Concilium: 50 anni su cammini di liberazione

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Per celebrare il cinquantesimo anniversario della rivista internazionale di teologia Concilium, è stato organizzato un convegno nel maggio 2015, che si è tenuto a Rio de Janeiro (Brasile) nella Pontificia università cattolica. Vi hanno preso parte più di quattrocento persone, provenienti non solo dal mondo accademico della capitale, ma anche da altre zone del Brasile e da altri paesi, soprattutto dell’America latina. È stata recuperata la bella e suggestiva espressione del numero 1° della costituzione pastorale conciliare Gaudium et spes: «Cammini di liberazione: gioie e speranze per il futuro». L’équipe di Concilium intendeva con questa espressione non solo celebrare il passato, ma puntare al futuro, riscattare il potenziale di rinnovamento, puntando a ricordare cinquant’anni di vita, gioiosa, ma anche tormentata, con lo sguardo verso il futuro «attenti alle domande e alle inquietudini delle nuove generazioni e disposti a una fedele creatività nel tentativo di rispondere ad esse». (Editoriale del n. 1/2016)

Il primo numero di Concilium vedeva la luce il 15 gennaio 1965. Firmavano l’editoriale Karl Rahner ed Edward Schillebeeckx. Scrivevano: «In confronto ai compiti immani della Chiesa in ogni paese, ogni nazione è “teologicamente sviluppata”. In questa rivista la teologia di ciascuna parte intende aiutare quelle delle altre nazioni a svilupparsi. Siccome ci sono molte riviste che l’uomo della pratica possa accostare, ce ne deve essere un’altra che faccia da guida ad esse e da rapporto ad esse. La rivista vuole essere espressione della responsabilità che la teologia cattolica porta nei riguardi della vita reale della Chiesa». Il teologo Rosino Gibellini, direttore della Queriniana, riportava su L’Osservatore romano, sabato 7 giugno 2014, l’intento del grande teologo ecumenista Yves Congar: «Concilium tenta di essere un radar, che prolunga nella mutazione contemporanea la grande tradizione teologica. La teologia è sempre in ricerca. Ciò è importante nel momento in cui siamo aggrediti da tanti problemi nuovi».

La rivista, nata da una idea dell’editore neerlandese, Paul Brand, già durante la prima sessione del Concilio (11 ottobre – 8 dicembre 1962 ), ricevette l’adesione di teologi dal calibro di Schillebeekx, Karl Rahner, Yves Congar, Hans Kung, Johann Baptist Metz, che ne furono i fondatori, cui si devono aggiungere i laici Paul Brand, l’ideatore e l’esperto in bilanci ed economia, l’olandese Anton den Boogaard. L’assemblea costituente si tenne a Saarbrucken dal 19 al 21 luglio 1963, alla presenza di tredici teologi e di due laici. Presente anche Walter Kasper, assenti giustificati R. Aubert, Yves Congar, Joseph Ratzinger. Data di fondazione della rivista: 20 luglio 1963. I padri conciliari furono subito messi al corrente della nascita di Concilium. L’editrice Queriniana si assicurava i diritti per l’edizione italiana. Il segretario generale della rivista trovò sede nella città di Nimega e successivamente all’università cattolica di Nimega, dove insegnava, tra gli altri, lo stesso Schillebeekx. Ricorda Rosino Gibellini: «Alcuni fascicoli meritano di essere ricordati, perché hanno concorso a segnare una nuova soglia della ricerca teologica: il primo fascicolo (1/1965) sull’ecclesiologia oggi, con il grande e influente articolo di Congar sul “popolo di Dio”; il fascicolo Conosciamo gli altri (2/1966), che dava inizio anche in campo teologico a un’impostazione storiografica dialogica nel valutare figure e movimenti del protestantesimo e della teologia evangelica; il fascicolo Sulla crisi del linguaggio religioso (5/1973) – giudicato il più innovativo nella storia della rivista – che introduceva la prospettiva della teologia narrativa, destinata ad avere una profonda incidenza nell’ambito della teologia sistematica; il fascicolo Prassi di liberazione e fede cristiana (6/1974), che ha costituito la prima presentazione a livello internazionale della teologia latino-americana della liberazione, per una Chiesa povera e al servizio dei poveri: categorie che sono diventate di attualità ecclesiale; il fascicolo Le donne nella Chiesa (1/1976), dove veniva acutamente posto il problema, che si è fatto sempre più urgente, come segnala Walter Kasper nella sua opera Chiesa cattolica (2011); il fascicolo Teologie del terzo mondo: convergenze e divergenze (5/ 1988), che nasceva dalla collaborazione della direzione di Concilium con l’Associazione ecumenica dei teologi del terzo mondo (EATWOT).

Alla rivista hanno portato il loro contributo anche non teologi, come il pedagogista brasiliano Paul Freire, lo storico romeno-americano delle religioni Mircea Eliade, il romanziere tedesco Heinrich Boll, il filosofo francese Paul Ricoeur, il filosofo ebreo, lituano- francese, Emmanuel Levinas.

Nel 2008 la presidenza e il segretariato generale della rivista venivano trasferiti all’Asian Centre for Cross-Cultural Studies di Madras (India), sotto la guida dell’indiano Felix Wilfred.

Al convegno commemorativo, il teologo salvadoregno Jon Sobrino si è così espresso: «Vi sono eventi passati che seppelliscono la storia e catene che la imprigionano. E vi sono eventi passati che liberano la storia dalle catene, come molle che spingono in avanti». La teologa brasiliana Maria Clara Bingemer e il teologo di Porto Alegre Luiz Carlos Susin nell’editoriale scrivono: «Concilium, fondata cinquant’anni fa, continua a dare frutti. E, quel che conta di più, la rivista non si è fermata nel tempo, ma continua nella sua dinamica di costruirsi in base al ritmo e all’andamento delle sfide attuali e future della società e della chiesa». Le auguriamo: Ad multos annos!

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