come lei, sono normalità, forse; ai miei sono le vere perversioni, delle quali tutti dovremmo interrogarci. Auguro a suo figlio di incontrare nel suo percorso di vita maggior indulgenza di quanta ne ha vissuta nella casa paterna, perché il percorso non è sempre così lineare e bisogna sempre sperare di vivere la comprensione, quando non il perdono. Auspico per lei, invece, di ritornare sulle sue considerazioni. Leggendo i suoi commenti non ho potuto fare a meno di rammentare una canzone di quello che forse è l’unico vero rapper italiano, a fronte di tanti ciarlatani (Franky Hi-Nrg) il cui titolo è abbastanza esplicativo: “Quelli che benpensano”, qui il video https://www.youtube.com/watch?v=vrpJB7ucC5Y E’ possibile che in questo articolato testo ben si riconosca, abbia la pazienza di ascoltarlo tutto.
Condivido totalmente!
Il signor Claudio è un chiaro esempio del meme ‘there is no love greater than christian hate’.
Che poi il considerare in blocco gli omosessuali come dei pervertiti serve solo a trovare un altro da disprezzare, non a testimoniare il Vangelo, perché nessun omosessuale penso voglia unirsi a gente che lo considera un pervertito e quindi lo guarda sempre male.
Comunque facendo così ci stiamo scavando la fossa da soli, perché tra un po’ il coltello sarà per noi dalla parte della lama, e gli altri si comporteranno con noi come noi ci siamo comportati con loro
La “frociaggine” è un termine perfettamente azzeccato quando si vuol parlare di un certo costume che non onora l’essere umano che tende a realizzazione umana piena … è fuori posto in seminario e dovunque. Tutti “i saputelli” che gridano allo scandalo e “comandano” di chiedere scusa e sentenziano che non bisognava dire questa parola, sono gente da foglia di fico per Adamo ed Eva e per tutte le statue di nudo e di marmo dei grandi scultori … coloro che l’hanno riportata per far gridare allo scandalo e tutti quelli che sono stati al gioco sono come “pietre rotolanti con la stupidità del meccanismo” … Solo un uomo che guarda in alto si sottrae al meccanismo … ma quanti ce ne sono nella nostra società? Tra quelli che scrivono e pubblicano libri e tengono affollate conferenze e gridano allo scandalo quanti sono davvero fuori dalla stupidità del meccanismo?
Io sono convintissimo che l’omosessualità sia una tendenza intrinsecamente disordinata.
Penso anche che, per una serie di ragioni ovvie, non sia opportuno ammettere come candidati al sacerdozio uomini non eterosessuali.
Detto questo usare o no certe parole è una questione di buona educazione.
Questo è il problema: può il papa usare un linguaggio simile?
Proprio questo è il punto. Ciò che è riportato nel Catechismo 2357/2358 non è vero. La omosessualità non è una tendenza intrinsecamente disordinata e non è di genesi psichica inspiegabile, poiché la omosessualità è semplicemente logica e razionale relativamente alla struttura dell’ uomo. Se, invece di continuare ancora a distinguere, sui commenti di Tommaso al de Coelo et Mundo, che la Creazione sia la produzione di qualcosa non da qualcosa mentre la Generazione sia la produzione di qualcosa da qualcosa, allora si può considerare che in inizio i (due)sessi erano uno, ergo, non potevano essere contemporaneamente due come ugualmente tuttora non posso contemporaneamente essere lo stesso due.
Dando oramai per certo che quella frase, in qualche modo, sia stata detta e dato per certo che, proferita da una figura dalla quale tutti, più o meno, attendiamo barlumi di saggezza, sia totalmente fuor di luogo, punterei attenzione su alcuni fatti. Il primo è che il tema sia presente in quelle assemblee e venga posto come un problema da affrontare. Il secondo punto è come il fatto in sé problema lo divenga; per dirla in altri termini, che un seminarista sia di orientamento omosessuale non dovrebbe essere pregiudizievole del percorso a meno che, ovviamente, questo orientamento non si manifesti in modo “pratico” in un contesto “facilitante”. Del resto mi pare che l’orientamento sessuale non sia una discriminante vocazionale. In terzo luogo mi pare evidente che in quel consesso il Papa ha parecchi detrattori, già lo sapevamo, che certamente hanno enfatizzato un modo che rimane colloquiale ed inadeguato per la figura.
