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Dal 2014, nella Repubblica Democratica del Congo, per la precisione a Goma, si svolge un importante evento culturale. Si tratta di un grande evento annuale che riunisce diverse culture della RDC, coinvolgendo uomini e donne con l’obiettivo di promuovere la pace nel mondo – e in particolare nella regione orientale della RDC –, promuovere la cultura, l’imprenditorialità e infine la musica. Inoltre, il festival promuove la coesione sociale e lo sviluppo economico della regione, organizzando concorsi di imprenditorialità per sostenere i giovani imprenditori.
La bellezza della diversità
Il raduno, noto come Festival Amani, è un’iniziativa dei formatori, dei giovani e della direzione dell’ostello di Goma, nata allo scopo di promuovere la pace e la riconciliazione attraverso la danza e la musica. La danza e la musica sono canali potenti per trasmettere un messaggio di pace.
Il Festival è stato concepito anche come un forum di discussione per i partecipanti sulle sfide della pace e dello sviluppo nel Paese. Il Festival Amani mobilita in particolare i giovani congolesi, i quali si trovano confrontati a diverse sfide, la più importante delle quali è la disoccupazione. Gli stessi giovani sono spesso colpiti dai conflitti del Paese. Programmi come AFRIyan coinvolgono nel processo di pace i giovani offrendo loro una piattaforma per esprimersi. Questo significa che gli danno la possibilità di conoscere i temi della pace e dello sviluppo, offrendo al contempo delle opportunità di lavoro e di coinvolgimento nella comunità.
Per quanto riguarda il suo impatto socio-economico, il Festival Amani è uno specchio della bellezza della diversità. Culture diverse, arti e artisti diversi, a volte razze diverse, creano resilienza, dando la priorità all’unità rispetto alla divisione. La famosa citazione «ciò che unisce è più forte di ciò che divide» acquista qui il suo pieno significato.
Gli effetti devastanti della guerra si dimenticano per qualche momento. Il Festival sensibilizza i partecipanti sulle conseguenze dei conflitti e sull’importanza della pace, della sicurezza e dello sviluppo sostenibile. La grande partecipazione di pubblico offre visibilità agli artigiani e agli imprenditori locali, i quali espongono i loro prodotti beneficiando di una possibilità di vendita importante. L’evento contribuisce dunque sia al progresso degli imprenditori della regione sia allo spirito di pace tra i partecipanti.
La vera pace
Il Festival Amani ha un’influenza positiva sulla comunità attraverso gli eventi che si organizzano. Musica e danza di diverse culture, forum di discussione tematici che favoriscono la sensibilizzazione alla conoscenza e alla visione positiva degli altri.
Tuttavia, secondo molti connazionali, l’effetto del Festival Amani sul raggiungimento della pace nell’Est è poco significativo. L’evento è giunto ormai alla sua decima edizione, ma la situazione della sicurezza nell’Est del Paese si sta aggravando. Goma, sede abituale del Festival, si trova in una situazione di tale insicurezza da avere costretto a dislocare la nona edizione. Tanto che il Festival del 2023 si è tenuto per la prima volta nella città di Bukavu.
Dal 2021, l’Est della RDC è minacciato dalla ricomparsa dei guerriglieri ribelli del «Movimento 23 marzo» (M23, in breve). I guerriglieri stanno occupando diversi villaggi del Nord Kivu, saccheggiando, minacciando l’esercito congolese e lanciando bombe sui civili, nelle chiese e nei mercati. Questi carnefici sono un tremendo ostacolo alla possibilità di attuare progetti ed eventi nel Nord Kivu, anche nella capitale della regione.
Il Festival è un incontro di culture diverse e rafforza i legami tra le comunità. Ma sembra essere sempre più distratto dal suo obiettivo fondamentale: quello di riunirsi insieme per una causa comune, parlando la stessa lingua, gridando con una sola voce: «Vogliamo la pace».
Non la pace astratta che riempie i discorsi delle autorità per attirare l’attenzione della povera gente. Una pace che è inscritta in progetti edilizi che non decollano mai. La vera pace è considerata l’obiettivo a lungo termine degli organizzatori del Festival Amani. Questa pace porrà fine alle violenze sessuali contro le bambine e le madri. Sotto questa pace, i bambini dimenticheranno la fame come loro quotidianità e i genitori non saranno uccisi sotto gli occhi dei loro figli. La vera pace libererà queste persone povere dalle sofferenze del corpo e dell’anima.
