La vittoria ormai certa di Donald Trump è un problema, per gli Stati Uniti, per la democrazia liberale, per l’Unione Europea, perfino per gli elettori e le elettrici che l’hanno sostenuto. E non ci sono soluzioni facili. Forse non ci sono proprio soluzioni, bisogna soltanto sopravvivere quattro anni o quanto durerà la sua presidenza.
Sono reduce da una lunga notte a seguire i risultati in TV – a Porta a Porta avevo accanto il gongolante Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia – quindi per ora mi limito a poche considerazioni a caldo.
Kamala Harris
Il suo ingresso nella campagna elettorale ha ridotto il differenziale tra Trump e Joe Biden, che sembrava destinato a sicura sconfitta. Ma è sempre stata più debole nei confronti di Trump rispetto sia a Hillary Clinton che Joe Biden a parità di momento di campagna elettorale. Non ha elaborato un messaggio chiaro e convincente, il suo ottimismo era privo di basi solide, il suo personaggio indecifrabile.
Dopo l’entusiasmo iniziale, ha confermato i limiti mostrati come vice presidente: non ha niente da dire e infatti più parlava, più perdeva consenso.
Le colpe di questa sconfitta sono da ripartire così: Barack Obama, Nancy Pelosi, il New York Times, George Clooney e tutta la «macchina» Democratica ha nascosto le fragilità di Biden quando c’era ancora tempo di costruire un’alternativa, poi lo hanno silurato dopo il dibattito di fine giugno, troppo tardi, troppo violentemente. Poi Biden ha indicato Harris come erede, chiudendo a ogni ipotesi di primarie.
Risultato: la candidata imposta dall’alto rispondeva alle esigenze del vertice Democratico, non a quelle degli elettori.
Democrazia
Donald Trump ha già tentato un golpe nel 2021, ha lavorato per anni per essere in grado di manipolare i risultati sgraditi (soprattutto in Georgia).
Non ce n’è stato bisogno, ma Trump non è un leader democratico e non ha un programma compatibile con la democrazia come l’abbiamo conosciuta. Sembra che sarà in grado di agire con pochissimi limiti, questa volta.
Sarà un disastro, soprattutto dopo che la Corte suprema – plasmata dalle nomine trumpiane – ha messo il presidente al riparo da ogni conseguenza penale per le azioni compiute nell’ambito dell’attività di governo (cioè praticamente tutto).
MAGA
Questo secondo successo di Donald Trump, a otto anni dal primo, conferma la trasformazione del Partito Repubblicano in un movimento MAGA, Make America Great Again. Si può sempre sperare che il movimento si esaurisca assieme a Trump, che ha 78 e non può avere altri mandati da presidente una volta terminato il secondo (a meno che non cambi la Costituzione).
Quindi ora bisogna osservare il vice, JD Vance, che si è dimostrato molto meno efficace di Trump come volto e interprete del movimento MAGA, ma ha una solida base ideologica per evolvere il caotico culto trumpiano in un populismo economico nazionalista (e un po’ suprematista bianco) che potrebbe proiettare il trumpismo oltre Trump.
Elon Musk
Con Biden la politica ha cercato di riprendere il controllo del digitale, sottraendo potere alle piattaforme. Musk impersona la vendetta di Big Tech, che compra la Casa Bianca per il suo burattino, o almeno così Musk vede il suo rapporto con Trump.
Le conseguenze saranno rilevanti: Musk ha trasformato uno spazio di discussione, Twitter, in una centrale di propaganda e disinformazione. Cosa potrà fare alle regole sul digitale con un presidente ai suoi ordini, è difficile immaginarlo. La speranza è che litighi presto con Trump.
Destre
La vittoria di Trump sarà interpretata dalle destre autoritarie di tutta Europa come il segnale che quella è la direzione in cui andare, e da quelle moderate come il segnale che è meglio diventare un po’ più radicali.
La destra di Giorgia Meloni ci metterà poco a riallinearsi.