Uscita poco felice anche se sono abbastanza certa non motivata da antipatia. Chi si è sentito in dovere di andare a spiattellare tutto ai giornali invece di discuterne con gli altri vescovi e il Papa stesso non ci ha fatto un figurone…
Cortocircuito mentale per i cattolici progressisti: puo’ un papa campione del progressismo cattolico dire una frase che neppure il piu’ bieco dei papi conservatori, neppure l’esecrato Ratzinger, avrebbe mai osato dire? Ebbene si’, puo’, perché Bergoglio non e’ progressista ,e’ uno che prende in giro tutti. Tutti, tutti, tutti ….. le suore zitellone, i seminaristi frocioni, i preti coll’Alzheimer spirituale, i cristiani con la faccia da sott’aceto … Lui prende in giro tutti e si gode il fatto che sopra di lui non c’e’ una autorità” piu’ alta che puo’ contraddirlo. Se non il Padreterno, nell’aldila’.
Non tutto il male viene per nuocere. Credo sia necessario che ogni qualvolta avvengano fatti incresciosi, superato il momento di stupore e scandalo, si proceda con iniziative intellettive e qualificate ad analizzare-studiare storicamente e socialmente l’annoso problema della omosessualità perché la nostra “civiltà” lo tolga da quel fatidico Armadio degli scheletri. Anche il nostro Amato Papa Francesco, che lo Spirito Santo gli stia più appresso nel consigliarlo al meglio, può umanamente infervorarsi per le molteplici problematiche del suo pontificato, e così può accadere, di dirne una di più e anche inopportuna da quel “Santo Pulpito”. Saluti fraterni e pace a tutti Voi. Romano Piras
Credo che il giornalista dia una interpretazione piuttosto “creativa” del termine in questione, che ha un significato ben preciso e poco suscettibile di malintesi. Mi pare che in questo caso “la toppa sia peggio del buco”.
Quando si vuole giustificare si trovano tutti gli argomenti! Un papa non può usare certe parole, anche in un consesso ristretto ( quanto ristretto?). La “frociaggine” sarebbe un … atteggiamento estetico!!!! Bontà del commentatore.
Ad maiora, si possumus.
Quindi la “frociaggine” è la cura per la liturgia ed è lontananza dalla sciatteria liturgica che, anch’essa allontana uomini e donne dalla Chiesa, facendo sentire non un Dio vicino, ma una mancanza di rispetto verso quello stesso Dio, una mancanza di fede nel trascendente. Dio è certo più intimo a noi di noi stesso, ma è anche il totalmente altro, nel suo regno di Luce inaccessibile (Preghiera Eucaristica IV). Se “frociaggine” è questo, come sembra far capire l’autore… la Crusca dovrà aggiornarne la definizione probabilmente.
Un’affermazione infelice di Papa Francesco va letta all’interno di un confronto duro e serrato con i vescovi italiani sul tema dei seminari e dei seminaristi. La crisi del sacerdozio ministeriale è evidente e genera parecchio nervosismo; d’altronde la struttura organizzativa della Chiesa cattolica si regge quasi totalmente su uomini celibi. Il divieto nei confronti delle donne, degli uomini sposati e degli uomini omosessuali (quest’ultimo divieto posto da Benedetto XVI nel 2005) di accedere al sacerdozio ministeriale pone dei problemi seri alla sopravvivenza di tale ministero. Per sopravvivere il sacerdozio ministeriale si deve trasformare e il coinvolgimento dei laici e delle donne nei processi decisionali, l’accesso delle donne al diaconato e l’accesso al sacerdozio ministeriale di uomini sposati aiuterebbe a sgonfiare un clero troppo autoreferenziale e chiuso in se stesso, che cerca solo il potere. Queste affermazioni infelici di Papa Francesco ha indotto a delle scuse pubbliche e non per errori della Chiesa (già avvenute molte volte) ma per i suoi errori: è un caso più unico che raro.
Apprezzo l’articolo e apprezzo l’autore. Faccio una doverosa premessa: stimo papa Francesco. Il problema è duplice. 1) A porte chiuse si dicono cose che poi vengono riportate da altri sui giornali. Come mai? Perché quello che dovrebbe essere riservato finisce per essere di dominio pubblico? 2) Ho frequentato seminari, conosco sacerdoti. Non comprendo la posizione di Francesco che rischia di essere un macigno sul processo sinodale in corso. Conosco anche persone omosessuali (a scuola, dove lavoro, ce ne sono) che si sono sentite offese da un papa che ha mostrato notevoli aperture. Ovviamente la parola non è stata detta – per fortuna! – in pubblico. Trovo poco carino e problematico che un papa usi un certo linguaggio in pubblico e un altro in “privato”.
