Forse i mosaici di Rupnik nelle onde travolgenti proiettano il dramma della perversione che sta dentro, nelle tante mani tese la richiesta di comprensione e la presenza del “pane del perdono” di manzoniana memoria, come supplica di misericordia.
Non siamo robot, e quindi siamo responsabili dei reati che commettiamo, ma la semplice condanna non produce cambiamento.
In psicodiagnostica a volte si usano test proiettivi. Non hanno la pretesa di identificare dettagliatamente le patologie gravi, ma aiutano a capire alcune dinamiche presenti nelle storie delle persone.
Alcuni di questi proiettivi vengono definiti “grafici” in quanto eseguiti tramite input che stimolano a disegnare.
Molto utilizzati il test della figura umana, della famiglia, della casa, dell’albero. Ma anche il disegno libero dopo la consegna: “disegna la prima cosa che ti viene in mente”. Più complesso, ma molto efficace il test di Wartegg, che si esegue sempre su invito a disegnare.
Vengono chiamati proiettivi in quanto fanno emergere il profondo della persona.
A proposito di arte, diverse le pubblicazioni sulla psicologia dell’espressione artistica.
Se mi fermo davanti a un quadro, posso pensare al periodo, alla tecnica, alla storia dell’autore. Posso anche ascoltarmi e analizzare le emozioni e le riflessioni che il quadro mi sollecita.
Più volte mi sono trovato a Bologna, nella chiesa del Corpus Domini.
Mi sento accolto dalle immagini che mi avvolgono e lascio spazio alle emozioni e ai sentimenti che i mosaici di Rupnik mi suscitano.
Contemplo l’immensità di una storia di salvezza che si concretizza tutti giorni nel “fate questo in memoria di me”.
Lassù, il Cristo Pantocratore sembra presentarsi nell’atteggiamento di colui che giudica, ma sul libro che tiene con la sinistra c’è scritto “Io sono il pane di vita”.
La tanta speranza presente nei volti che supplicano, protegge dalla disperazione e/o dalla depressione che potrebbe assalire nella costatazione dei tanti limiti e delitti umani.
Molti artisti hanno dipinto gli angeli, ma non esiste nessuna opera artistica fatta dagli angeli. Solo noi umani possiamo proiettare l’entusiasmo e/o la fatica della nostra storia.
Quando un individuo nasce, è “tabula rasa”. Quello che succede poi promuove, condiziona, secondo le opportunità – promosse, negate o contraffatte – che accompagnano il vivere.
I condizionamenti – prodotti da stimoli patogeni del passato e del presente – bloccano la parte migliore di ognuno.
Forse i mosaici di Rupnik nelle onde travolgenti proiettano il dramma della perversione che sta dentro, nelle tante mani tese la richiesta di comprensione e la presenza del “pane del perdono” di manzoniana memoria, come supplica di misericordia.
Non siamo robot, e quindi siamo responsabili dei reati che commettiamo, ma la semplice condanna non produce cambiamento.
Forse, nella chiesa del Corpus Domini, i mosaici ricordano che nessuno è solo perversione.
L’opposto sarebbe come un credere nel nulla umano e, per logica, nell’inutilità dell’Incarnazione.
Oltre a quella del Corpus Domini, in Bologna c’è un’altra chiesa che presenta l’arte musiva di Rupnik: la parrocchia di Maria Regina Mundi, dove nella parete di fondo del presbiterio sono rappresentati la Madre e il Figlio, ed entrambi reggono in mano un cartiglio. In quello che regge Maria è scritto: “IO SONO DEL MIO AMATO E LUI E’ MIO”, mentre in quello che regge Gesù, è scritto: “TU MI HAI RAPITO IL CUORE SORELLA MIA MIA SPOSA”.
Quando, allargando l’immagine della foto che ho fatto al mosaico, ho letto quei versetti del Cantico dei Cantici, è stato come ricevere un pugno nello stomaco, e in bocca mi è arrivato il sapore dell’incesto.