Sentiremo parlare molto di deportazioni di migranti, cancellazione di diritti acquisiti, di supremazia della politica e dell’interesse nazionale su giudici, media, agenzie indipendenti.
Europa
Gira questa narrazione consolatoria che la vittoria di Trump può essere un’opportunità per l’Unione Europea, costretta a diventare più autonoma e indipendente dagli Stati Uniti. Non può succedere così facilmente: non ci sono leader in grado di guidare questo processo, l’asse franco-tedesco è bloccato dalle debolezze domestiche di Emmanuel Macron e Olaf Scholz.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen non può avere spirito di iniziativa rilevante in campi che sono di competenza degli Stati, come la difesa. Inoltre, quello che molti trascurano, è che aumentare la spesa militare nell’UE rischia di significare soltanto aumentare gli acquisti di armamenti dagli Stati Uniti.
Quindi, in pratica, pagheremmo un prezzo più alto per la sicurezza che già oggi gli americani ci garantiscono, ma senza emanciparci.
Ambiente, pace, salute, commercio
Tutto ora è a rischio con un ritorno di Donald Trump alla presidenza. Gli sforzi di tutto il mondo sul clima possono essere annullati da un cambio di rotta – di nuovo – degli Stati Uniti, la guerra in Ucraina può precipitare in una disfatta di Kiev e dunque dell’UE, senza più supporto americano.
Non oso immaginare cosa possa fare il premier israeliano Benjamin Netanyahu più di quanto non abbia già fatto. E poi sulla salute Trump si affida al no vax squinternato Robert Kennedy Jr, sull’economia ha piani così assurdi che faranno esplodere il debito pubblico e l’inflazione, se realizzati.
Trump questa volta non è soltanto un incompetente al potere, ma un pericoloso incompetente anti-democratico circondato da una élite ancor meno democratica che pensa di usarlo per i propri interessi.
Nel migliore dei casi saranno quattro anni di caos al termine dei quali, forse, ci sarà da ricostruire tutto. Ammesso che qualcosa rimanga. Speriamo che le elezioni di Midterm del 2026 arrivino presto e limitino lo strapotere del presidente.
- Dal Substack di Stefano Feltri, Appunti, 6 novembre 2024
Ho sempre pensato che essere cristiani significhi non fare agli altri quello che non vorresti fatto a te.
Quindi non avrei mai votato per Trump che ha intenzione di deportare persone chissà dove come mi è inaccettabile la Meloni che sta tentando malamente di mandarli in Albania.
Io non lo vorrei per me e quindi mi è inaccettabile per gli altri.
Condivido con lei, ma allora desumo non avrebbe votato neppure Harris, perché se è vero che agli altri non dovrebbe esser fatto ciò che non vorremmo fosse fatto a noi, allora fatico a trovare differenza tra non scegliere la proposta politica di Trump, per optare quella Dem, della quale la ex candidata democratica ed attuale vice presidentessa è portatrice. Mi pare che le politiche imperialiste violente degli USA, da sempre portate avanti con presupposti morali a dire poco curiosi, con l’amministrazione democratica uscente non siano certo state limitate, semmai tutt’altro.
Scusate ma chi lo ha stabilito che i cattolici debbano necessariamente essere tutti di sinistra?
Nessuno. Feltri poi è un megafono del M5s. I cattolici pare debbano essere sballottati tra il MAGA il Vaffa il Woke, pasta e ceci, pane e mortadella e il festival di San Remo
Leggo ancora “Provincia Italiana Settentrionale Sacerdoti del Sacro cuore di Gesù” in basso, questa è politica di parte.
Interessante tutta questa preoccupazione per il ritorno di Donald Trump.
Guardiamo dove è arrivato il mondo con la presidenza Biden:
conflitto in Medio Oriente spaventoso che si sta allargando, conflitto in Ukraina senza alcuna prospettiva di risoluzione con addirittura la Korea del Nord entrata in conflitto e rischi di allargamento..Una politica estera di Biden disastrosa… Leggi su aborto e temi morali importanti completamente contrarie all’insegnamento cristiano.
Con Trump può esserci qualcosa di peggio di questo, della situazione geopolitica del mondo attuale???