Aggiungo un altro particolare: visto che si trattava di un incontro a porte chiuse, senza la presenza di estranei, l’episcopato italiano non faceva meglio a tenere riservato quanto detto in quell’assise?
Se si dice qualcosa in una riunione con più di cento persone è impossibile che non venga fuori nulla. Il papa dovrebbe saperlo.
Tra l’altro la “fonte” si sarebbe rivolta a Dagospia. Secondo me non è un giornale a cui ci si rivolge se non si vuole che scoppi uno scandalo, per cui personalmente ho difficoltà a vedere la buona fede di questo atto e ciò mi fa dubitare della veridicità delle parole riportate.
ormai la veridicità o meno della frase non ha più importanza: tutti giornali del mondo l’hanno riportato e la gente ci ha fatto i memi.
concordo sul fatto che chi ha passato questa soffiata a Dagospia è una brutta persona che ama creare confusione
Sentir parlare il papa in maniera tanto rozza e triviale mi fa veramente male.
Non possono esserci giustificazioni di nessun tipo.
A questo punto rimane soltanto la necessità di capire il perché.
Escludo che papa Francesco non abbia rispetto per gli omosessuali.
Non si spiegherebbe Fiducia Supplicans e il “chi sono io per giudicare”.
Escludo che Sua Santità non capisca bene l’italiano: lo capisce benissimo.
Sono convinto che una certa rilassatezza linguistica sia propria di certi ambienti ecclesiastici argentini (ricordate le ca**ate del Card. Fernandez?).
Penso anche che forse certe gaffes siano la conseguenza dell’allentamento dei freni inibitori dovuto all’età ormai avanzata.
A volte però mi viene un dubbio: e se lo facesse di proposito? Se il vero scopo fosse quello di distruggere la credibilità dell’istituzione pontificia? Alla fine però il vecchio Guglielmo di Occam mi suggerisce la risposta esatta: Bergoglio è inadeguato, gravemente inadeguato, al ruolo che gli è stato affidato.
Gli aneddoti su Prospero Lambertini, alias Benedetto XIV, fanno capire che usava un linguaggio estremamente triviale e faceva battute a dir poco pulite. Eppure è stato uno dei papi più colti a sedere sul Soglio di Pietro
Per il resto più che concentrarci sulla parola che ha detto il Card Fernandez, concentriamoci sul concetto che ha espresso
Certo.
L’argomento in discussione però è il turpiloquio.
Perciò si pone l’attenzione sulla forma.
Anche per usare le parolacce bisogna saperci fare.
Prospero Lambertini, ad esempio, le diceva in ambito privato non durante i discorsi ai vescovi italiani.
Caro Adelmo, nel contesto, la parola del Santo Padre (tradizionale come la scena “another brick in the wall” nel film dei Pink Floyd) è quanto più epidittico da non esistere termine più appropriato. La educazione nei seminari deve ostacolare anche sul sorgere determinate tendenze che provengono dalla natura, quindi, come una madre; con i piedi per terra; deve mantenere attenzione verso la discrezione di una figlia adolescente anche con il ricorso ad evocazioni dispregiative o spaventose in attesa di una più completa maturazione, ugualmente, con stessi piedi per terra,da chi ne ha responsabilità debbono essere usati termini sbrigativi per indirizzare nella corretta direzione una identica gioventù che arriva all’ interno dei seminari … IL SANTO PADRE,nelle sue fraintese disposizioni HA RAGIONE perché la frociaggine dei ricchioncelli a briglia sciolta non prevalga a costituire una futura chiesa di culattoni.. Altro è poi la giusta considerazione teologica della omosessualità, che per come si denuncia è comunque carente.Saluti.
Il papa è il vicario di Cristo.
Dovrebbe avere rispetto per il ruolo che svolge.
Dovrebbe.
Se Lambertini fosse vissuto oggi sarebbe considerato estremamente sboccato, e Pio XI un grande villano per gli scatti d’ira verso tutti
Se fosse così non sarebbero adeguati a fare il papa oggi.
Si può essere fedeli a Cristo senza dover per forza essere scostumati.
Il confronto con i predecessori di Francesco è impietoso.
Si può dire quel che si vuole ma con Bergoglio stiamo toccando fondali mai raggiunti prima.
Allora c’é un vescovo o prete pettegolo che dice in pubblico di quello che si dice in privato
Riceverli o no in seminario o case religiose (maschili e femminili), questo é il tema… Data la mia esperienza, direi di no.