Cerimonia olimpica: le reazioni

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«In questo momento pensiamo a tutti i cristiani di ogni continente che sono stati feriti dagli eccessi e dalle provocazioni di certe scene. Ci auguriamo che comprendano che la celebrazione olimpica va ben oltre i pregiudizi ideologici di alcuni artisti». Così i vescovi francesi in un comunicato che ha fatto seguito, sabato 27 luglio, alla Cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Il comunicato reagiva a un passaggio della cerimonia nel quale un tableau vivant – con al centro la DJ femminista e attivista LGBTQ+ Barbara Butch e alcune drag queen – è parso una parodia del celebre affresco dell’Ultima cena di Leonardo da Vinci. La scena del tavolo delle drag queen è stata completata dall’apparizione di un cantante seminudo che richiamava la divinità greca Dioniso.

Lo spettacolo, trasmesso in mondovisione, ha suscitato numerose reazioni critiche e contrariate, risultando il riferimento piuttosto chiaro da cogliere, sebbene il direttore artistico – Thomas Jolly – si sia affrettato a negare l’ispirazione biblica della scena, citando invece come riferimento il dipinto Festin des Dieux di Jan Harmensz van Biljert. «L’idea era di rappresentare una grande festa pagana legata agli dei dell’Olimpo», ha detto Jolly a BFM TV. «Non troverete mai né in me né nel mio lavoro un desiderio di ridicolizzare o denigrare qualcuno o qualcosa».

Damien Gabriac, uno dei quattro autori invitati dal direttore artistico a scrivere il racconto della cerimonia, aveva fatto dichiarazioni diverse il giorno prima all’emittente France Inter. Anche Barbara Butch, la DJ che ha partecipato alla rappresentazione, aveva condiviso su Instagram una storia in cui la scena veniva paragonata all’Ultima cena nella versione di Leonardo, con il sottotesto (inglese): «Oh sì! Oh sì! Il Nuovo Testamento gay!».

barbara butch

In diversi Paesi, tra cui Marocco, Algeria e persino negli Stati Uniti, il passaggio in questione è stato censurato dalle emittenti locali. Il clamore suscitato a livello mondiale ha però costretto il Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici a convocare una conferenza stampa per dichiarare che durante la cerimonia di apertura dei Giochi «non c’è mai stata l’intenzione di mancare di rispetto ad alcun gruppo religioso» (28 luglio).

Le reazioni mondiali

«Ringraziamo i membri di altre confessioni religiose che ci hanno espresso la loro solidarietà», hanno scritto i vescovi di Francia nel loro comunicato, deplorando «profondamente» le «scene di derisione e scherno del cristianesimo» apparse in una cerimonia che gli stessi vescovi riconoscono anche in positivo, definendola un «meraviglioso spettacolo di bellezza e gioia, ricco di emozioni e universalmente acclamato».

In effetti, le reazioni pubbliche delle chiese (e non solo) da tante parti del mondo non sono mancate. Una Nota del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, che riunisce le Chiese cattolica romana, melchita, maronita, armena, siriaca e caldea, deplora «la presa in giro dei misteri del cristianesimo e di ciò che è sacro per milioni di persone». Il cristianesimo – si legge nella Nota – «è stato il primo a preservare le libertà, proteggere la diversità e preservare la dignità e i diritti umani. Pertanto non accettiamo l’insulto di alcuni gruppi, sapendo che ogni essere umano è a immagine e somiglianza di Dio ed è chiamato alla salvezza. (…) Se il rispetto e l’amicizia sono valori fondamentali nella cultura dei Giochi Olimpici, come può il Comitato Olimpico accettare che i suoi valori vengano violati?».

Anche l’arcivescovo di Santiago del Cile, Fernando Chomali, non è stato tenero sul suo profilo X, denunciando la «grottesca parodia della cosa più sacra per i cristiani. L’intolleranza dei “tolleranti” non conosce limiti. Non è questo il modo di costruire una società fraterna. Abbiamo assistito al nichilismo al suo meglio».

In una Nota, la Conferenza episcopale della Colombia si è unita alle altre conferenze episcopali, alle Chiese particolari e alle religioni che hanno espresso sentimenti di indignazione per le «deplorevoli scene di scherno e derisione del cristianesimo» presentate durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici. La Chiesa colombiana, «solidale con la Chiesa cattolica in Francia e in comunione con la Conferenza episcopale francese, ribadisce che le competizioni olimpiche devono essere uno spazio che favorisca l’unità e la fraternità nel mondo».

Anche i vescovi inglesi e scozzesi ha fatto sentire la loro voce. Secondo John Keenan, vescovo di Paisley, «i misteri centrali della fede cristiana sono stati ridicolizzati da un’ideologia che pensa di poter diventare la nuova religione di un’Europa secolare sfigurando le sue radici cristiane». «Scegliendo la santa messa come cuore della sua cerimonia globale – ha proseguito –, questa nuova ideologia ha manifestato paradossalmente come l’Eucaristia sia sempre il punto di riferimento di ogni sforzo umano, sia che si tratti di costruire o di abbattere, di creare o di rovesciare».

