Esemplare la sequenza di errori, commessi a diversi livelli del Sinodo (Pontefice, Segreteria del Sinodo, Dicastero per la Dottrina della fede), per evitare di affrontare seriamente e compiutamente una questione che il Sinodo, nelle sue fasi precedenti, aveva identificato come importante e su cui attivare l’ascolto – il famoso ascolto che sembrava tanto decisivo – sarebbe stato il minimo sindacale.
Invece, con poca lungimiranza, si è preferito procedere con 4 mosse, mediante le quali ci si è messi sempre più nell’angolo e ora, come i bambini, si battono i piedi e ci si chiude nel silenzio. Vediamo la sequenza formidabile di questo progressivo arretramento e rimozione:
- Prima mossa: lo stralcio di 10 temi affidati a “gruppi di lavoro”, tra cui il tema in questione.
- Seconda mossa: la finzione sul gruppo 5 di studio che non è un gruppo di studio, ma un Dicastero di curia.
- Terza mossa: il Dicastero procede direttamente a scrivere un documento, le cui anticipazioni dimostrano mancanza di dottrina e mancanza di esperienza di ascolto.
- Quarta mossa: nel momento in cui la Assemblea del Sinodo vuole ascoltare e discutere, semplicemente non ci si presenta, né come Prefetto, né come Segretario.
La sequenza è magistrale, ma non è degna del magistero. Infatti, proprio per il fatto che si tratta di un tema assai complesso e non facilmente semplificabile, era il caso di procedere in modo radicalmente opposto:
- Non stralciando dal dibattito sinodale la questione dell’ordinazione diaconale della donna.
- Costituendo un gruppo di studio, non alternativo ma parallelo, che fosse un gruppo reale e non la finzione o la mistificazione di un gruppo, a copertura del bricolage poco ispirato di Ufficiali pronti solo a dire “signorsì” non si sa bene a che cosa.
- Sollecitando un confronto con l’esperienza sinodale plurima, articolata, per trovare una sintesi efficace e rispettosa, dialogica e aperta.
- Non sottraendo nessun interlocutore al confronto tra diversi argomenti. Se il Dicastero ha argomenti più forti dell’Assemblea, o li esibisce davvero o non può pensare di nascondersi, come ha fatto finora, solo dietro una teologia di autorità.
Con queste 4 mosse senza futuro, le cose sono arrivate ad un punto tale che sarebbe il caso di azzerare il poco lavoro fatto (solo sul piano dell’apologetica, ma di quart’ordine) e iniziare a produrre qualcosa di serio e di fondato, evitando i pregiudizi, le chiusure a priori o le idealizzazioni aggressive.
E non ci si permetta più di dire che discutere dell’“ordinazione al diaconato delle donne” è un modo di mortificare la loro autorità. Ricordiamoci sempre: guai a chi chiama male il bene e bene il male. Signori Cardinali e signori Ufficiali, in Assemblea sinodale ci sono persone serie.
Questi giochetti retorici lasciamo che parlino agli inesperti, per favore. Qui portiamo gli argomenti, le parole ispirate, non gli slogan. Altrimenti mettiamoci ad ascoltare, almeno per imparare qualcosa. Anzitutto dalle donne.
- Pubblicato sul blog dell’autore Come se non.
Il Papa ieri: “i tempi non sono maturi…”
Che tristezza! Poi ci lamentiamo del calo dei fedeli. Io continuo con fatica e mi sento sempre più esclusa, apprezzata solo se obbedisco senza discutere. Mi chiedo solo come possono dei sacerdoti e vescovi anziani, cresciuti in un’epoca culturalmente diversa, capire l’impulso sociale attuale. A che serve un sinodo fatto così?
Gesù Cristo ci ha lasciato un insegnamento semplice e pratico: Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Io sono la Via, la Verità e la Vita.
