Lunedì scorso, 23 settembre, è morto a Monaco di Baviera il gesuita Norbert Lohfink all’età di 96 anni. Tra i maggiori esperti nell’esegesi del Deuteronomio, Lohfink è stato soprattutto un professore capace di introdurre i suoi studenti alla conoscenza e apprezzamento dell’Antico Testamento – anche nelle sue parti più ostiche o aride.
Partendo da una solida base storico-critica, da un lato, e filologica, dall’altro, l’approccio di Lohfink al testo biblico si caratterizza per una fine attenzione letteraria che gli consentiva di mettere in risalto la portata teologica e culturale delle Scritture di Israele. Il suo lavoro si è caratterizzato anche per una fine critica della stessa metodologia esegetica, continuamente interrogata e pian piano affinata in vista della destinazione pratica, per la vita di fede del popolo, del testo biblico.
Si spese sia a favore del dialogo ebraico-cristiano sia a favorire la collaborazione e il confronto fra esegeti cattolici ed evangelici – fondando, insieme a colleghi di Mainz e Wuerzburg, un incontro quadrimestrale tra di essi che prosegue ancora oggi.
Vasta la sua produzione scientifica, che annovera più di 900 titoli fra libri e articoli – ultimo dei quali, un commentario al primo capitolo del Deuteronomio scritto insieme al collega austriaco Georg Braulik. Di questo libro della Bibbia, a cui ha dedicato gran parte della sua vita e della sua competenza esegetica, Lohfink non è riuscito a portare a compimento il commentario completo che aveva da lungo tempo iniziato a redigere.
I confratelli e i colleghi della Facoltà teologica dei gesuiti di Sankt Georgen a Francoforte, dove insegnò dal 1963 fino al suo ritiro nel 1996, lo ricordano per il suo impegno a dare giusta e adeguata collocazione allo studio della Bibbia all’interno degli ordinamenti di studio della teologia, ma soprattutto per la sua cordiale disponibilità al confronto teologico e a dare una mano a chiunque gliela chiedesse.