Un evento da ripensare
Il Festival di Amani è una serata di festa. I giovani si incontrano con gli amici, mangiano, bevono e festeggiano per tre giorni la loro giovinezza. Entrano per la prima volta in contatto fisico con i loro idoli, che offrono loro l’occasione di scattare alcune foto: questo è il motivo per cui i giovani partecipano a questo grande festival. L’acquisto dei biglietti è influenzato dalla presenza degli artisti. «Quest’anno ho comprato il biglietto perché c’è il musicista Black M», dice un giovane della città di Goma. Questa iniziativa collettiva risponde oggi soprattutto a passioni personali.
L’evento va avanti ormai da dieci anni e la guerra è ancora in corso. Si credeva che questo raduno – non politico e non religioso – avrebbe potuto lanciare un segnale di allarme alle autorità. Ma in questo senso l’approccio adottato dagli organizzatori non può certo definirsi un successo. È necessaria una revisione importante se si vuole raggiungere un minimo dei risultati desiderati. Il Festival deve essere qualcosa di più di una serata di festa, della musica che spacca le orecchie, della danza che sfianca i muscoli del corpo.
Il Festival Amani deve anche essere qualcosa di più della manipolazione della coscienza delle autorità civili, puntando a produrre una diversa percezione della realtà. Che ad ogni Festival Amani le autorità ricordino il loro dovere di rendere giustizia a questo popolo martoriato. E che il popolo congolese possa sentirsi interpellato e, soprattutto, ricordare l’urgente necessità di un ritorno alla pace.
Sophie Masivi
- In collaborazione con la rivista africana J’écris, Je crie
FESTIVAL AMANI ET LA PAIX A L’EST DE LA RDC
Depuis 2014, en République Démocratique du Congo, précisément à Goma s’organise un évènement culturel important. Ce grand rendez-vous annuel qui rassemble plusieurs cultures de la RDC, les hommes et femmes s’y engagent dans le but de promouvoir tout d’abord la paix dans le monde en général, à l’Est de la RDC en particulier ; ensuite la culture, l’entrepreneuriat, et enfin la musique. Il valorise ainsi la cohésion sociale et le développement économique de la région, en organisant les concours d’entrepreneuriat pour soutenir les jeunes entrepreneurs.
En effet, ce rassemblement dénommé festival AMANI est une initiative des formateurs, des jeunes et de la direction du foyer de Goma dans le but de prôner la paix et la réconciliation à travers la danse et la musique. Ces dernières étant des canaux puissants pour transmettre et véhiculer les messages de paix. Ce festival est aussi conçu comme un espace d’échange où les participants peuvent discuter des défis de paix et de développement du pays. Ce forum réunit plusieurs compatriotes dont la grande majorité est la jeunesse. Le festival AMANI mobilise particulièrement les jeunes qui sont confrontés à plusieurs défis dont le plus important est le chômage. Ces mêmes jeunes sont souvent touchés par le conflit. Ainsi les programmes comme AFRIyan impliquent les jeunes dans le processus de la paix en leur offrant une plateforme pour s’exprimer. Cela implique en faveur des jeunes la connaissance des enjeux de paix et de développement tout en fournissant les opportunités d’emploi et d’engagement communautaire.
Quant à son incidence socioéconomique, le Festival AMANI est un miroir de la beauté de la diversité. Les différentes cultures, les différents arts et artistes, quelques fois les différentes races, il renforce la résilience en priorisant l’union au détriment de la division. La célèbre citation « ce qui unis est plus fort que ce qui divise » prend son sens. Ainsi relègue au second plans Les effets dévastateurs de la guerre. Ce festival sensibilise intensément les participants aux conséquences des conflits et à l’importance de la paix, à la sécurité et au développement durable. Dans cette ambiance du grand public, les artisans et les entrepreneurs locaux bénéficient d’une visibilité en exposant leurs produits de ce fait, il y a rencontre entre les vendeurs et leurs protêts, d’autres profitent même d’une vente importante et génératrice. Cet évènement contribue au progrès des entrepreneurs de la région et un esprit de paix dans le chef des participants.