Per questo gli americani hano votato contro i Dem, di pancia.
Trump ha certamente punti di vista opinabili su molti temi, ma Biden ha proprio fallito e sprecato il suo mandato trasformandolo in un disastro per il mondo
Non condivido la sua analisi che, perdoni, sembra abbastanza inconsistente. Che tra le componenti del fallimento di Harris venga richiamato George Clooney fa sorridere. Riguardo Musk è certo che abbia un grossissimo potere, del quale “X”, non Twitter come lo ha nominato lei, è minima parte. Musk è nel cuore della gestione del paese, con mille strumenti, infrastrutture e partenariati dei quali SpaceX su NASA è solo il più evidente. Trump è stato votato per la profonda crisi socio-culturale in cui versa la nazione statunitense, della quale il tratto politico è soltanto una delle espressioni. Il fenomeno va studiato da sociologi, spalla a spalla con storici e psicologi sociali, non va liquidato rapidamente con la disinformazione fatta attraverso un social media, senza peraltro considerare che il mondo Meta era vicino ai Dem ed ha una dimensione ben differente da “X”. In queste elezioni nessuno nomina poi il lobbismo sionista, che pervade il Congresso e le alte sfere dirigenziali del paese, ma pare come inesistente. Netaniahu non è certo stato scontento del risultato. Riguardo cosa ne sarà dell’Europa, dipenderà dall’Europa. E’ chiaro che con leader come Von der Leyen non si può andare molto lontani. Non apprezzo per nulla Trump, ma vorrei comprendere dai sostenitori della presidenza USA appena conclusa, se il rischio della terza guerra mondiale nella quale siamo stati catapultati, nonché della profonda crisi economica che in nazioni come la Germania sta orientando verso AFD o Wagenknecht, ad esempio, sia un qualcosa che possa giustificare che quell’approccio politico, quello dei democratici alla Biden, proceda.
Da cattolico dico che il trionfo di Trump, peraltro ampiamente prevedibile, è un segno di speranza per quanti (ed evidentemente sono… tanti) hanno le scatole piene del “politically correct” in salsa arcobaleno ambientalista. Insomma, una vera boccata di ossigeno che, speriamo, si riversi anche al di qua dell’oceano. Magari iniziando con il decretare (meglio, col riconoscere) la morte dell’Unione Europea targata Bruxelles.
possono averne le scatole anche piene del woke e tutto il resto, ma i gruppii dietro Trump _(Heritage Fondation, la New Apostolic Reformation, i nazionalisti cristiani etc) vogliono imporre una censura uguale ed opposta, che però stranamente va bene
Se per “censura” lei intende (ad esempio) il vietare che le drag-queen tengano lezioni osé ai bambini delle elementari, posso solo giungere a sperare che la “censura” di Trump venga imposta anche nella chiesa Cattolica.
Teniamo conto che negli USA per impedire le discutibili ‘drag queen hour’ gente ha usato violenza fisica e verbale davanti ai minori, i quali ovviamente non sono turbati da queste cose
Comunque, visto che lei è un tradizionalista ( gruppo che sono contento di aver lasciato) le ricordo che se Benedetto XVI non vi avesse lasciato liberi di agire le Messe in Rito Antico si sarebbero estinte, vista la frequenza e l’età media delle persone che frequentava la Messe del vecchio indulto.
Vi ha dato la libertà, e ora voi volete toglierla agli altri ed ergervi a giudici inflessibili perseguitando tutti coloro che disprezzate.
Per sua informazione non faccio parte di nessun gruppo tradizionalista. Ma forse, per lei, se uno fa parte della chiesa Cattolica (e ricorda quanto scritto nel Vangelo e nel catechismo) é già da bollare come “tradizionalista”. Questo, tra l’altro, è uno dei motivi per I quali la stampa italiana cosiddetta “cattolica” ha completamente e miseramente fallito le proprie previsioni (o illusioni) riguardo il voto americano.
Mi sa dire in quale scuola è avvenuto? Sarei curioso di saperlo.