Negli Stati Uniti numerosi vescovi, come mons. Robert Barron di Winona-Rochester, hanno condannato la parodia definendola una «vergogna» che non fa onore a un Paese che ha inviato «tanti missionari» in tutto il mondo. «Il fondamentalismo laico si è infiltrato nei Giochi Olimpici, al punto da bestemmiare la religione di oltre un miliardo di persone. Avrebbero potuto farlo con qualsiasi altra religione?», si è chiesto su X l’arcivescovo di San Francisco Salvatore Joseph Cordileone, spesso descritto come figura di ultra-conservatore. «In riparazione per la blasfemia di Parigi, digiuniamo e preghiamo, rinnoviamo la nostra devozione all’Eucaristia, al Sacro Cuore e alla Vergine Maria», ha esortato mons. Donald Hying, vescovo di Madison, sempre su X. «Che Gesù sia adorato e amato in tutti i tabernacoli del mondo. Grazie Signore per l’Eucaristia e l’Ultima Cena, per il tuo amore per noi».

Una settimana dopo «esserci riuniti tutti intorno a Nostro Signore Eucaristia al Congresso eucaristico nazionale di Indianapolis», il capolavoro di Leonardo da Vinci «è stato rappresentato in modo atroce, lasciandoci in uno stato di shock, dolore e rabbia che le parole non possono descrivere», ha dichiarato Andrew H. Cozzens, vescovo di Crookston, Minnesota, presidente del consiglio di amministrazione del Congresso eucaristico nazionale.

Anche il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, Avvenire, ha preso posizione con un suo editoriale: «Si è andati giù pesante di trucco e parrucco a ridisegnare un’umanità che ormai pare aver senso solo se trasgredisce. Non prendeteci per biechi bacchettoni moralistici, ma che senso ha dover vivere ogni singolo evento planetario, per di più sportivo, come se fosse un Gay Pride?».

I gruppi cristiani britannici «Voice for Justice UK» e «She leads UK» hanno pubblicato un comunicato congiunto chiedendo le scuse degli organizzatori e dicendosi «indignati per la parodia dell’Ultima cena fatta da una drag queen». «Non è accettabile. Ancora una volta, la parola “inclusivo” viene usata per giustificare un comportamento che è apertamente esclusivo. Questa presa in giro è un attacco deliberato alla persona di Gesù Cristo e una sfida diretta alla fede che è alla base della società occidentale», si legge nel comunicato.

Il rappresentante della Santa Sede

Di fronte all’accaduto, La Croix ha dato parola a mons. Emmanuel Gobilliard, vescovo di Digne, rappresentante speciale della Santa Sede per le Olimpiadi di Parigi 2024. «Non ho assistito all’intera cerimonia di apertura», ha dichiarato, ma le immagini rilanciate dai media di tutto il mondo «mi hanno profondamente ferito». Ciò che impressiona è stata «la sensazione di trovarsi di fronte a uno spettacolo con un fortissimo pregiudizio ideologico, che ha cercato di imporre un modo di pensare univoco e contro il quale oggi sembra difficile esprimere punti di vista in disaccordo. Viene da chiedersi: quanto è inclusiva la tanto decantata inclusività della cerimonia?».

gobillard

«La libertà di spirito e di espressione rivendicata da coloro che hanno organizzato la scena non dovrebbe essere rivolta contro qualcuno. (…) È certamente possibile prendere in giro le proprie idee, ridere di sé stessi, questo sì. Ma prendere in giro la fede e la religione degli altri in un modo simile … questo è davvero scioccante».

Inoltre, prosegue mons. Gobillard, i Giochi Olimpici sono il luogo meno conveniente dove creare simili divisioni. «Questo atteggiamento è contrario allo spirito della Carta olimpica, all’orizzonte di unità che si esprime nei suoi valori, all’idea di riunire tutti insieme, senza barriere culturali, politiche e religiose. Perché dunque escludere i credenti e i cristiani? Si doveva rispettare lo spirito della Carta olimpica. In questo modo ne siamo fuori».

Sconfitta culturale

La parola conclusiva è di una figura molto esperta di questioni ecclesiali francesi ed europee, il quale ci ha parlato di una «inaugurazione massonica» dei Giochi Olimpici contenente una deliberata «parodia dell’Ultima cena».

«Ora dicono che non c’era alcun riferimento diretto all’Ultima cena, il che equivale a trattarci doppiamente da mentecatti. L’unico argomento che li punge sul vivo è che sono riusciti a snaturare lo spirito delle olimpiadi, che consiste nel creare una tregua (se non delle guerre) almeno politica, culturale, e … religiosa di due settimane».

«Con coreografie di denigrazione della storia francese e della religione cattolica (le sinistre francesi) hanno svelato appieno il loro credo wokista. Macron dovrebbe incassare tale sconfitta culturale e non ammantarla di retorica».
macron

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4 Commenti

  1. Giovanni Di Simone 4 agosto 2024
  2. Pietro 3 agosto 2024
  3. Fabio Cittadini 3 agosto 2024
    • Gian Piero 3 agosto 2024

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