Sono un inno trionfale alla “divina liturgia” queste pagine dello ieromonaco Gregorio Chatziemmanouil. Nato a Mitilene nel 1936, studi ad Atene e a Strasburgo, monaco e sacerdote, nel 1966 parte per il Monte Athos dove vive le sue esperienze di vita cenobitica. La sua attività di scrittore si concentra sulla liturgia e la fede cristiana. La Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato in italiano il suo libro più noto, La divina liturgia. Ecco io sono con voi sino alla fine del mondo (LEV 2002).
La divina liturgia
Ma che cos’è la “divina liturgia”? Molte le definizioni che troviamo nel testo. Ne riportiamo alcune.
«La divina liturgia è l’oblazione dell’intera Chiesa e la glorificazione universale di Dio».
«La divina liturgia è la stessa cena dei misteri, perché è lo stesso Cristo che la offre».
«La divina liturgia è l’icona della vita di Gesù Cristo».
«La divina liturgia è il rivivere – nel mistero – l’esistenza e il sacrificio di Cristo».
«La divina liturgia è la Pasqua continua e la Pentecoste senza fine».
«La divina liturgia è un adunarsi delle creature attorno al trono del Creatore».
«La divina liturgia è una pregustazione del Regno di Dio».
«La divina liturgia è la manifestazione dell’amore divino».
«La divina liturgia è: l’offerta dell’amore di Cristo; la manifestazione di Cristo a coloro che lo amano e la loro unione con lui; la comunione dell’uomo con l’amore divino e il suo permanere in esso».
E che cosa accade nella divina liturgia?
«Nella divina liturgia si celebra un mistero che imita Dio».
«Nella divina liturgia vediamo Cristo nascere, venire battezzato, insegnare, compiere miracoli, essere crocifisso, risorgere».
«Nella divina liturgia si ripetono mistericamente tutti i fatti mirabili e sacri che Cristo ha compiuto per riportare l’uomo nella casa del Padre».
Chatziemmanouil intende dapprima mostrare come molte siano le prefigurazioni della divina eucaristia: la creazione del mondo e dell’uomo, la figura di Melchisedek, Isacco, Giacobbe, gli annunci profetici, l’agnello… I densi capitoli della parte centrale del libro sono dedicati al cuore della divina liturgia, cioè al memoriale del corpo e del sangue di Cristo e ai frutti che esso produce. Per concludere con la relazione della divina eucaristia con le virtù teologali della fede, della speranza e della carità.
Atteggiamenti
Con quali atteggiamenti ci si deve accostare ai divini misteri?
Chatziemmanouil afferma: «Lo scopo per cui si celebra la divina liturgia è partecipare alla mensa del Signore e comunicare al suo santo corpo e al suo prezioso sangue», per poi aggiungere che «molti cristiani ricevono raramente la comunione, mentre altri vi si accostano senza un’adeguata preparazione».
Per rispondere a questi due atteggiamenti, il nostro autore interpella san Giovanni Crisostomo, il quale «con la massima fermezza» condanna l’abitudine di molti cristiani «di fare la comunione solo nelle grandi feste, indipendentemente che siano preparati o meno». Questi cristiani – prosegue – pensano di non venire condannati, se fanno la comunione una volta all’anno, «anche senza essersi confessati e pentiti dei propri peccati».
Quanto alla frequenza, è nitido il pensiero di Crisostomo: se uno ha la coscienza limpida e un cuore puro, «si accosti sempre».
Una curiosità. Anche allora le donne usavano imbellettarsi le labbra. Nessuna tolleranza per quelle che si accostavano alla comunione con le labbra tinte. Il Crisostomo lo chiama «artificio satanico».
Molto serio quanto troviamo scritto a pag. 266, soprattutto per un tempo di “appartenenze liquide” come il nostro: «I fedeli che si radunano per l’eucaristia la offrono in modo gradito al Signore soltanto quando la fede che professano è identica a quella della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica». Solo l’assemblea che celebra con queste caratteristiche può essere definita «assemblea di Dio».
Si rimane stupiti dalla mole di citazioni dalle opere dei Padri della Chiesa, dei teologi e degli scrittori cristiani dei primi secoli. Citazioni pertinenti e gustose. Sono l’ossatura dell’intera trattazione. Le brevi enunciazioni di Chatziemmanouil ricevono da esse sostanza e bellezza.
Antonio Ranzolin, eccellente traduttore dei testi dal greco, chiude il libro con alcune pagine personali ricche di accenti lirici. Egli rivive la ricchezza inesprimibile della divina liturgia celebrata sul Monte Athos e, sulla falsariga di Chatziemmanouil, illumina i momenti della celebrazione con citazioni di rara bellezza. Perché «la liturgia è il punto più alto dell’esistenza di un uomo».
Gregorio Chatziemmanouil, Pane e vino immortali. Iniziazione all’Eucaristia e alla Comunione, Monasterium, Cellio (VC) 2024, pp. 319, € 27,00, ISBN 9791280938220.
Personalmente ritengo che il Creatore neanche le vede le labbra tinte o no. Userò le parole di Padre Gabriele Allegra che così rispose al mio futuro confessore, Padre Lino Bonaccorsi, che lo interrogava su problemi del genere : Lino, abbiamo cose molto più importanti a cui pensare.
Che il rossetto sia un artificio satanico francamente suscita ilarità. 🙂
Ipotesi: al tempo di Crisostomo vi era ancora l’usanza di ‘scambiarsi la pace’ con un bacio, e il trucco alle labbra lasciava segni su coloro che venivano baciati, ed era segno di maleducazione.
Non credo che fosse solo questo. Come al solito il demonio si nascondeva nella donna e nelle sua eventuale eroicità. Nulla di nuovo per l’amor di Dio. Sicuramente curioso ma insegnamento sa non riproporre.