Scienza e filosofia

di:

copernico

Nello stesso anno – il 1543 – vengono pubblicate due opere di capitale importanza: il De humani corporis fabrica, di Andrea Vesalio, che inaugura l’anatomia moderna, e il De revolutionibus orbis coelestium, di Nicola Copernico.

Solo un caso? Forse no.

Generalmente la fisica era considerata la regina delle scienze. Era principalmente a essa che guardava, come paradigma del sapere scientifico, un filosofo come Immanuel Kant, ad esempio. Solo nel XIX secolo maturo, con naturalisti quali Charles Darwin o Gregor Mendel, la biologia e la genetica acquisiscono, tra le scienze, una loro centralità.

Eppure negli ultimi decenni sta emergendo con chiarezza crescente l’importanza decisiva della medicina nel graduale affermarsi di quella peculiare visione dell’essere umano – di quell’antropologia, se vogliamo – sottesa alla cosiddetta “rivoluzione scientifica”. Un “uomo” visto e concepito sempre più come “mondanizzato”, un corpo considerato sempre più importante. Galileo Galilei, non a caso, condensava il metodo scientifico nei due aspetti delle sensate esperienze (degli esperimenti, cioè, svolti grazie agli organi di senso, dunque grazie al corpo) e delle necessarie dimostrazioni (ossia delle dimostrazioni di tipo matematico).

Ecco, il suo predecessore Copernico elabora la teoria eliocentrica proprio sulla base di argomentazioni di tipo matematico, tanto che il teologo luterano Andreas Osiander, curatore della stampa del suo capolavoro, nella premessa (considerata inizialmente anonima), può presentarla come una semplice ipotesi frutto di calcoli matematici. Ma lo stesso Copernico aveva in precedenza studiato intensamente anche la medicina, in particolare a Padova, guidato da maestri come Girolamo Fracastoro, per addottorarsi poi in Diritto canonico a Ferrara.

Al di là di quella trama unitaria del sapere, dei saperi, propria, in maniera diversa, del mondo antico e del Rinascimento, si delinea così l’immagine di un essere umano tutt’altro che disincarnato e di una conoscenza frutto ed espressione di un’umanità in carne e ossa. Da qui, anche, l’idea e la pratica della medicina come connubio e interfaccia di aspetti diversi della nostra umanità, da quelli spirituali, emotivi o intellettuali a quelli biologici e “naturali”.

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