Lavorare all’esistenza insieme ai bambini implica uno sguardo e un ascolto che richiedono una riflessone incessante. Chiara Brunello, nel libro Il potenziale religioso del bambino. Percorsi di IRC ispirati a Sofia Cavalletti, invita a entrare nel mondo del senso religioso nell’infanzia e della sua educabilità. La pubblicazione esce nella collana digitale open access Triveneto Theology Press della Facoltà teologica del Triveneto, nella sezione Education.
Alcuni orientamenti psicopedagogici, il pensiero di Maria Montessori innanzitutto, ma anche le scuole di Mario Aletti e di Maria Teresa Moscato, hanno considerato il fatto religioso come «infrastruttura psichica» del bambino, e quindi parte integrante della cura dell’infanzia.
Sofia Cavalletti, con l’educatrice montessoriana Gianna Gobbi, ideò un metodo di tipo attivo, denominato «catechesi del Buon Pastore», basato sullo sviluppo del potenziale religioso del bambino da tre a sei anni, e da sei a dodici.
Chiara Brunello, insegnante di religione licenziata in Scienze religiose all’ISSR di Padova, descrive e delinea le modalità di applicazione del metodo, ne indica le potenzialità e i limiti; tenta poi di avvalorarne la legittimità psicopedagogica alla luce delle principali teorie sul senso religioso del bambino; infine, a partire dalla normativa Irc del primo ciclo, mette in evidenza la plausibilità del metodo stesso.
«Le condizioni implicite che permettono una comprensione autentica del lavoro della Brunello – scrive nella prefazione Michele Visentin, docente di Pedagogia e progettazione didattica all’ISSR di Padova – sono: l’idea che il bambino sia portatore di un sapere che lui stesso indica e che richiede materiali, tempi e posture pedagogiche adeguate; l’idea che la religiosità come struttura archetipica non sia materia per insegnanti di religione o catechisti, ma snodo decisivo della pedagogia generale; infine, che lo sviluppo del potenziale religioso non debba essere svincolato dall’educatore/trice che lo favorisce».
L’esperienza di Sofia Cavalletti, letterata, filologa e biblista romana e il metodo del Buon Pastore da lei ideato, prosegue Visentin:
«risultano preziose risorse per gli educatori alla ricerca non solo di idee ma anche di attualizzazioni pedagogicamente ispirate. Non sfuggirà, infatti, l’attualità del metodo soprattutto là dove si dà enfasi alla sostenibilità dell’ambiente educativo, alla significatività degli spazi di apprendimento e soprattutto alle affordances degli oggetti e dei luoghi che il bambino trova o abita, tali da favorire l’interazione. Ogni ambiente di apprendimento dovrebbe considerare il setting come strategico e caricare l’ambiente di potenzialità educative. Non è infatti di un supermercato di attività che abbiamo bisogno oggi, ma di quel principio di eccedenza che permetta all’esperienza educativa di essere generativa».
Solo il confronto con la contemporaneità, le sue sfide e i suoi conflitti, può alimentare e regalare nuove parole agli insegnanti per rendere i percorsi di Irc non solo significativi per i bambini ma soprattutto gravidi di nuove forme di convivenza.
«In un tempo in cui i nostri territori e le nostre comunità sono spesso solcate da solitudini, le famiglie e i gruppi sembrano arcipelaghi che non si toccano, c’è un luogo che, innervato di legami, coglie il segnale sempre più forte di una nuova domanda di prossimità e racconta che fare comunità è ancora possibile. Questo luogo – conclude Visentin – è la scuola dell’infanzia con le sue esperienze di insegnamento della religione cattolica intesa come spazio e laboratorio di senso, dove il sé incontra l’altro e insieme si aprono a nuovi interrogativi».
Chiara Brunello, Il potenziale religioso del bambino. Percorsi di IRC ispirati a Sofia Cavalletti, Triveneto Theology Press, pp. 161, ISBN 979-12-81328-08-2.
- Il volume di Chiara Brunello è realizzato con il contributo dell’Istituto superiore di Scienze religiose di Padova ed è scaricabile gratuitamente, in formato pdf, a questo link
Io parlerei più di spiritualità archetipa che di “religiosità” . La spiritualità è innata , è domanda di ogni uomo /donna di fronte al mistero dell’esistenza. La religiosità è pratica confessionale che depotenzia la vera spiritualità : porta i piccoli a subire le risposte , a inquadrare la loro vita dentro alle strutture mentali e sociali degli adulti , che poi hanno campo vinto se sono dei malviventi , come dimostrano i casi di pedofilia nella chiesa . Ricordiamo oggi tutti i bambini del Belgio e delle Fiandre , vittime dei preti pedofili a cui la chiesa di Francesco non ha ancora dato risposta .
Io preferisco valorizzare il potenziale scientifico e razionale del bambino, educare il bambino a guardare la realtà e non le favole religiose.