Pur sapendo molto bene che Maria Regina rappresenta la Chiesa e che Cristo è lo Sposo, trovo estremamente stonato e di pessimo gusto, che in questo tempo così delicato e controverso, venga proposta questa Parola, e lo si faccia in questo contesto. Vi percepisco una grande sfrontatezza e aria di sfida, di impunità.
Poi mi domando anche quali possibili fraintendimenti possa generare questa immagine nella mente e nel cuore di chi non è un addetto ai lavori…
Non è tutto oro quello che luccica, non lasciamoci accecare…
Quello che colgo, è che qui non è solo, e non è tanto, questione di essere pro o contro i mosaici, c’è qualcosa di molto più ampio e subdolo e manipolante, che ci invita a tenere gli occhi aperti e le antenne ben dritte…
…e poi ci sarà il processo con testimoni e prove, si scoprirà che lui è innocente, rovinato in maniera irreversibile dalle calunnie blasfeme comparse sui giornali, e il popolo tornerà alla sua vita di sempre…
Attualmente del processo non si sa nulla: né vittime né testimoni vengono ascoltati e non ci sono procedure pubbliche. La stessa avvocata delle vittime non può accedere agli atti. E Rupnik si è sempre rifiutato di rispondere alle accuse. Quanto a definire le vittime persone strumentalizzate che si sono mosse dopo 30 anni, ricordo che la prima denuncia è stata fatta nel 1994, seguita da numerose altre ripetutamente insabbiate.
Senza entrare nel complesso merito della questione, mi preme confutare il paragone (spesso ripetuto) tra l’indegnità morale di Rupnik e quella di altri artisti come Michelangelo o Caravaggio. Il confronto non si può fare, e non solo per la qualità artistica. Caravaggio & c. erano certamente peccatori come e anche più del normale, ma non erano né si sono mai atteggiati a maestri spirituali! E nemmeno hanno preteso che le loro opere fossero catechesi. Questa è la grande differenza con le opere di Rupnik (per di più concepite, se è vero quanto hanno detto alcune vittime, in un contesto immorale e di pesante inversione teologica)
Siamo in presenza di un fatto amorale che potrebbe essere imitato da altri Rupnik in futuro. Siamo immersi ormai in una Chiesa che non è per niente quella voluta dal suo fondatore. Questa da decenni non è più la Chiesa Cattolica dei martiri ma una falsa Chiesa cattolica. Una Chiesa piena di traditori di Cristo e della sua dottrina. E Rupnik è uno di questi. Mai nella storia della Chiesa un prete ha evangelizzato come questo signore. I suoi mosaici sono offese alla fede, sono peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio è vanno tutti mandati al rogo.
Tutti quegli “occhi neri” nei suoi lavori sono molto inquietanti.
Ho già comprato mazza e scalpello e partirò appena posso per Bologna per staccare lo scempio ivi esposto (a proposito, qualcuno può mandarmi la posizione così evito di girare a vuoto?). Mi trattiene solo il dubbio atroce di essere della stessa pasta dei milioni di Torquemada che infestano i social e il web con la loro indignazione e le loro sentenze. Anzi, Torquemada era un chierichetto in confronto. Dobbiamo proprio imitarli? Jiean Guiton racconta che Paolo VI gli chiese se poteva fare da ambasciatore presso Picasso per dipingere non ricordo quale chiesa o cappella o che ne so, il Guitton fatta l’ambasciata, si sentì rispondere da Picasso “se mi dà il permesso di fornicare allora non ho niente in contrario”. Dubito che Paolo VI non sapesse della moralità allegra di Picasso, eppure avrebbe voluto qualcosa dipinto da lui; non c’erano artisti più pii? Ho la bizzarra idea che lo Spirito Santo contribuisca non poco alla produzione artistica dell’umanità; a volte soffia dove noi non ci metteremmo neppure la nostra fotografia. Prima dei mosaici di Rupnik, dovremmo eliminare i salmi di David.