San Paolo riconosceva le primordiali “chiese domestiche” pienamente conformi alla dottrina cristiana originale e quindi volute da Dio. Ma quelle semplicissime chiese si sono moltiplicate dando, origine ad una “Grandissima e
Diffusa Religione” grazie al “Grandissimo Martirio Cristiano”. Poi dopo l’editto dell’imperatore romano Costantino
(313 Milano) pin pianino è autorevolmente cresciuta fino ad avere il suo “Potere Temporale”: il Papa è il Sommo
Pontefice della Chiesa Cattolica e Sovrano dello Stato Pontificio, con vasti territori ecclesiasti tra il Lazio e l’Emilia e Romagna (grosso modo). E arriviamo all’evento di Porta Pia (20 settembre 1870) che bruciò le lungimiranze del
l’ultimo papa re di Roma che 18 luglio 1870 aveva “voluto” forzatamente il dogma dell'”Infallibilità del Papa”.
Ma a pace fatta poi il Potere Temporale tornò in auge fra le “Porte Leonine” oggi considerata una Monarchia Assoluta. Ma, per tornare ai problemi dell’oggi, se vogliamo il “Cambiamento” tanto voluto da questo Sinodo, che
stenta ad essere credibile in quanto farraginoso assai, penso che si debba partire dal “Migliorare” o far “Ragionare”
gli intoccabili del Vertice Istituzionale. Meno Magistero e più Parrocchia. Meno Teologia e più Letture Sacre.
Meno Filosofia e più Vita Pratica . Non posso finire il mio intervento, e vi chiedo pazienza, senza dare il mio contributo all’annoso problema : è finito il maschilismo clericale o no? . E inoltre mi chiedo e chiedo alle “Donne
del mondo” quando vi decidete a “Urlare” il vostro desiderio di servire il Nostro Signore Iddio: è un urlo di amore
ma con forza per svegliare chi Dorme da ” Infallibile ” tra le alte Mura Leonine”.
E dandovi un saluto fraterno e un grazie a tutti voi, permettetemi questo incoraggiamento “Fortza Paris”
Papa Francesco ha messo in moto un discorso che non riesce più a governare: avesse taciuto fin dall’inizio o almeno nel corso degli anni.
Caro prof. Grillo, dopo anni hai capito che su alcuni temi non si vuole discutere e non si discuterà. Lo stesso Pontefice, con le sue esternazioni, lo ha fatto più volte intendere. Solo che, alcuni, non hanno voluto intendere. A me piacerebbe capire perché, ma per ora non è dato sapere. Umilmente attendo e spero. D’altronde una modifica sostanziale del Codice di diritto canonico sarebbe già tanto. Come ho detto già questo pontificato ha molte luci e diverse ombre.
Mi viene in mente una frase di una enciclica di Pio XII: “volentieri si tiene come non vero, o quanto meno dubbio, ciò che non si vuole sia vero…”. Potremmo parafrasarla: “Volentieri non si affronta, o quanto meno si scansa, ciò che non si vuole affrontare….”. Dubito che la questione dell’ordinazione diaconale o sacerdotale femminile sarà mai affrontata da una Chiesa che continua a richiudersi dentro se stessa. La partecipazione dei fedeli continua a diminuire e chi resta, almeno nella mia esperienza, sono spesso quelli più legati alle tradizioni.
La crisi della Chiesa non è minimamente determinata da temi quali il diaconato o sacerdozio femminile. La Chiesa non ha bisogno di queste riforme. Le Sacre Scritture sono parola di Dio, nostro Signore Gesù ci ha tracciato la via da seguire.
La chiesa cattolica è palesemente maschilista, da sempre ha discriminato le donne e a tutt’oggi continua a farlo, escludendole dal sacerdozio e dal diaconato soltanto perché sono, appunto, donne. In tutte le realtà civili e progredite le discriminazioni, comprese quelle basate sul sesso, sono considerate ingiuste, uomini e donne sono considerati uguali e hanno le stesse opportunità di ruoli e di carriera. Ma non è così per questa chiesa che resta ferma su posizioni arretrate e ingiuste e non tratta da pari uomini e donne, privilegiando nettamente i primi. Peggio per quelle donne che ci stanno e addirittura difendono questa chiesa. Per quanto mi riguarda, io dove sono discriminata non ci voglio stare e sono ben felice di non far parte della chiesa cattolica.
Il Vaticano ha portato avanti una sequenza di errori notevoli, ma la questione è stata seriamente posta sul tavolo e prima o poi dovrà essere risolta. Una vicenda simile è avvenuta per il celibato dei preti che Paolo VI tolse dal dibattito conciliare e dopo quasi sessanta anni il dibattito continua ed è ovvio che dovrà anch’essa una soluzione.