Entrava nella storia il Signore in persona, il Re dei re, e non se n’è accorto nessuno. Iniziava qualcosa di veramente nuovo, il principio di tutto era nuovamente presente, e non se n’è accorto nessuno.
È come se in una casa, dove tutti aspettano frenetici l’ospite d’onore, questi entrasse dalla porta di servizio e si confondesse con il personale addetto all’accoglienza a guardare tra il divertito e lo stupito, la noncuranza e la disattenzione degli astanti. Nessuno si è accorto di lui.
C’è dell’ironia in questa entrata laterale e nascosta. Ma non è un trucco per spaventare, per prendere alle spalle gli uomini che intende incontrare; piuttosto è il desiderio di iniziare la sua visita dal basso e dalle retrovie: meglio visitare per prima cosa le cucine e solo dopo entrare nel salotto di rappresentanza.
E, nascosto nelle stanze della servitù, il Signore ci starà a lungo: per trent’anni sconosciuto, a trascorrere la vita di tutti i suoi fratelli e sorelle, presente ma non visto; non se n’è accorto nessuno infatti. Di lui, di quei trent’anni, anche nelle testimonianze evangeliche si perdono le tracce. Trent’anni di vita nascosta, uomo come gli altri, fratello universale, uomo tra gli uomini e basta. Per essere un Dio con noi non serviva null’altro.
Perché in realtà, in questa presenza nascosta, c’è già tutto il mistero della redenzione e della salvezza per tutti gli uomini. Questa vita umana è benedetta da Dio fin dall’inizio della creazione: c’è del buono nel mondo, e tutti i nostri disastri non sono in grado di cancellarlo.
Questa umanità è ancora amata come “molto buona” così come il creatore l’ha vista da principio. Anche vista da vicino, come il Figlio farà abitando tra le sue pieghe nascoste, questa umanità è cosa molto buona, e qualcuno dovrà pure ricordarlo agli uomini questo bene nascosto tra le cui pieghe vivono.
Abitare una grotta, vivere in un paese insignificante come Nazaret, imparare un mestiere comune, stare in una famiglia come tutte, diventerà il suo marchio di fabbrica. Nascosto a Nazareth imparerà il linguaggio degli uomini, e imparerà a “vedere Dio in tutte le cose”, nel lavoro, nei gigli dei campi, nel seme nascosto nella terra, nelle vicende umane…
Lui stesso sarà presente ma nascosto, come un seme che cresce nella terra lontano da ogni sguardo, come un bene non visto e per questo ancora più prezioso. Ci sono cose meravigliose che crescono proprio perché protette da sguardi indiscreti, perché custodite nell’intimità protetta. Ci sono buone azioni, eventi di grazia non visti, che proprio perché protetti da sguardi indiscreti, son ancora più preziosi. Così racconterà il regno di Dio in mezzo a noi.
Perché cominciare così, nel nascondimento, senza farsi riconoscere da coloro che voleva incontrare? Forse perché una grazia quando è nascosta brilla ancora di più per la sua gratuità. Non chiede nulla in cambio se non esserci, senza pretendere nulla. Forse perché voleva anzitutto regalarci la grazia che si nasconde proprio nella nostra condizione umana la più comune, povera semplice e umile.
Quella umanità comune, semplice e povera, quella che non ci basta mai, che tante volte ci sta stretta, dalla quale vorremmo fuggire, quella storia complicata e difficile che spesso ci sembra senza senso, quella vita il Signore l’ha amata come benedetta, degna di Dio. Anche se non se ne accorge nessuno.
Mi piacerebbe essere capace di fidarmi della grazia nascosta. Ed anche imparare lo stile di Gesù, che non cerca esibizioni, che vive felicemente nell’umanità comune anche e proprio perché non se ne accorge nessuno.
È vero che poi qualcuno doveva pur accorgersi che stava succedendo qualcosa di straordinario. C’è voluto uno spettacolo pirotecnico per aprire gli occhi almeno di uno sparuto gruppo di pastori, perché fossero testimoni improbabili della sua presenza nascosta. Ovviamente il loro annuncio sarà caduto nel vuoto: chi può credere a quattro poveri pastori che raccontano di aver viso cose incredibili!
Il canto degli angeli oggi raggiunge anche noi, stasera. Cercano, oggi come allora, qualche testimone improbabile capace semplicemente di gioire per il bene che abita sottotraccia, dentro la vita di tutti. Noi non siamo certo migliori di quei pastori. Ma gli angeli non cercano testimoni perfetti, anzi prediligono uomini e donne comuni, semplici e poveri come i pastori, come ognuno di noi.
I messaggeri divini ci invitano a lasciarci incantare dalla sua presenza nascosta di un Dio bambino, che viene nell’indifferenza di un mondo che non si accorge per nulla della grazia silenziosa con la quale Dio continuamente ci visita. E allora dovremmo solo intonare un canto, anche se siamo un po’ stonati, anche se le nostre voci non si accordano sempre armoniosamente le une con le altre. Ma al Signore basta un canto che viene dal cuore, sorretto dalle voci degli angeli, per dire a qualcuno e forse a tutti: “non abbiate paura, anche se non se ne accorge nessuno, il Signore è già nascosto dentro questa umanità smarrita.
Non abbiate paura della vita, della vostra vita, anche quando di voi sembra che non se ne accorga nessuno: proprio lì il Signore viene a visitarci. Non se ne accorge nessuno, è vero, ma chi lo riconosce, presente senza clamore nei giorni quotidiani della vita comune, sente che questa grazia nascosta sostiene il nostro coraggio di vivere, la nostra piccola fede, come la luce di una semplice candela che brilla nella notte, che dona speranza a tutti.
Grazie per questo articolo che mi ha reso la mattina di natale felice. Dio senza che nessuno se ne accorga cambia il mondo a discapito dei potenti della terra che credono di poterlo cambiare.