Bellissimi i mosaici a San Pio… e anche tutti gli altri…Rupnik è stato strumento di Dio nel realizzarli perchè guardandoli aprono alla Bellezza quella vera come da tanto tempo non si vedeva! E mi stupisce molto questo bigottismo che condanna a tutti i costi. La Verità non la sappiamo…tutto sto Gossip mediatico queste donne che accusano dopo 30 e comunque strumentalizzate fa molto pensare ad un
vero e proprio attacco alla Chiesa. Certo delle opere bellissume che unisco Occidente ed Oriente danno fastidio in questo Tempo. Per me il problema non è Rupnik (che forse da Cristiani bisognerebbe saper perdonare) è ben altro! Si tratta di
politica..multinazionale.Preghiamo per la Chiesa per chi accusa e per chi è accusato!🙏
Invito tutti a leggere la lettera che il Centro Aletti ha scritto a proposito di questa ondata di attacco alle opere d’arte del centro Stesso. L’arte del centro Aletti è un arte di comunione dove insieme artisti e teologi nella preghiera e nello studio creano il mosaico o altra opera d’arte. Non è una singola persona. Mi fa rabbrividire sentire parole come distruggere queste opere . A me personalmente come a tantissime persone che io conosco fanno tanto del bene e aiutano nel cammino spirituale.
Ma che altro poteva dire il centro Aletti, fondato da Rupnik (che risiede ancora lì, pare)? Un centro costruito tutto intorno alla fama di Rupnik (laboratorio per i suoi mosaici, casa editrice per i suoi libri, centro di diffusione dei suoi esercizi spirituali)? Ora portavoce di chi si rifiuta di rispondere alle accuse e non si è neppure presentato ai superiori? Di chi ha accumulato una fortuna nonostante il voto di povertà e il divieto di aprire attività commerciali? Francamente la cancel culture c’entra poco e l’accusa di complotto mediatico è quasi infantile
Indubbiamente Rupnik ha un grande talento artistico e i suoi mosaici da lui spiegati aprono il cuore e la mente alla preghiera contemplando la bellezza dei misteri della Salvezza. È ridicolo quando propongo di toglierli dalle Chiese a causa della reputazione dell’ autore: seguendo questo ragionamento si dovrebbero distruggere molte opere d’arte anche in Vaticano, compresa la basilica di San Pietro, non credo che i costruttori fossero tutti irreprensibili. Preghiamo piuttosto che l’Autore diventi lui stesso un’icona vivente del Cuore di Cristo e che lo Spirito Santo risani le persone ferite da comportamenti contro la loro dignità e sacralità.
La questione non è se distruggere o meno l’opera, ma da che parte sta la chiesa: quella di chi si serve del carisma e del proprio potere spirituale o quella delle persone abusate? Mi sembra poco invocare lo Spirito Santo senza prendersi responsabilità, evitando un giudizio, coprendo, invocando il perdono del peccatore senza mai occuparsi di chi ha avuto una vita distrutta.
A mio vedere questa amara vicenda aggiunge, più di quanto non toglie; ovviamente esclusi coloro che hanno sofferto in prima persona. La dimensione di queste opere e la loro enorme diffusione, gioco forza, innescherà in chiunque se le troverà davanti un contrasto emotivo-cognitivo determinato dalla bellezza delle opere in sé e dalla contezza del male che le ha accompagnate. Questa binomia potrebbe favorire lo stato di consapevolezza di ciascuno, riportandolo quasi violentemente nella dimensione della fragilità umana al cospetto di Dio, laddove in buona misura la bellezza delle opere, puramente interpretate e non viziata da altro, innesca vice versa una qualche supponenza, più che elevare lo spirito.
Altra questione è la persona Rupnik, al di là delle sue opere. E’ giusto che paghi per i reati che ha commesso. Il suo patrimonio deve andare completamente a chi ha leso o ad opere di bene che sostengano abusati. Infine, come per ogni uomo, tanto più se crediamo veramente nel modello cristiano, dobbiamo sperare in una riabilitazione profonda e perseguire la ricerca del perdono.
Anche Lucifero era bello… e sappiamo che l’angelo delle tenebre più travestirsi in angelo di luce. La bellezza più essere uno specchio per le allodole, e forse in questo caso manifesta tutta la sua realtà ingannevole.
