RDC: studenti sfollati e insegnanti in sciopero

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La Costituzione della Repubblica Democratica del Congo del 2006, riveduta nel 2011, riconosce il diritto di tutti i congolesi all’istruzione (di base) gratuita. Tuttavia, va detto che l’effettiva gratuità dell’istruzione risale a qualche anno fa, al primo mandato quinquennale del presidente Félix Tshisekedi Tshilombo.

Se, da un lato, questa misura ha reso il Presidente l’idolo di molti che vivono in condizioni di grave povertà (con enormi difficoltà a pagare la scuola dei propri figli), dall’altro, va sottolineato che la misura non è stata accompagnata da alcun effettivo miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita degli insegnanti. Va riconosciuto inoltre che gli insegnanti svolgono un lavoro enorme in tutta la Repubblica, al punto che è impossibile non sottoscrivere quanto segue: «Se ci sono uomini e donne congolesi che lavorano nel vero senso della parola, con abnegazione e passione, lontani dalla corruzione, sono gli insegnanti».

L’istruzione è un fattore chiave per lo sviluppo di un popolo ed è curioso constatare che nella Repubblica Democratica del Congo il governo se ne occupa troppo poco. Cosa dire delle inaccettabili condizioni salariali degli insegnanti? Cosa dire delle strutture scolastiche inadeguate? Che dire poi della guerra, che sta peggiorando ulteriormente ciò che già andava male!

Se questo è il quadro in tutta la Repubblica, va ricordato che nella parte orientale del paese la guerra ha sfollato alunni e studenti sul loro stesso territorio. A Bunagana, Rutshuru e Kiwanja le scuole sono state abbandonate. Gli scolari che sono riusciti a iscriversi hanno potuto farlo nelle città della provincia di Butembo, Goma e Beni, dove i ribelli dell’ADF rappresentano ormai una minaccia.

Se a questo si aggiunge lo sciopero degli insegnanti, si può capire la drammatica situazione degli scolari sfollati, che si ritrovano nelle città con gli insegnanti in sciopero. L’inizio del nuovo anno scolastico era previsto per il 2 settembre, ma gli insegnanti lo hanno boicottato. Chiedono uno stipendio dignitoso e un’equa distribuzione delle risorse, dato che in Congo i deputati e i ministri guadagnano tremila volte di più di un insegnante.

Insomma, la situazione in Congo è urgente: salviamo l’istruzione dei nostri figli, salviamo gli insegnanti!

Blaise Mukama


RDC: Enseignants, une grève pour la dignité des conditions de travail

La Constitution de la République Démocratique du Congo de 2006 telle que révisée en 2011 reconnaît le droit à l’éducation (de base) gratuite à tout congolais. Cependant, il faut dire que l’effectivité de cette gratuité remonte d’il y a quelques années avec le premier quinquennat du président Félix Tshisekedi Tshilombo. Si cette mesure a fait du Président la star de nombreux croupissant dans la misère (avec d’énormes difficultés à payer la scolarité de leurs enfants), il faut indiquer que la mesure n’a pas été encadrée par l’amelioration des conditions de travail et de vie des enseignants qui, il faut le dire, abbattent un travail de titans sur toute l’étendue de la République à telle enseigne qu’on pourrait ne pas s’empecher d’affirmer ceci : “S’il y a des congolaises et congolais qui travaillent au vrai sens du mot, avec abnégation et passion, loin de la corruption, ce sont les enseignants “.

En effet, l’éducation étant un facteur très déterminant pour le développement d’un peuple, il est curieux de constater qu’en République Démocratique du Congo, le gouvernement prend avec beaucoup trop de légèreté soin de ce domaine. Que dire des conditions salariales indescriptibles des enseignants ! Que dire des structures scolaires incommodes ! Que dire de la guerre qui détériore davantage ce qui déjà n’allait pas !

Si tel est le contexte de toute l’étendue de la République, il est à noter qu’à l’Est du pays, la guerre a fait des écoliers et élèves déplacés sur leur propre territoire. À Bunagana, à Rutshuru, à Kiwanja, les écoles ont été abandonnées. Des écoliers, ceux qui ont pu se sont fait inscrire dans des villes de la provinces, à Butembo, à Goma et à Beni où les rebelles ADF sont toujours et déjà une ménace. Et quand à ceci s’ajoute la grève des enseignants, l’on comprend le drame des écoliers déplacés : ils rencontrent en villes des enseignants grévistes. Alors que la rentrée était prévue pour le 02 Septembre, les enseignants ont boycotté ladite rentrée. Ils revendiquent un salaire décent et la répartition équitable des ressources du pays entendu que députés et ministres au Congo touchent trois mille fois plus qu’un enseignant.

Bref, il y a urgence au Congo: sauvons l’éducation de nos enfants, sauvons les enseignants!

Blaise Mukama

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