Le festival AMANI promeut la paix. Il influence positivement la communauté à travers les rubriques organisées. Les musiques et les danses des différentes cultures, Les discussions qui réunissent. L’éducation à travers les sensibilisations sur le regard positif de l’autre.
Cependant, aux yeux des plusieurs compatriotes, l’impact du Festival AMANI sur la concrétisation de la paix à l’Est parait moins important. A la dixième édition d’un évènement prônant la paix, la situation sécuritaire à l’Est du pays va en rétrograde. Goma, la ville habituelle où se tient ce fameux rendez-vous annuel traverse une situation sécuritaire médiocre, si bien que la neuvième Edition a été délocalisée. Le festival AMANI de l’an 2023 s’est tenu dans la ville de Bukavu pour la première fois dans l’histoire. En effet, l’Est de la RDC est menacée depuis 2021 par la réapparition des rebelles dit Mouvement de 23 Mars. M23 en sigle. Ceux-ci occupent déjà plusieurs villages au Nord-Kivu, pillent, menacent les Forces Armées Congolaises, jettent des bombes sur les pauvres citoyens, dans les églises ou des marchés. Ces bourreaux sont un grand obstacle pour plusieurs projets et évènement dans le Nord-Kivu y compris la ville capitale de cette fameuse province.
Certes, Le Festival est un rassemblement des plusieurs cultures et renforcent les liens de plusieurs communautés. Mais il se détourne de plus a plus de l’objectif premier : celui de se rassembler pour la cause commune, parler un même langage, crier d’une seule voix : « nous voulons la paix ». Pas cette paix abstraite qui est un mot uniquement utilisé dans les discours des autorités pour attirer l’attention du pauvre peuple. Cette paix inscrite dans les projets chantiers qui n’atteignent jamais leurs réalisations. Toutefois cette paix est prétendue comme objectif à long terme des organisateurs du Festival AMANI. La paix voulue c’est concrètement celle qui permettra au peuple de rester dans leurs villages sans aucune crainte, cette paix mettra fin aux violences sexuelles de la jeune fille et des mères, avec cette paix, les enfants oublieront la faim comme leur quotidien, les parents ne seront pas assassinés aux yeux des enfants. La vraie libèrera ce pauvre peuple de sa souffrance du corps et de l’âme.
Le Festival AMANI en réalité se présente comme une soirée festive. Où les jeunes rencontrent leurs amis, mangent, boivent, célèbrent leur jeunesse pendant trois jours. Ils entrent en contact physique pour la première fois avec leurs artistes idoles, ces derniers les offrent quelques séances photos, voilà les raisons pour lesquelles les jeunes sont motivés de participer à ce grand festival. Les achats des billets sont influencés par la présence des artistes. « J’ai acheté mon billet cette année, parce que le musicien Black M est présent », affirme un jeune de la ville de Goma. Cette organisation collective répond plus aux passions personnelles. Depuis dix ans que cet évènement est organisée, dix ans aussi que la guerre reste d’actualité. On aurait dû croire que ce rassemblement quoi qu’apolitique et areligieux serrait une sonnette d’alarme auprès des autorités. Afin qu’elles voient en ce forum un peuple assoiffé de la justice et de la paix ; en réalité, L’approche pour laquelle les organisateurs du festival opte n’est pas nécessairement une réussite. Elle est à revoir jusqu’à ce qu’elle atteigne un minimum des résultats souhaités. Il faut que le Festival aille au-delà d’une soirée festive, au-delà d’une musique qui assourdit les oreilles, au-delà d’une dance qui amortit les muscles du corps.
Amani Festival doit être plus une manipulation de la conscience des autorités, qui peut les amener à une autre perception de la réalité. Qu’à chaque Festival AMANI, les autorités se rappellent leur devoir à rendre justice à ce peuple meurtrie. Que ce rassemblement appelle, rappelle surtout interpelle les congolais sur le besoin urgent du retour de la paix.
Sophie Masivi
- En collaboration avec le magazine africain J’écris, Je crie