Senza Lucifero non ci sarebbe bisogno del Salvatore e quindi di essere salvati. Se non abbiamo compreso che in questo mondo binomiale non esiste l’una parte senza l’altra e che entrambe sono necessarie al Disegno, non andiamo troppo lontano. Tutti sono strumenti di Dio, per chi ci crede, anche quando agiscono oscenità per il senso e la morale comune, valori condivisi da molti, ma non assoluti, che traggono radice da un inculturamento millenario la cui definizione spetta agli antropologi, non ai teologi o a qualche altra scienza.
Complimenti! Gnosticismo perfetto
Condannare e reprimere il male, riabilitare la persona che è incorsa nel peccato e pure nel reato. Se le opere artistiche rientrano tra le cose belle e buone che questa ha compiuto, benedire il Signore che si è servito di uno strumento inadeguato per cantare la sua bellezza e la sua bontà.
Quando penso che nella chiesa di San Pio da Pietrelcina ,,,,ci sono i lavori di questo orrendo personaggio,,,,,,, Mi vengono i brividi,,,,,,! Povero Padre Pio !
Mi pare che la Chiesa (umana) leggi Vaticano non sia proprio cristallina: mi riferisco al vergognoso muro di gomma alias mafiosità relativo alla povera Emanuela Orlandi. Appoggiare incondizionatamente uno pseudo artista che dovrebbe essere uomo di chiesa è, a mio avviso, complicità’: per fortuna che c’è la super avv. L. Sgrò a difendere le vittime di quell’infame!
La Chiesa del Corpus Domini è meravigliosa nella sua simbologia ma non può essere che chiunque vi entra da un lato la ammiri e dall’altro pensi a quel che ha fatto l’autore. D’accordo sul perdono che si può chiedere al Signore e sulla imperfezione umana ma questo non può essere un alibi per non cambiare le cose. Se la Chiesa vuole essere credibile deve pensare alle vittime e dare un segno forte: non c’è mosaico pur bello e significativo che non si possa sostituire!
È stato fatto il paragone con Caravaggio, dicendo che “neppure lui era uno stinco di santo”. Mi sembra come paragonare una pisciata al Po
Signor francesco,,,,,,,,, CONCORDO PIENAMENTE!!!!!!!! È PROPRIO COSÌ!!!!
Si vergogni… nei mosaici di Rupnick c’è il suo istrionismo, la sua malvagia condotta, mentre preparavano il volto del Salvatore lui violentava l’artista che lavorava con lui… se il disegno ci rappresenta i mosaici di R. Rappresentano la sua ipocrisia, arroganza e superbia… sentimenti demoniaci… non ha ancora chiesto perdono a nessuna delle sue vittime…
Concordo pienamente!!!
Non si sta giustificando un comportamento non giustificabile….. si cerca di capire (non giustificare) il vissuto di un dramma…..
Se dovessimo seguire la vulgata, intellettualmente misera, del wokism dovremmo bruciare tutte le tele di Caravaggio, mandare al rogo le musiche di Stradella e Gesualdo da Venosa… e Michelangelo? Be’ lui era gay ma ebbe il grave torto di rappresentare con potenza il Giudizio universale anziché dipingere Dioniso in mezzo alle drag Queen sulla volta della Sistina. Ci dimentichiamo che noi esseri umani siamo un amalgama di male e bene e abbiamo soltanto bisogno della misericordia divina. Non giudicate, ammonisce il Maestro, per non essere giudicati!
Parole vuote per bloccare uno scandalo epocale nella chiesa di Cristo
Sono d’accordo… Qui non si tratta di ricordare che nessuno è solo perversione… In questo caso lo scandalo è non saper riconoscere la propria perversione. E dentro ci sta tutta l’istituzione incapace di fare questo passo.
Concordo. Pur di non fare i conti fino con gli abusi facendo luce sulla rete di protezione di cui ha beneficiato (e continua a beneficiare) Rupnik, si prova a spostare l’attenzione e la discussione sulla “qualità artistica” delle sue opere. Confondendo i piani (uno artistico e l’altro penale e morale) si confonde tutto e si prova così a non fare nulla per riparare i danni fatti da quest’ uomo